Dopo quattro mesi di tira e molla ho deciso di abbandonare la lettura dell'ultimo libro di una delle mie autrici contemporanee preferite, Lauren Weisberger.
Questa autrice mi ha fatto credere, ai tempi de Il Diavolo veste Prada e Al Diavolo piace Dolce, che ci fossero nuova linfa e nuovi spunti per il genere rosa. Nei suoi libri non c'erano solo la classica storiella d'amore scontata e banale, ma si assommavano vari fattori: protagoniste interessanti con le quali immedesimarsi a pieno; personaggi secondari sviluppati in modo egregio e con psicologie e background molto particolareggiati; situazioni originali e ricche di humor; accostamento anche a temi importanti nella storia che difficilmente in libri di tale genere avrebbero avuto rilievo.
Probabilmente anche lei non ci ha creduto fino in fondo o ha iniziato a sentire il peso della notorietà e così è riuscita a produrre qualcosa che neanche la Kinsella delle peggiori occasioni avrebbe mai pensato di scrivere.
Un anello da Tiffany è una delle cose più insulse che mi siano capitate tra le mani nell'ultimo anno.
È un libro privo di qualsiasi inventiva, verve, dinamismo, ironia e personaggi degni di nota; proprio le tre protagoniste sono quelle che lasciano più a desiderare: vuote e di un piattume unico, che sanno molto di Sex and the City (programma che ho intravisto qualche volta e "grazie" al quale mi chiedo ancora come ci possa essere gente che segue cose del genere).
Purtroppo sono lontani i tempi di Andy che manda amorevolmente a quel paese Miranda durante una delle sfilate più importanti di Parigi o di Bette che riesce a tenere testa ai tabloid americani che, stranamente, si interessano alla sua vita sentimentale.
Nelle prime 70 pagine di Un anello da Tiffany (che in tutto ne conta 398, ringraziamenti inclusi) vengono presentate le tre protagoniste:
- Leigh » classica brava ragazza, editor di una casa editrice e fidanzata con un famoso conduttore televisivo.
- Adriana » è la più ricca delle tre, mangiauomini; bionda, carnagione ambrata perennemente abbronzata, molto bella. Delle tre è l'unica che non lavora, ma riesce comunque a mantenere un appartamento da sogno a Manhattan, frequentare corsi di yoga e passare ore e ore dal parrucchiere (hair stylist, se proprio vogliamo essere pignoli), presumibilmente anche grazie ai soldi di papino.
- Emmy » manager per un noto chef, adora la cucina; è una "monogama seriale" che viene lasciata dal fidanzato per un'istruttrice ventenne illibata.
A causa della rottura di Emmy col fidanzato, le tre decidono di stringere un patto che occuperà un anno delle loro vite: Emmy dovrà smettere di essere una monogama seriale e farsi tutti gli uomini che le capiteranno a tiro e Adriana dovrà riuscire a frequentare un solo uomo. Leigh è indecisa al momento del patto e non sa cosa vorrebbe cambiare.
Purtroppo non sono riuscita ad andare oltre la seduta di yoga che fanno un sabato, perché il mio cervello si è rifiutato di continuare, imponendomi uno stop forzato per non dover fare le valigie e abbandonarmi senza possibilità di appello.
Dire che la Weisberger è caduta su una buccia di banana che risponde al nome di banalità, è dire poco e mi dispiace molto per lei (e probabilmente la traduttrice italiana non ha fatto un ottimo lavoro, perché la storia risulta anche illeggibile in certi punti).
Questo è un libro che sconsiglio vivamente a chi abbia un minimo di cervello (metto comunque il link a IBS per tutti coloro che sono masochisti o vogliono provare con mano il piattume); invece consiglio con molto piacere i primi due della Weisberger, Il Diavolo veste Prada e Al Diavolo piace Dolce, sono molto carini e coinvolgenti.
Voto: ★
Eruannë.
________________________________________Link inerenti al post:
» Un anello da Tiffany su IBS
» Il Diavolo veste Prada su IBS
» Al Diavolo piace Dolce su IBS
» il sito di Lauren Weisberger
» i commenti su Anobii relativi a Un anello da Tiffany