giovedì 19 maggio 2011

Due premi: Versitile Blogger e Liebster Blog

So che è da un po' che non scrivo qui, ma complice una breve vacanza a Venezia (città che sto rivalutando sempre di più e dove non vedo l'ora di tornare al più presto), ho lasciato un po' in disparte il blog e i libri.
Visto che da un po' di tempo ormai mi sono stati consegnati due premi, ho deciso di aggiornare il blog partendo proprio da questi.
Il primo è il
Mi è stato dato da Morna del blog Forgotten Pages, che ringrazio sentitamente per questo riconoscimento inaspettato^^

Ma passiamo alle regole da seguire per il premio:
1. ringraziare e linkare la persona che te lo ha donato;
2. dire 7 cose di te;
3. girare questo premio a 15 blog che ti piacciono, avvisando i blog elencati
Il punto 1 è già stato fatto, quindi passiamo al resto...
Dire 7 cose di me, questo è più difficile, perché qui trovate un po' di cose che ho detto tempo fa, comunque vedrò di dirne altre:

1. Adoro i gatti, da grande (sono già "grande", ma non posso ancora permettermi una casa tutta mia XD) vorrei vivere in una casa dove queste adorabili bestiole possano scorrazzare libere, entrare e uscire quando gli pare e senza chiedere nulla a nessuno; da piccola, da mia nonna, un'estate c'erano venti gatti, tra cuccioli e adulti, inutile dire che io non mi sono mai divertita tanto a coccolarli uno per uno =D

2. Passo le ore nelle librerie e nei negozi di bricolage, adorando libri e lavoretti manuali, il più delle volte quando mi trovo in una libreria o in un brico mi ci perdo, letteralmente. Vorrei portarmi a casa tutto ciò che vedo, perfino fresatrici (non so se sia il termine italiano giusto o se sia la traduzione maccheronica dal friulano) e robe simili che non sono in grado di usare XD

3. Adoro le penne di piuma e tutto ciò che si usava una volta per scrivere, benché io non sia minimamente brava nell'utilizzarli. In teoria saprei usare penna con pennino e calamaio, perché i miei genitori sono della generazione delle lezioni di bella calligrafia quando andavano a scuola e qualcosa mi hanno insegnato, ma ho sempre paura di fare mille danni e così la mia penna con pennino che mi ha regalato Raf è ancora nella sua scatola. (Spero di riuscire a usare decentemente la ceralacca, invece XD)

4. Quando qualcosa mi fa schifo, lo devo ribadire almeno una ventina di volte. E il più delle volte mi rendo pure conto di rompere ripetendolo XD Non so perché mi trovo sempre più spesso a rimarcare concetti attraverso i quali dico il mio dissenso (o il mio schifo) verso qualcosa, è più forte di me e questo a volte mi fa sembrare infantile (sia agli occhi degli altri, sia ai miei). Non ne vado fiera, ma già l'ammissione di un problema è un passo avanti, no?

5. ...

Mi dispiace, non so cos'altro dirvi di me XD Prometto, però, che non appena mi verranno in mente altre tre cose da aggiungere, aggiornerò il post^^

E ora i 15 blog che decido di premiare (in ordine sparso e non di gradimento XD):
» Forgotten Pages di Morna
» Sfogliando di Laura
» Le mele del Silenzio di Andrea
» Reading at Tiffany's di Annie, Becky, Roxy, Kait e Holly
» Sognando leggendo di Nasreen
» Atelier dei libri di Glinda
» L'Ora del Libro di Anita Book
» My Caffè Letterario di Sara.88
» Living for Books di Yuko86
» The Book-Lover di Keira
» Bepassionate di Elvira
» Romanticamente Fantasy Blog di Selly, Nuvolina e Baby
» Virtual Reading di Claire, LadyAnnika e MissGabrielle
» Books of Claire di MissGabrielle
» L'albero delle gocciole di Giulie

Passando poi al secondo premio si tratta del
assegnatomi da


Edit del 14/03/2012:
Il premio Liebster Blog mi è stato assegnato anche da Artic Swan, del blog Valdombra Fairies, che ringrazio per i complimenti e la sua opinione su VM =)

martedì 10 maggio 2011

{Recensione} Il mistero di Rue des Saints-Pères

Titolo: Il mistero di rue des Saints-Pères
Autore: Claude Izner
Data di pubblicazione: 2007
Casa editrice: TEA
Collana: TeaDue
Genere: Giallo
Pagine: 309
Prezzo: 8.60€
Quarta di copertina: Parigi, giugno 1889. La città è travolta dalle folle che si accalcano nei padiglioni dell'Esposizione Universale, inseguendo ogni novità: danzatrici di Giava, ananas della Martinica, il rivoluzionario telefono... Tuttavia, la vera dominatrice dell'Esposizione è la torre di Monsieur Eiffel, svettante prodigio della tecnica del XIX secolo. I parigini vi salgono, ammirati, oppure spaventati, come la povera Eugénie Patinot, che si è appena seduta su una panchina della terza piattaforma, allorché qualcosa – un'ape? – la punge. In un batter di ciglia, la donna si accascia a terra, morta. A pochi passi si trova, casualmente, Victor Legris, proprietario della libreria Elzévir, in rue des Saints-Pères. Il giovane libraio non può saperlo, ma la morte misteriosa di Eugénie sta per cambiare la sua vita...
Tra inseguimenti a piedi e in carrozza, collezionisti eccentrici e affascinanti pittrici, fini porcellane e stampe cinesi, Victor dovrà trasformarsi – suo malgrado – in detective e chiarire con le sole armi dell'intelligenza il mistero che rischia di scatenare un vero e proprio terremoto nella tranquilla libreria di rue des Saints-Pères...


Molto strano che, dopo la faticosa lettura dei gialli di Poe, mi sia arenata anche su questo libro. Forse ho sbagliato a pensare di poterlo leggere "a rate", perché ho avuto occasione di prenderlo in mano soprattutto la sera prima di addormentarmi e quindi ho interrotto la lettura più volte.
Purtroppo due stelline non gliele toglie nessuno, anche se l'avessi letto tutto d'un fiato l'avrei trovato illeggibile e noioso.
I casi che dovrebbero essere il fulcro delle indagini sono perennemente messi in secondo piano per le pare mentali del protagonista che occupano la quasi totalità della parte di libro che ho letto (sottolineo che mi sono fermata a pagina 169). Sinceramente non ho ben capito su cosa Victor voglia indagare fin dall'inizio: sul fatto che Kenji abbia una vita propria? Oppure sulla donna di cui è interessato?
Probabilmente andando avanti con la lettura l'avrei scoperto, ma leggere ancora non so quante pagine di "Mi attrae, ma lei è frivola come tutte le altre donne" o "Perché non vede che mi interessa?!" o "Come ha fatto a non parlarmene?" sarebbe stato altamente estenuante.

Victor, il protagonista e proprietario della libreria Elzévir, non ha il minimo di spina dorsale, è egoista e megalomane, pensa che tutto giri intorno a lui e se qualcuno prova a vivere la propria vita senza metterlo a parte di qualcosa, subito inizia a pensare che abbia voluto nascondergli la verità o che stia compiendo il più grande reato del mondo.
Kenji e Tasha (purtroppo non ho la "s" giusta e quindi devo scriverlo come lei si è firmata in un biglietto) sono: il primo una sorta di padre adottivo di Victor, perché è stato lui a istruirlo e a prendersene cura quando era piccolo, l'altra è la ragazza che fa battere il cuore del protagonista. Kenji è abbastanza solitario, non incline a spifferare ai quattro venti ciò che fa al di fuori della propria vita in libreria; Tasha è un'artista e lavora per un giornale il cui direttore è amico di Victor, è piuttosto indipendente e, forse, un po' troppo moderna per essere una donna del 1889.
Tutti gli altri personaggi sono solo accennati, un po' stereotipati (tranne Joseph, il commesso della libreria, unico personaggio degno di nota) e messi quasi a caso nel romanzo.
Come ho già detto ciò che mi ha dato più fastidio, oltre alla caratterizzazione del protagonista, è stato il fatto che gli omicidi sembrano relegati a un misero 10% del romanzo. Personalmente quando prendo in mano un romanzo giallo mi aspetto un minimo di linearità nella trama, originalità per il caso in esame e bravura da parte dell'autore nell'esporre i fatti e nella caratterizzazione dei vari personaggi. Qui non c'è nulla di tutto ciò, anzi, sembra che gli omicidi servano da sfondo, piuttosto sfuocato se proprio vogliamo essere pignoli, per delle indagini veramente ridicole del protagonista.

Libro sconsigliato a tutti gli amanti del genere giallo, e penso che non leggerò altro di Claude Izner (nome di piuma di Liliane Korb e Laurence Lefèvre), perché se queste sono le premesse anche per i prossimi libri su Victor Legris, beh, è meglio che rimangano in libreria. Mi dispiace solo per le copertine dei libri, perché sono veramente belle.

Voto: ★★
Eruannë.

domenica 8 maggio 2011

{Recensione} Wings

Titolo: Wings
Autore: Aprilynne Pike
Data di pubblicazione: 2011
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Collana: Sperling Paperback
Genere: Fantasy, Sentimentale
Pagine: 310
Prezzo: 6.50€
Quarta di copertina: La bellissima quindicenne Laurel ama la Natura, al pranzo in mensa preferisce i picnic sull'erba e mangia solo frutta e verdura. Si è sempre sentita diversa dalle sue coetanee, ma si rende conto di essere davvero speciale solo quando, una mattina d'autunno, un evento inspiegabile sconvolge la sua vita per sempre. Profondamente turbata, si confida con il suo dolcissimo compagno di classe David. Ma proprio quando la loro amicizia si sta trasformando in qualcosa di più, Laurel incontra Tamani, un ragazzo dal fascino magnetico, che le rivela una verità incredibile. Da quel momento, Laurel si trova sospesa tra due mondi e divisa tra due amori, uno umano e l'altro immortale... Il primo capitolo di un'appassionante saga fantasy, che mescola amore, magia e avventura.


Come ho detto nel post in cui ne annunciavo l'acquisto, ho preso questo libro per leggere qualcosa di leggero (una volta tanto) e, sebbene la trama sia semplice, lineare e senza troppi scossoni, questo libro mi è piaciuto.
Mi sono avvicinata al libro più per la copertina che per altro, infatti la trama l'ho letta solo in un secondo momento, perché quei due petali in copertina mi hanno affascinata da subito.
Il libro, tuttavia, non mi ha presa da subito, non ha un incipit degno di nota, anzi e forse per questo per settimane è rimasto a prendere la polvere in salotto. Alla fine l'ho letto in una serata (finendolo all'una di notte, ma poco importa XD) e devo dire che mi ha pienamente soddisfatta. Certo non è un capolavoro di letteratura, ma non mi aspettavo nulla di più nulla di meno.
Laurel pensa di essere una ragazza normale, anche se di certo non mangia cose che tutti i ragazzi della sua età mangiano volentieri, cioè frutta e verdura. Si è appena trasferita in una nuova città (e qui la mia testa gridava "Cliché, cliché, cliché" XD), ha iniziato ad andare a scuola, visto che prima ha sempre studiato a casa, e qui scopre praticamente una nuova vita, facendosi degli amici. David diventa da subito un punto di riferimento per Laurel e c'è sempre una sorta di ambiguità "amici-fidanzati" tra loro due.
Un giorno d'autunno Laurel si ritrova un piccolo brufolo sulla (che lei pensa sia un tumore... e su questo avrei un po' da ridire su come la ragazza reagisce e cosa fa) schiena che giorno dopo giorno cresce sempre di più, finché non sboccia. Inizia così a capire che forse non è del tutto normale.
Una domenica, quando i suoi decidono di tornare per un giorno nella vecchia casa, si inoltra nel bosco e conosce Tamani. L'incontro è sconvolgente, perché Tamani rivela a Laurel cos'è realmente: una fata.
La notizia manda Laurel nella confusione più totale e la lascia incredula. David, invece, crede subito alla novità ed è molto più entusiasta della ragazza.
Quando finalmente Luarel si è abituata alla sua vera condizione e sembra essere tutto a posto, suo padre si ammala e da qui iniziano nuovi problemi.

L'autrice è stata molto brava, ha saputo fondere molto bene teorie originali sulle fate con la biologia che tutti abbiamo studiato a scuola: mi è piaciuto molto il fatto che, come riportato nel libro, le fate non siano esseri "di carne e ossa", ma piante e che quindi quelle che noi pensiamo essere ali, altro non sono che bellissimi fiori che sbocciano dalla schiena delle fate stesse. E poi c'è l'accenno ad Avalon, a re Artù e a mago Merlino, quindi questo libro non poteva non piacermi.
La scrittura, come la trama, è molto semplice (alcune volte ho trovato delle ripetizioni inutili, ma questo dipende dalla traduzione, più che dallo stile proprio dell'autrice.) e forse per questo ha reso la lettura molto rapida.
I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene: Laurel, nonostante venga descritta come bella, intelligente, praticamente perfetta, è normale e non è subito entusiasta della sua sitazione, anzi ne è proprio spaventata; l'unica cosa che non mi ha convinta molto è il fatto che sia praticamente divisa tra ciò che prova per David e per Tamani, sembra quasi giocare con i sentimenti di entrambi e che non sappia prendere una decisione definitiva.
David è il classico bravo ragazzo, studioso, innamorato di Laurel fin dal primo momento in cui l'ha vista. Qualcuno l'ha definito un po' uno zerbino, perché sembra sfruttato per tutto, ma secondo me non è proprio così. Certo, di tanto in tanto la ragazza sembra voler fare semplicemente i suoi interessi, anziché pensare che accanto a sé ha qualcuno in carne e ossa e che prova qualcosa per lei, ma non si può certo dire che David non abbia spina dorsale.
E infine Tamani. Questo personaggio non mi è piaciuto molto, almeno a pelle è stato così. Diciamo pure che non lo sopporto molto, però, il fatto che abbia rischiato la propria vita per salvare Laurel me l'ha fatto rivalutare un pochino. Anche lui è innamorato della ragazza e la conosce da quando era piccola prima che lei venisse portata nel mondo degli umani. L'ho visto piuttosto egoista e insensibile nel finale, ma mi riservo di rivalutarlo in futuro, nei prossimi libri.

Voto: ★★★★

Forse questa recensione non è molto lunga, come il mio solito, ma spero possa togliere un po' di dubbi a chi mi ha chiesto cosa ne pensassi. Sappiate che è stata una lettura molto piacevole (e rapida, soprattutto dopo che l'atmosfera mi ha presa) e lo consiglio soprattutto a quelli a cui piacciono le fate e vogliono leggere qualcosa di nuovo, in qualche modo, perché, nonostante sembri una cosa già vista e rivista, ha veramente qualcosa di innovativo.
E ora aspetto di leggere Spells.

Eruannë.