Io in un certo senso non vedo l’ora che arrivino le vacanze, perché mi sto pian piano esaurendo… anche se questo poi vorrà dire studiare tutto il tempo per gli esami. Aiuto!
Però, sono molto orgogliosa dei risultati in termini di letture, quindi la situazione non è così drammatica.
Prima di proseguire, ci tengo a ringraziare la CE e Franci per avermi dato la possibilità di partecipare a questo bel Review Party.
Può sembrare scontato dirlo, ma sono sicura che tutti appena si pronuncia il nome Bambi
pensiamo subito al bellissimo cartone della Disney, che ha accompagnato
tanti di noi durante l’infanzia e che è stato la fonte di alcuni traumi
infantili (mai quanto il Re Leone o Dumbo, ma anche Bambi non scherza).
Bene, quando leggete il libro originale dimenticatevelo!
Avevo messo in conto che cartone e libro fossero diversi, eppure quest’ultimo mi ha stupita lo stesso.
Questa
edizione è splendida ed è curata nei minimi particolari grazie alle
illustrazioni di Benjamin Lacombe, però è stata la storia in sé a non
appassionarmi troppo.
Fin dalle prime pagine sono sì stata immersa nel bosco in cui Bambi,
gli altri caprioli (perché sono caprioli, non cervi come si evince dal
cartone) e i vari animali vivono, ma ho letto il tutto con un’ansia
crescente.
Nelle prime pagine non si fa cenno al cacciatore o ad
altri uomini, eppure, conoscendo il cartone, aspettavo da un momento
all’altro la morte della madre di Bambi. Dopo un paio di capitoli ho
capito che la cosa non sarebbe avvenuta tanto presto, quindi mi sono
tranquillizzata e ho iniziato a godermi la lettura, per fortuna.
Questo è il brutto di conoscere già la storia (anche se rimaneggiata e modificata) quando si legge un classico.
Il libro tratta la storia di Bambi, un capriolo che vive in una
splendida foresta abitata anche da tanti altri animali. Vive con sua
madre e pian piano inizia a scoprire il mondo che lo circonda, a fare
attenzione a “Lui” e ad altri pericoli che incombono sulla sua vita.
Attorno
a lui ruotano altri personaggi più o meno importanti per la sua
formazione e la sua vita, per esempio i cugini Gogo e Faline o il
vecchio principe.
Come in ogni buon romanzo di formazione, a un certo punto c’è
qualcosa che sconvolge la vita del protagonista, lo fa crescere ed
evolvere, e da lettori lo accompagniamo lungo tutto il percorso che fa
per diventare adulto.
Descrive in modo eccellente lo spaccato di vita
dell’uomo, più che del capriolo, anche se, ovviamente, si nota una
notevole cultura della vita animale da parte dell’autore. È un racconto
iniziatico, che fa riflettere su molti temi e su molte situazioni.
Il
personaggio del vecchio principe è l’esempio da seguire per trarre gli
insegnamenti più importanti, anche se burbero e solitario. Così come il
personaggio di Bambi rappresenta il bambino, il ragazzo e infine
l’adulto che impara a vivere grazie alle proprie esperienze, ai propri
errori, alle proprie capacità.
Questo è senz’altro il fulcro dell’intero racconto: la contrapposizione tra saggezza e ignoranza, razionalità e istinto.
Bambi è un classico e come tale, ormai, può essere letto a tutte le età, ma io mi sento di sconsigliarlo
ai più piccoli. Anzi, nell’introduzione di Maxime Rovere, il romanzo
viene presentato come una lettura esclusivamente per adulti, visto che
l’autore stesso ha voluto descrivere, con la vita di Bambi e degli altri
animali della foresta, la situazione che gli ebrei stavano vivendo in
Austria già dalla fine del 1800, poi sfociata nel Nazismo all’inizio
degli anni ’20. Il libro, ovviamente, fu messo al bando, proprio perché
l’allegoria di Salten era evidente, anche visti i suoi studi e il suo
mentore.
Se leggiamo il libro sotto questa prospettiva, riusciamo a
comprendere e capire che non è affatto una lettura per i più piccoli,
anzi.
Ci sono anche alcune parti e situazioni abbastanza crude e cruente, e questo potrebbe urtare la sensibilità dei più piccoli.
Questo
è uno dei motivi per cui ho dato 3 specchi, perché quelle stesse parti
hanno dato fastidio perfino a me, che di anni non ne ho più 10 da un
pezzo, e guardo film e telefilm abbastanza violenti.
Conosco i
bambini di oggi (lavoro con loro), so bene cosa guardano e cosa piace o
non piace, so che difficilmente più di qualcuno di loro si spaventerebbe
o ci rimuginerebbe sopra, però, sono convinta che alcune parti
andrebbero a fondo e potrebbero turbarli.
Un altro motivo dei 3 specchi è il fatto che la narrazione mi ha annoiata.
Il
punto di vista è quello di Bambi, viviamo e vediamo ciò che accade
attraverso i suoi occhi. Tutto ciò è davvero molto interessante, ma c’è
sempre quell’ombra di ansia e angoscia che aleggia per tutto il libro.
Lo stile dell’autore è asciutto e diretto, le descrizioni vivide e accurate.
Non vedevo l’ora che finisse e questo è un vero peccato, perché la storia in sé è davvero interessante e ben scritta.
L’ho già detto che i disegni sono splendidi?
Sì? Ve lo ridico,
perché, anche se la storia non mi ha entusiasmata particolarmente, il
resto è davvero spettacolare e vale tutti i soldi che costa.
Lacombe
ha fatto un lavoro egregio, ci sono intere pagine decorate con animali e
piante, per non parlare della copertina intagliata sia nel cartone che
nella carta, che lascia intravedere l’immagine di Bambi. All’interno,
più o meno a metà, ci sono anche due pagine intagliate con alberi e
arbusti su cui sono disegnati anche altri animali che osservano la scena
di Bambi e di sua madre che entrano nella radura per la prima volta. E
tutte le pagine, con la storia impaginata su due colonne, hanno altri
abbellimenti e disegni vari.
Un vero e proprio gioiello da sfogliare e collezionare, che solo per i disegni si meriterebbe 5 specchi!
Mi pare di avervi detto tutto, mi dispiace solo non aver apprezzato in toto la storia.
Vi lascio qui sotto i link e il banner con gli altri blog del Review Party e vi invito ad andare anche da loro a leggere cosa ne pensano le mie colleghe!
» Coffee and Books
» Hook a Book
» Librintavola
» The Mad Otter
Domani non perdetevi su instagram il post dedicato a questo libro.
Non mi resta che augurarvi una buona giornata e delle buone letture, e non dimenticatevi di farmi sapere cosa ne pensate di Bambi.
Annette.
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