Come avrete di sicuro notato, ci siamo prese una pausa estiva, se così si può dire, ma speriamo di tornare a pieno ritmo a breve (lo speriamo sempre).
Quest'oggi vorrei far girare ulteriormente una notizia che di sicuro chi segue Writer's Dream e altri siti di scrittura, e relativi all'editoria, saprà già (è noto il nostro ritardo sulla notizia, ma ci va bene così XD). Ieri pomeriggio mi è arrivata una mail di Linda Rando, founder del Writer's Dream, nella quale si parlava dell'ennesimo post di totale disinformazione che va poi a colpire gli esordienti – anche se l'autrice di quel post non sembra poi così esordiente – quando si tratta di case editrici.
In sostanza nel post si parlava di case editrici a pagamento e l'autrice, Argeta Brozi, cercava di nasconderne l'esistenza, infatti – cito testuali parole –
Quest'oggi vorrei far girare ulteriormente una notizia che di sicuro chi segue Writer's Dream e altri siti di scrittura, e relativi all'editoria, saprà già (è noto il nostro ritardo sulla notizia, ma ci va bene così XD). Ieri pomeriggio mi è arrivata una mail di Linda Rando, founder del Writer's Dream, nella quale si parlava dell'ennesimo post di totale disinformazione che va poi a colpire gli esordienti – anche se l'autrice di quel post non sembra poi così esordiente – quando si tratta di case editrici.
In sostanza nel post si parlava di case editrici a pagamento e l'autrice, Argeta Brozi, cercava di nasconderne l'esistenza, infatti – cito testuali parole –
[...]C'è chi chiede l'acquisto di copie (giusto per non andare in bancarotta, visto che si è esordienti, non si è famosi e soprattutto non ci sono tanti lettori in giro), non dico che sia giusto, ma non è nemmeno sbagliato e comunque se si vuole fare carriera bisogna rimboccarsi le maniche. Se voi pubblicaste con un piccolo editore che non vi fa acquistare le copie, prima o poi vi trovereste comunque di fronte alla possibilità di doverle comprare voi stessi per poi rivenderle, perchè il libro non si vende da solo e l'editore non può stare dietro a tutti. [...]
(Tanto per chiarire i simbolini [...] sono un suggerimento per andarvi a leggere l'intero post, così l'autrice non dice che facciamo disinformazione)
Vorrei porre la vostra attenzione su tre particolari:
» quel giusto per non andare in bancarotta è alquanto... utopistico: gli editori a pagamento non chiedono il contributo perché hanno paura di fallire, semmai il contrario: Il Filo/Gruppo Albatros di soldi ne ha moltissimi, lo dimostra il fatto che ogni santo giorno su Mediaset scorrano gli spot per accalappiare nuovi limoni da spremere per benino, per poi lasciarli in balia di loro stessi. Gli editori a pagamento chiedono il contributo all'autore per pubblicare il libro perché non vogliono rischiare, quindi accetterebbero – e di fatto accettano – anche chi non se lo meriterebbe. Per dimostrare quanto Il Filo sia "onesta", consiglio la visione di cinque video su YouTube (x, x, x, x, x): si tratta di un dibattito al Salone del Libro di Torino mediato da Costantino Margiotta di Zero91 a cui hanno partecipato Linda Rando, Andrea Malabaila di Las Vegas Edizioni e Giorgia Grasso di Il Filo.
» dire piccolo editore non è sinonimo di editore a pagamento. Sarebbe ora che qualcuno lo facesse notare alla cara ragazza che ha pubblicato quell'acozzaglia di opinioni, come le chiama lei. Vorrei sapere se realmente sa di cosa sta parlando o lo fa solo per dare fiato alla bocca, pardon fare esercizio alle dita, perché i piccoli editori non sono necessariamente a pagamento, anzi. I piccoli editori – ma poi si può fare una vera e propria distinzione tra editori piccoli, medi e grandi? Cosa fa grande un editore? – rischiano i propri soldi per gli esordienti, soprattutto quando questi lo meritano veramente, lo fanno perché amano i libri e amano il lavoro che fanno.
» la similitudine coatta essere obbligati a comprare i libri per vederli pubblicati è come dire l'autore può comprare il proprio libro quando è pubblicato vuol dire semplicemente che non si vuole capire e mettere il cervello in quello che si scrive/dice.
Il mio messaggio per Argeta è: svegliati, apri gli occhi o, se proprio non vuoi fare una di queste azioni, non dare informazioni sbagliate. I primi commenti entusiastici (tra cui uno totalmente illeggibile) che hai ricevuto sono il limpido segnale di quanto tu stia facendo disinformazione e non permetti alla gente di conoscere e avere altre fonti al di fuori della tua. Come ti è stato chiesto da più parti, fai nomi e cognomi, dai i link delle tue fonti/ricerche oppure fonda le tue opinioni (sempre che lo siano, a questo punto) su dati certi, valuta tu stessa, non andare avanti per sentito dire, perché come avrai potuto notare, non hai fatto una bellissima figura.
Vorrei porre la vostra attenzione su tre particolari:
» quel giusto per non andare in bancarotta è alquanto... utopistico: gli editori a pagamento non chiedono il contributo perché hanno paura di fallire, semmai il contrario: Il Filo/Gruppo Albatros di soldi ne ha moltissimi, lo dimostra il fatto che ogni santo giorno su Mediaset scorrano gli spot per accalappiare nuovi limoni da spremere per benino, per poi lasciarli in balia di loro stessi. Gli editori a pagamento chiedono il contributo all'autore per pubblicare il libro perché non vogliono rischiare, quindi accetterebbero – e di fatto accettano – anche chi non se lo meriterebbe. Per dimostrare quanto Il Filo sia "onesta", consiglio la visione di cinque video su YouTube (x, x, x, x, x): si tratta di un dibattito al Salone del Libro di Torino mediato da Costantino Margiotta di Zero91 a cui hanno partecipato Linda Rando, Andrea Malabaila di Las Vegas Edizioni e Giorgia Grasso di Il Filo.
» dire piccolo editore non è sinonimo di editore a pagamento. Sarebbe ora che qualcuno lo facesse notare alla cara ragazza che ha pubblicato quell'acozzaglia di opinioni, come le chiama lei. Vorrei sapere se realmente sa di cosa sta parlando o lo fa solo per dare fiato alla bocca, pardon fare esercizio alle dita, perché i piccoli editori non sono necessariamente a pagamento, anzi. I piccoli editori – ma poi si può fare una vera e propria distinzione tra editori piccoli, medi e grandi? Cosa fa grande un editore? – rischiano i propri soldi per gli esordienti, soprattutto quando questi lo meritano veramente, lo fanno perché amano i libri e amano il lavoro che fanno.
» la similitudine coatta essere obbligati a comprare i libri per vederli pubblicati è come dire l'autore può comprare il proprio libro quando è pubblicato vuol dire semplicemente che non si vuole capire e mettere il cervello in quello che si scrive/dice.
Il mio messaggio per Argeta è: svegliati, apri gli occhi o, se proprio non vuoi fare una di queste azioni, non dare informazioni sbagliate. I primi commenti entusiastici (tra cui uno totalmente illeggibile) che hai ricevuto sono il limpido segnale di quanto tu stia facendo disinformazione e non permetti alla gente di conoscere e avere altre fonti al di fuori della tua. Come ti è stato chiesto da più parti, fai nomi e cognomi, dai i link delle tue fonti/ricerche oppure fonda le tue opinioni (sempre che lo siano, a questo punto) su dati certi, valuta tu stessa, non andare avanti per sentito dire, perché come avrai potuto notare, non hai fatto una bellissima figura.
***
E dopo questa lunga parentesi, passiamo a cose ben più liete.
Il sito Il Portale degli eBook ha deciso di aprire una rubrica per tutti gli scrittori che vogliono cimentarsi (o già lo fanno) in una nuova avventura, cioè quella dei Web Book.
Ma che cos'è un Web Book?
Il sito Il Portale degli eBook ha deciso di aprire una rubrica per tutti gli scrittori che vogliono cimentarsi (o già lo fanno) in una nuova avventura, cioè quella dei Web Book.
Ma che cos'è un Web Book?
Un Web Book è un libro scritto da un autore che, periodicamente, pubblica i vari capitoli sul proprio sito web. Una sorta di book-in-progress che i lettori possono leggere di puntata in puntanta in tempo reale, mentre viene scritto.
(fonte: Il Portale degli eBook)
Per maggiori informazioni e per aderire, vi consiglio di leggere il post sull'iniziativa.
Io penso che ci farò un pensierino, magari sarebbe una bella sfida per il 2011 (visto che quella del 2010 è già in atto) ;)
Io penso che ci farò un pensierino, magari sarebbe una bella sfida per il 2011 (visto che quella del 2010 è già in atto) ;)
Eruannë.
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Link inerenti al post:
» Writer's Dream
» Editori a pagamento (non esistono) di Argeta Brozi
» I cinque video del dibattito al Salone del Libro di Torino: x, x, x, x, x
» Zero91
» Las Vegas Edizioni
» Il Filo/Gruppo Albatros
» Il Portale degli eBook
Link inerenti al post:
» Writer's Dream
» Editori a pagamento (non esistono) di Argeta Brozi
» I cinque video del dibattito al Salone del Libro di Torino: x, x, x, x, x
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» Il Filo/Gruppo Albatros
» Il Portale degli eBook