sabato 13 febbraio 2021

{Review Party} Il canto di Calliope

Buon sabato, miei cari svelatori di specchi!

Quest’oggi vi porto una nuova recensione per un Review Party davvero bello, su un libro molto interessante.
Sto parlando di

Autore: Natalie Haynes
Data di pubblicazione: 21 gennaio 2021
Casa editrice: Sonzogno
Genere: Storico, Mitologia, Drammatico
Pagine: 320
Prezzo: 18.00€
Quarta di copertina: Una donna sola corre nella notte, intorno a lei la sua città che brucia. Fuori dalle mura, la regina e altre sventurate attendono un destino che verrà deciso dai vincitori. È la caduta di Troia. Dieci interminabili anni di guerra sono giunti alla tragica conclusione, mentre le avventure dei protagonisti andranno a ispirare, nei secoli a venire, le opere di artisti e scrittori. «Cantami o Musa» invoca il sommo poeta Omero, che ha raccontato le gesta degli eroi. Ma Calliope, musa della poesia epica, questa volta è meno accomodante: è convinta che non tutto sia stato narrato, che qualcosa di fondamentale, legato alle figure femminili, manchi ancora per completare l’affresco. Se il bardo vuole che lei canti, allora lei canterà insieme a tutte le donne coinvolte nella grande tragedia. Dando voce a ciascuna di loro, Calliope prende in mano la storia e ce la racconta da una nuova prospettiva. Ecco Andromaca, Cassandra, Pentesilea, Clitennestra, che vengono alla ribalta, con i loro pensieri, con i complicati risvolti psicologici delle loro scelte, con la sete di vendetta, la solitudine, la dignità di fronte alla morte. E poi tutte le altre, da Penelope a Briseide, da Creusa a Ifigenia, dalle troiane che, vinte, saranno rese schiave, alle greche che attendono il rientro dei loro uomini, senza dimenticare le capricciose divinità che governano le sorti dei mortali. Attingendo alle fonti antiche, anche le meno note, Natalie Haynes rivisita una delle più grandi narrazioni di tutti i tempi, facendoci palpitare di commozione accanto alle leggendarie eroine, e trasmettendoci il sentimento vivo di come la guerra di Troia e la sua epopea appartengano alle donne non meno che agli uomini.
Voto: 


Da qualche tempo, ormai, avrete capito che la mitologia greca è entrata prepotentemente tra i miei interessi dell’ultimo periodo, quindi la lettura de Il canto di Calliope è capitato proprio nel momento giusto (sessione invernale a parte, ovviamente).

La Haynes è riuscita a descrivere le sensazioni, i sentimenti e i vissuti delle donne che sono state coinvolte nella guerra di Troia.
All’interno del libro ritroviamo, quindi, Calliope, che apre la storia con commenti non proprio entusiastici per essere la musa dei cantori, le troiane, Penelope, Pentesilea, Briseide, Criseide, Teti, Afrodite, Era, Atena,… insomma tutte, ma proprio tutte, quelle donne che hanno vissuto in prima persona o per riflesso la guerra di Troia e che, in qualche modo, avevano qualcosa da dirci.

La guerra entra nelle case, nei letti di queste donne, le sconvolge e travolge, nessuna di loro rimane immune e ognuna di loro racconta un pezzetto della vicenda da diversi punti di vista.
Ci sono i punti di vista di chi, come le troiane, subisce tutto questo e si ritrova a dover far fronte alla solitudine causata dalla perdita dei propri mariti, prima, e dalla disgregazione del gruppo poi, rese schiave dai greci e portate ognuna in un luogo diverso, come trofei di guerra.
Anche le dee, le ninfe e le muse hanno dato il loro contributo, chi dando il via alla guerra e chi subendola, apparentemente restando in disparte.
C’è la disputa per decretare la più bella e che solo in apparenza è la causa scatenante la guerra di Troia, ma andando più a monte si scopre che il pomo d’oro è entrato in gioco per colpa di Eris, che ha voluto mettere zizzania tra Afrodite, Era e Atena, sapendo che non avrebbero potuto resistere a una sfida tra loro.
Ma chi era la vera proprietaria di quel pomo d’oro? E chi ha dato davvero il via, quindi, alla guerra che ha sconvolto per dieci lunghi anni il mondo greco?

Le parti che mi sono piaciute di più (a parte quelle delle dee) sono senz’altro quelle di Penelope, la donna custode della casa a Itaca, fedele al marito per vent’anni, colei che ha usato l’astuzia e non si è lasciata ingannare da niente, neanche dai canti e dai racconti che le giungevano e che davano per morto Odisseo.
I capitoli dedicati a Penelope sono in forma epistolare, lettere a Odisseo, che lo rimproverano per essere tanto intelligente e furbo quanto bramoso della fama. Lei non si risparmia dei commenti aspri e pungenti, sarcastici, a ciò che le viene raccontato da altri.
Non si perde d’animo. Aspetta e medita, spera e non si arrende ai vari pretendenti, nonostante questi siano avvenenti. In cuor suo sa che prima o poi Odisseo ritornerà a Itaca e libererà la propria casa dalla carne fresca e giovane che si è stabilita lì in attesa che lei capitoli e scelga un pretendente.

Il canto di Calliope è un libro denso e riflessivo, conduce il lettore nella storia, lo fa entrare nelle menti delle varie protagoniste di ogni capitolo, fa capire quanto la guerra segni le persone e che non ci sono né vincitori, né vinti.
L’immagine della donna che aspetta il ritorno del marito e spera di riaverlo tutto intero è pura utopia, anche Penelope si rende conto che Odisseo avrà comunque perso parte di se stesso in quella guerra e, soprattutto, nel viaggio che ha compiuto per tornare a casa.
Abbiamo esempi di donne forti, indipendenti, che vogliono lottare per la propria libertà e per quella delle figlie, sorelle, nipoti. Non si danno per vinte se non di fronte alla morte che le attende.
È un inno al vero femminismo, quello fatto dalle donne del passato, che lottavano principalmente per la vita e che anche quando la tolgono lo fanno esclusivamente per vendetta, perché è stato sottratto loro qualcosa (è l’esempio di Clitennestra, che uccide il marito per vendicarsi del sacrificio di Ifigenia, che lui ha compiuto dieci anni prima per avere il favore degli dei in guerra).
Sono donne che, anche in schiavitù, hanno una dignità e pretendono di avere un posto nella storia, perché sono importanti al pari degli uomini che in quella guerra hanno combattuto e sono morti.

Consiglio questo libro a chi ama la mitologia greca, ma vuole anche un punto di vista diverso della storia e degli avvenimenti che sono giunti fino a noi grazie a Iliade e Odissea.
Lo consiglio anche a chi vuole riscoprire un femminismo diverso da quello che viene sbandierato negli ultimi anni, forse sarà un po’ vecchio stampo, ma che a mio avviso dovrebbe essere ripreso.

Perdonate la recensione un po’ scarna, vi posso assicurare che il libro mi è piaciuto davvero tanto e ringrazio la Sonzogno per avermi dato la possibilità di leggerlo e Valeria per avermi inclusa nel review party.
Come al solito qui sotto vi lascio il banner e i link agli altri blog del RP, andate a leggere e commentare anche le loro recensioni, perché sono davvero interessanti.


» The Mad Otter
» This Lady of the Books
» L’antro di Aredhel
» La lettrice sulle nuvole
» Sylexlibris

Vi ringrazio per l’attenzione e spero di non avervi annoiati con questa recensione, fatemi sapere nello spazio commenti cosa ne pensate del libro o, più in generale, della mitologia greca e del fatto che negli ultimi anni siano approdati in libreria tanti libri su questo argomento.
Vi auguro una buona serata e buone letture,
Annette.

sabato 30 gennaio 2021

{Saturday Review} Eroi. Le grandi saghe della mitologia greca

 

Buon sabato, miei cari svelatori di specchi!

Finalmente riesco a scrivere e postare questa recensione, che ho tra le bozze da circa un mese, ma che mi ha bloccata parecchio.
Ho finito il libro in questione durante la End of the Year Challenge di Bookish Games, un profilo IG che indice divertenti e accattivanti maratone di lettura. Io avrei voluto finire più di qualche libro che avevo iniziato durante il 2020, ma mi sono un po’ incartata, soprattutto a causa dello studio.
Ma veniamo al libro in questione, ovvero Eroi.

Titolo: Eroi. Le grandi saghe della mitologia greca
Autore: Giorgio Ieranò
Data di pubblicazione: 24 ottobre 2013
Casa editrice: Marsilio
Genere: Saggio, Mitologia
Pagine: 255
Prezzo: 9.90€ (preso insieme a un altro libro)
Quarta di copertina: La sfida col Minotauro nel labirinto, la testa tagliata di Medusa, l’impresa degli Argonauti, Orfeo che scende nell’Aldilà per salvare la donna amata: i miti eroici dell’antica Grecia sono un caleidoscopio di racconti infiniti e stupefacenti. Ma anche un repertorio di favole orrende e bizzarre. Medea che uccide i suoi stessi figli. Edipo che ammazza il padre e poi si unisce con la madre. Eracle che abbandona le sue fatiche per ingozzarsi di arrosti e di dolci. Teseo che, invece di salvare le fanciulle, le stupra. L’eroe greco aveva molti lati oscuri. Era una creatura smisurata, un essere prodigioso, eccessivo nel suo furore e nelle sue passioni. E non sempre era arruolato al servizio del Bene: stava piuttosto oltre il Bene e il Male, oltre tutte le regole e le leggi dell’umano. Era venerato come lo sono oggi i nostri santi patroni. Si raccoglievano le sue reliquie, si portavano offerte sulla sua tomba. Ma soprattutto ci si divertiva a raccontare le sue imprese in forme sempre diverse e sempre nuove. Nei miti eroici si trova la matrice di tutte le narrazioni future. Ci sono amori, avventure, intrighi, prodigi, mostri. Ci sono viaggi fino alla fine del mondo e love stories che sfidano anche la morte. Tutto quello che ancora oggi ci appassiona e ci commuove quando leggiamo un romanzo o guardiamo un film, i greci lo avevano già narrato nei loro miti.
Voto: 


Dopo mesi, finalmente, sono riuscita a concludere la lettura di questo libro davvero interessante.
Come ho detto quando l’ho comprato (insieme agli altri libri dello stesso autore), io ho sempre avuto un debole per la mitologia, sarà perché è un qualcosa che fa parte della nostra storia comune o, più semplicemente, le storie raccontate mi affascinano tantissimo.

Questo libro è davvero interessante: ogni capitolo è dedicato a un eroe o a un personaggio della mitologia greca, che non sempre viene descritto nel modo corretto.
Ieranò pareggia i conti, ridà dignità e la giusta prospettiva a personaggi che solitamente vengono tralasciati o esasperati.
I personaggi citati, raccontati, analizzati in questo libro sono:
• Giasone;
• Medea;
• Minosse;
• Teseo;
• Arianna;
• Perseo;
• Eracle;
• Edipo;
• Antigone;
• Orfeo;
• Achille e Ulisse.

In ogni capitolo viene presentata la storia del personaggio principale, dell’eroe, raffrontata anche a tutto il resto della mitologia, vengono prese in considerazione le varie relazioni che ognuno di loro ha con gli dei, con il sovrannaturale e con altri personaggi che incontrano sul cammino.
Le storie non sono mai superficiali, ma vanno a fondo, ripercorrono la genealogia di ogni eroe, andando anche a prendere in esame gli antenati (più o meno) comuni.
Grazie ai vari capitoli conosciamo a fondo i personaggi che ne sono protagonisti, e iniziamo a capire perché hanno fatto determinate scelte, cosa li ha spinti a compiere quelle azioni per cui sono tanto famosi.

Non mancano tradimenti e sotterfugi, amori e passioni, proprio perché ogni eroe, prima di essere tale, è un uomo o una donna con dei sentimenti e dei bisogni (più o meno manifesti).
C’è da notare come in qualche modo tutti gli eroi descritti siano più o meno imparentati tra loro anche grazie a Zeus, che si è donato come se non ci fosse un domani e ha procreato a destra e a manca, per la gioia della sua consorte.

Il capitolo che mi ha colpita di più è senz’altro quello di Edipo.
Non so perché mi sia rimasto particolarmente impresso, sarà perché racconta la sua storia nuda e cruda, senza intenti psicanalitici, facendo però riferimento ad alcuni autori greci che ne hanno parlato diffusamente nelle loro opere.
Di Edipo ne sono state raccontate di ogni specie, soprattutto da quando Freud ha parlato del complesso edipico, peccato che la storia a giustificazione di quest’ultimo altro non sia che una fatalità e non intenzionale.
Ieranò lo spiega molto bene e fa chiarezza su Edipo e la sua storia, dicendo anche che ormai Freud è superato (grazie, l’ho sempre pensato anch’io!).
Tra l’altro, piccola chicca che mi è successa dopo aver finito la lettura di Eroi, ho trovato su Goodreads un aggiornamento di una delle persone che seguo, riguardo La morte della Pizia, un libretto davvero interessante di Friedrich Dürrenmatt che ho letto in una manciata di ore e che vi straconsiglio (qui trovate la mia mini-recensione).

Di Ieranò, come ho già detto, ho comprato Gli eroi della guerra di Troia e Olympos, perché ho visto che la mitologia – greca, romana, norrena, ecc. – mi piace sempre tantissimo e sono davvero curiosa di leggere gli altri saggi di questo autore.
Trovo che fare un passo indietro nel tempo, ogni tanto, sia salutare anche e soprattutto per ricalibrare le proprie idee, per dare nuovo slancio ai propri interessi e per ampliare le proprie conoscenze riguardo i vari argomenti.
Uno degli obiettivi che mi sono prefissata per questo 2021 è quello di leggere più romanzi o libri storici più in generale, sia perché la storia è una delle mie materie preferite, sia per capire meglio alcuni avvenimenti importanti. Dare uno sguardo al passato ogni tanto è salutare, magari può aiutare più di qualcuno a rivedere il proprio presente e a ripensare a cosa vuole diventare in futuro.
Certo, un libro non basta per fare questo, ma partire dalla mitologia è sempre un buon punto per proseguire su questa strada.
Non sono portata per la filosofia e i ragionamenti astratti, quindi mi fermo qui, che è meglio.

So che questa recensione non è molto lunga, chiedo venia, comunque vi consiglio il libro, perché è davvero interessante e dà numerosi spunti di riflessione sui più disparati argomenti.
Vi ringrazio per l’attenzione e per aver letto tutto, lo spazio commenti è come sempre a vostra disposizione, attendo i vostri messaggi riguardo questo libro e la mia recensione.

Non mi resta che augurarvi un buon fine settimana e buone letture!
Annette.

sabato 23 gennaio 2021

{Review Party} Sorcery of Thorns

Buon anno nuovo, miei cari svelatori di specchi!
Lo so, sono passati giorni e giorni dall’inizio dell’anno e ho in bozze alcuni post in cui vi parlo di altri libri, ma è sopraggiunto una specie di blocco del recensore e quindi il blog è rimasto un po’ bloccato.
Ma oggi è finalmente il giorno in cui il blog riprende vita, perché vi voglio parlare di un libro che ho letto in anteprima proprio a inizio anno (anche se il primo libro che ho letto è stato Il Piccolo Principe in friulano) e che… no, non vi anticipo nulla di ciò che dirò nella recensione vera e propria.

Il libro in questione è:

Autore: Margaret Rogerson
Data di pubblicazione: 19 gennaio 2021
Casa editrice: Mondadori
Collana: Fantastica
Genere: Fantasy
Pagine: 444
Prezzo: 22.00€
Quarta di copertina: Trovatella allevata in una delle Grandi Biblioteche di Austermeer, è cresciuta in mezzo agli strumenti della stregoneria: grimori magici che sussurrano e sferragliano catene. Se provocati, si trasformano in mostri inquietanti di cuoio e di inchiostro. Ciò cui Elisabeth ambisce è diventare una guardiana, incaricata di proteggere il regno dalle minacce della magia.
Il suo disperato tentativo di impedire l’atto di sabotaggio che libera il grimorio più pericoloso della biblioteca finisce per ritorcersi contro di lei: ritenuta coinvolta nel crimine, viene condotta nella capitale, in attesa di interrogatorio. L’unica persona su cui può fare affidamento è il suo nemico di sempre, il Magister Nathaniel Thorn, con il suo misterioso servitore; ma tutto sembra intrappolarla in una congiura secolare, che potrebbe radere al suolo non solo le Grandi Biblioteche, ma anche il mondo intero.
A mano a mano che la sua alleanza con Nathaniel si rafforza, Elisabeth inizia a mettere in discussione tutto quello che le hanno insegnato sui maghi, sulle biblioteche che ama così tanto, e soprattutto su se stessa. Perché Elisabeth ha un potere che non avrebbe mai sospettato, e un destino che non avrebbe mai potuto immaginare.
Voto: 




Ormai sapete che quando si tratta di fantasy, io non mi tiro indietro, è uno dei miei generi preferiti e mi fa sempre piacere leggere qualcosa di nuovo e interessante.
Sorcery of Thorns mi ha subito attirata per la trama, perché mi piaceva molto l’idea dei libri, o meglio dei grimori, che ne dà la Rogerson.

Ma andiamo con ordine: il libro racconta la storia di Elisabeth, un’aspirante guardiana della Grande Biblioteca di Summershall, dove è stata accolta fin da piccola, luogo in cui vengono tenuti dei libri molto particolari, i grimori, che possono trasformarsi in mostri, Malefict, pronti a scatenare i propri poteri.
La vita di Elisabeth cambia radicalmente una notte in cui si sveglia di soprassalto, trova la Direttrice della biblioteca assassinata e il grimorio che aveva aiutato a mettere nella camera blindata trasformato in Malefict, libero di scorrazzare e, perché no, uccidere guardiani, aspiranti e chiunque trovi sul proprio cammino.
Subito Elisabeth viene accusata di aver liberato il Malefict (poi ucciso da lei stessa) seminando il panico, di aver ucciso la Direttrice (la persona che l’aveva cresciuta) e di aver trafficato con la magia, cosa assolutamente proibita per apprendisti e guardiani.
A nulla valgono le sue proteste e le sue giustificazioni, viene prima rinchiusa nelle segrete della biblioteca e poi scortata a Brassbridge per l’interrogatorio ufficiale. Ad accompagnarla in questo primo viaggio lontano da quella che è stata la sua casa, saranno Nathaniel Thorn e Silas.

Devo dire che la prima parte del libro mi ha presa poco. È stato interessante leggere e scoprire il mondo che fa da sfondo alla storia, ma ho sempre avuto la sensazione che mancasse qualcosa, che non ci fosse il giusto appiglio per appassionarmi fino in fondo. E i personaggi secondari sono solo abbozzati, o solo bianchi o solo neri, privi di sfumature e ben poco inclini a rimanere impressi nel lettore.
È indubbio che Elisabeth cambi durante tutto il libro, metta in discussione le proprie certezze e si apra a ciò che ha sempre temuto e che le hanno insegnato a temere. Questo è senz’altro un ottimo spunto.
Ma ho trovato il suo personaggio a tratti infantile, a tratti poco sveglio, salvo poi maturare, per fortuna. Un vero peccato che la protagonista non sia sempre all’altezza della situazione (meglio che non sia la classica Mary Sue, sia chiaro).

La storia non è affatto lenta, gli avvenimenti si susseguono senza sosta, i capitoli sono brevi (rispetto a quelli di Harry Potter, per esempio, sono piccolissimi), ma i colpi di scena non sono così incisivi come ci si aspetterebbe.
Purtroppo si capisce praticamente subito chi abbia il ruolo del cattivo, dell’antagonista e quando si arriva a un determinato punto del libro, il lettore non è poi così sorpreso di trovarselo davanti.
Tuttavia, questo non rende la lettura meno interessante, soprattutto per ciò che riguarda il motivo che spinge il cattivo ad agire (non voglio spoilerare più di tanto, quindi sono molto criptica, chiedo venia).

Si può dire che biblioteche e libri siano altri personaggi egregiamente inseriti nell’ambientazione della storia.
Mi è piaciuta molto l’idea che non siano del tutto inanimati, anche se, nel momento in cui dovessero trasformarsi in Malefict, non sono proprio così amichevoli.
L’idea che ne danno all’inizio i guardiani delle biblioteche è profondamente sbagliata e, man mano che si va avanti con la lettura, si capisce che anche i grimori più pericolosi, alla fine non sono così spaventosi… se li si sa prendere nel mondo giusto.
In questo Elisabeth si rivela molto brava, anche grazie al fatto di aver sempre vissuto in una biblioteca, di aver letto (anche di nascosto) e di provare un profondo affetto per i libri. Quest’ultimi riconoscono in lei un animo pulito, che non vuole affatto far loro del male.

È giunto il momento di introdurre brevemente anche Nathaniel Thorn e Silas. Chi ha già visto qualche fanart sul libro, sono sicura che non vedeva l’ora.
Nathaniel è un ragazzo poco più grande di Elisabeth, è un Magister e pratica la magia. Ci viene descritto come un ragazzo duro e ostinato, e lo è a causa principalmente del proprio passato (sembra che chi non soffra da piccolo, non possa esistere nei libri), quando ha perso tutta la famiglia e gli è rimasto solo Silas.
Silas è il tuttofare di Nathaniel, maggiordomo, cuoco, cocchiere,… e chi più ne ha più ne metta.
È una figura molto ambigua, perché fin da subito veniamo a conoscenza della vera natura di questo personaggio e del perché sia al servizio di casa Thorn (anche la casa a un certo punto diventa un personaggio davvero interessante!).
Secondo voi, di chi si innamorerà Elisabeth?

Una cosa che non mi ha convinta del tutto, però, è il fatto che ci sia sempre perennemente un deus ex machina per cui Elisabeth si salva e/o viene aiutata nei momenti più disparati.
Ho trovato questo particolare ben poco credibile, anche se ha reso il libro un po’ più rapido e senza troppi intoppi.
Tuttavia ci sono alcuni punti che io avrei eliminato totalmente, parti intere che servono a poco ai fini della trama e che potevano benissimo essere raccontate a posteriori o descritte in altro modo.

Il libro in sé è una piacevole lettura (altrimenti non gli avrei dato 4 specchi, per fortuna si è risollevato dopo la metà) e può essere un buon punto di partenza per qualcosa di più articolato e interessante, anche con altri protagonisti, perché il mondo creato dalla Rogerson è molto credibile e sfrutta il fattore magico in modo interessante.
Ve lo consiglio se siete alla ricerca di qualcosa di leggero da leggere, soprattutto se non volete imbarcarvi in una nuova saga (questo è autoconclusivo, anche se forse lascia uno spiraglio ad altro).

Ringrazio la CE per avermi dato la possibilità di leggere in anteprima il libro e Franci del blog Coffee and Books che ha organizzato questo review party e le altre ragazze che in questi giorni hanno pubblicato e pubblicheranno le loro recensioni.
Vi lascio qui sotto il banner con le varie tappe e i link degli altri blog, così potrete andare un’occhiata anche da loro e scoprire gli altri pareri.


» Down the rabbit hole
» Chronicles of a bookhaolic
» I miei sogni tra le pagine
» La lettrice sulle nuvole
» Coffee and Books
» Librintavola

Credo di avervi detto tutto, se volete chiedermi qualcosa di più specifico su qualcosa, lo spazio commenti è a vostra disposizione.
Vi ringrazio per l’attenzione e per essere arrivati fino a qui, non mi resta che augurarvi una buona settimana e buone letture!
Annette.