domenica 5 luglio 2009

{Recensione} L'ombra della letteratura (La strada che scende nell'Ombra)


Mi è capitato tra le mani (o meglio, sotto gli occhi) il prologo del nuovissimo libro di Chiara Strazzulla. Non so quanti di voi la conoscano (quelli che bazzicano anche su Gamberi, Baionette, Infiniti Sentieri e altri blog del genere  l'avranno “incontrata” di sicuro), comunque per chi non l'abbia ben presente è l'autrice di un altro capolavoro fantasy edito da Einaudi, Gli Eroi del Crepuscolo. Quest'ultimo è stato un fenomeno (?) della passata stagione, tanto che pare abbia venduto 40.000 copie (??).
Ora, già l'Einaudi che punta su una diciottenne per promuovere il fantasy mi sembra un'esagerazione, ma se poi contiamo anche che la signorina, più che scrivere, "starnutisce" (lei stessa ha detto che scrivere è come starnutire), allora c'è da preoccuparsi.

Ma torniamo al prologo del secondo volume della trilogia, e cioè di La strada che scende nell'Ombra.
La prima impressione appena letto? Una lista della spesa interminabile.
La seconda? Troppo prolisso e narrazione a scatti.
La terza? Spero che il resto del libro non sia così, altrimenti si salvi chi può.
E mi fermo qui, altrimenti anch’io faccio una lista della spesa.

Andiamo con ordine: prima del prologo vero e proprio si ha una specie di cronaca di cosa sta accadendo in un mondo non meglio identificato, dove le terre hanno i nomi dei popoli che le vivono, ad esempio Terra Elfa, Terra Nana e via discorrendo. A mio avviso tutti questi nomi sono ridicoli, ma è un mio parere personale che non deve contare più di tanto.

Il prologo sembra sia la lista della spesa di mia madre sia la Genesi (che è stata ripresa anche da Tolkien nel Silmarillion), e questa cosa mi ha fatto storcere parecchio il naso. Insomma stai scrivendo fantasy, perché devi andare a riprendere cose e idee già avute da altri? Va bene, il tuo mito è Tolkien, ma non vedo perché lo si debba copiare così spudoratamente; nel primo libro (e anche in questo) c'è la Compagnia che intraprende un viaggio, questo non è stato copiare spudoratamente Tolkien? In questo il prologo è identico ad altri, cambiano solo alcune piccole cose, che senso ha?
Piccolo appunto, prima di continuare: la cara Strazzu, comunque, si ritiene un po'(?) sopra le parti e si permette di riprendere in toto idee avute già da altri (appunto personale nell'appunto: tesoro, a dispetto di quello che pensi, questo si chiama plagiare, non «tributo a Tolkien»), ammettendo che non fa nulla di male, ma che «già i Latini lo facevano», perché «la letteratura non deve essere originalità a tutti i costi» e anche Omero ha ripreso situazioni, canoni, stili e altro da letterature precedenti. Questo, però, non vuol dire che sia una cosa permessa a tutti, visto che lei non ha messo niente di «nuovo, brillante e divertente da qualcosa già visto». E paragonarsi ad autori Greci e Latini è eccessivo anche per una diciottenne.

Ma andiamo avanti, mi sono già persa troppo. Se poi andiamo a vedere il prologo vero e proprio ci troviamo brutture del genere:
In principio c’era il grande Mare di Fiamme, infinito in ogni direzione, e nel mezzo del Mare di Fiamme l’isola beata di Adhon-dil, con le sue spiagge bianche e le torri d’oro e le vette alte da non poterne vedere la cima, sede dei Dodici Dèi.
Quando ho letto questo pezzetto mi sono chiesta se realmente il panorama italiano non possa offrire di meglio. Poi ho ripensato a Cecilia Randall e mi sono detta che in Italia c'è di meglio.
L’editor che ha rivisto (sempre che ci sia stato un lavoro di editing) questo libro non ha pensato che avrebbe potuto consigliare di eliminare un “Mare di Fiamme” di troppo? Forse si è addormentato dopo aver letto la prima lista della spesa e qui non si è ripreso abbastanza in fretta?

Proseguendo con la lettura troviamo la descrizione del ricco Pantheon creato dalla nostra Strazzu e anche qui l'originalità si spreca, ma purtroppo gli elementi sono quattro, gli dei greci e latini avevano gli stessi poteri e lei si è rifatta a loro, no?
E qui, in queste belle descrizioni caratteriali, nonché nei dialoghi, troviamo mille impedimenti alla lettura, fatti di tante piccole "e" sfuggite al controllo della grande diciottenne. Un piccolo esempio:
Darlyon, dio della parola e delle arti, che parla con le voci di tutti i canti e di tutte le storie, e sa tutte le lingue di tutte le cose viventi e non.[...]
Sirna, dèa madre della terra, il cui ventre genera la vita, signora di tutte le cose che nascono, e crescono, e respirano del suo respiro.[...]
Nadaret, dèa del pianto, che sanguina per tutti i mali e segue in lutto i cortei di battaglia, e sconta con la sua pena le colpe di tutti i mortali.[...]
Al principio gli dèi vivevano nell’isola beata in mezzo al Mare di Fiamme la loro vita immortale, e avevano lì i loro troni e la loro dimora, e un secolo era per loro meno che un attimo;[...]
– Signore, se faremo il mondo, verranno le Genti ad abitarlo, e verrà il male a corromperlo e a nascondersi nelle sue ombre, e ci saranno guerre e morte, e odio e sofferenze, e molte cose buone saranno distrutte mentre cose malvagie sorgeranno, e nulla di questo si potrà evitare.[...]
Altra questione è quella delle descrizioni con parole altisonanti che rallentano la lettura, come se le "e" non avessero fatto abbastanza danni. Tutte le descrizioni del prologo sono assolutamente inutili, scritte in quel modo, e rendono tutto ancora più prolisso, impedendo il proseguo della lettura.
Un esempio per tutti:
Poi Lilya e Sirdar si recarono al cospetto di Anman, e lo trovarono assiso sul suo alto seggio bianco, sulla fronte una corona intrecciata di fili d’acqua e di fuoco, lo scettro del potere stretto in pugno.
Ma era troppo difficile scrivere una cosa tipo:
Poi due di loro si recarono da Anman, seduto al suo seggio alto e bianco, sulla sua fronte c'era una corona di fili d'acqua e fuoco intrecciati e lo scettro del potere in mano.
Non mi soffermo oltre sul prologo perché rischio di ripetermi e l'ultima cosa che mi sento di dire è che, come altri, anche questo libro avrebbe bisogno di un editor vero, non di uno che si addormenta dopo due righe o che non sa leggere. Non so quanto possa essere originale (= «nuovo, brillante e divertente da qualcosa già visto») un libro che già in partenza copia da altri autori e di cui l'autrice si considera al pari di geni greci e latini.
A me il prologo è più che bastato per farmi un'idea di come scriva la cara Strazzu e che a questo punto il suo stile non faccia per me, visto che considera il lettore non come un suo pari, ma come qualcuno da prendere per i fondelli.

A un mio amico sono sorte spontanee alcune domande, dopo la lettura di questo grande capolavoro:
  1. Ma allora dove ci troviamo? In un qualche universo parallelo? Aldilà? Salotto di casa mia?
  2. Il dio dell'acqua può uscire dall'isola o evaporerebbe?
  3. Se questi sono dèi, cos'è questo "male" che corromperà le genti? Un'entità superiore?
  4. (Considerazione) "Lilya donò al mondo il tempo" ma allora dillo che questi vivono in uno spazio senza tempo, ma non può scrivere di tizi che vivono in mezzo al fuoco e su un'isola e poi dire che il mondo non esiste, cioè, deve spiegare le cose.

Continua a starnutire, cara Strazzu, prima o poi arriverà lo starnuto giusto e riuscirai a fare qualcosa di decente.


Edit del 2 agosto 2009: In QLibri network questo libro ha valicato i confini del fantasy e, chissà come, è diventato un libro di fantascienza*; la "recensione" riportata (un misto tra la quarta di copertina e qualche dichiarazione fatta dalla Strazzu) mi dà l'impressione che questo libro sia, ancora una volta, una brutta (bruttissima) copia de Il Signore degli Anelli di Tolkien. Ancora un omaggio al Professore o un ennesimo plagio?


*La sezione sarebbe "Fantascienza e fantasy", peccato che quando uno effettui una ricerca anche il fantasy diventa fantascienza. Certo che quelli di QLibri aiutano i lettori ad avere le idee molto chiare.

Eruannë.
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Link inerenti al post:
» Il blog della Strazzu
» Gamberi Fantasy
» Baionette Librarie
» Infiniti Sentieri
» plagio su Wikipedia
» video della Strazzu su Repubblica.it
» "recensione" di QLibri

giovedì 2 luglio 2009

{Recensione} Il Guardiano del Fantasy (Moribito)

Qualche settimana fa ho finito di leggere sia Hyperversum, del quale presto potrete leggere il mio parere, sia Moribito – Il Guardiano dello Spirito.

Quarta di copertina: Bella, terribile, profondamente esperta nelle arti marziali, Balsa è una guerriera. Attraversa il paese con una missione da compiere: salvare vite, proteggere adulti e bambini, per riscattare un passato pieno di ombre e di sangue. Mentre si dirige verso la città di Nuova Yogo, Balsa assiste a un incidente: il figlio secondogenito del Mikado, l’imperatore, precipita nel fiume in piena. Senza esitare, Balsa si tuffa per soccorrerlo. E quando riemerge con il suo prezioso fardello, il suo destino prende una svolta drammatica: la madre del ragazzo, la Seconda Regina, le rivela con le lacrime agli occhi che lo stesso imperatore sta tramando per uccidere il figlio, posseduto da un demone che minaccia il regno intero.
Balsa accetta la nuova missione: portare via il giovane Chagum, proteggerlo dai sicari che lo inseguono. E svelare il mistero di un’antica profezia, che racchiude in sé la vita e la morte della terra stessa. Un romanzo epico e avventuroso sullo sfondo di un Giappone medievale, dove le forze della natura si incarnano e segnano il destino dei mortali.

Parere personale: Non ho problemi a dire che questo sia il libro più originale e bello che abbia letto nell'ultimo periodo (sempre insieme a Hyperversum).
L'autrice, Nahoko Uehashi, ha creato il suo mondo rifacendosi anche alla cultura e allo stile di vita del suo Paese, il Giappone, e il libro si può considerare una variazione al Medioevo giapponese. I luoghi, le situazioni, la lingua e tanto altro, invece, sono frutto della fervida immaginazione di Nahoko.
Il libro è il primo di una serie di dieci, scritti tra il 1996 e il 2008, e sono stati ripresi in una serie di anime e manga, già visti in patria, e da un radio drama. Insomma Moribito è stato un vero e proprio fenomeno e spero di poter vedere l'anime presto anche qui in Italia (magari non in un canale del digitale terrestre, pare infatti che Cartoon Network ne abbia comprato i diritti).
Anche se è un libro inserito nel catalogo per ragazzi della Salani, è adatto a tutte le età ed è leggibile da chiunque, non è affatto lungo, si legge in poco tempo e i capitoli sono piuttosto brevi, ma ricchi di contenuti. I personaggi non sono stereotipati, anzi, sono sempre ben descritti e hanno sfumature di carattere molto particolari. Al di là della protagonista, il mio personaggio preferito è Torogai, la maga che in certi casi prende in giro i Sapienti delle Stelle e li fa sembrare dei poveri idioti. Ma non preoccupatevi, anche tra loro c'è chi si salva e riesce a capire come... risolvere il piccolo problema accorso al secondo figlio del Mikado.

Mi auguro che questa serie di libri possa avere successo anche da noi, perché il primo merita veramente e sarebbe un peccato se cadesse nel dimenticatoio, come capita a tanti altri fantasy che sono surclassati da cose assurde.
Il fantasy giapponese, come anche quello di altri Paesi, può e deve avere largo spazio anche da noi, perché gente come Nahoko, con cultura, talento e originalità, di sicuro c'è, basta solo cambiare alcune cose in certe case editrici e aprire le porte a chi davvero merita di essere pubblicato.
E dopo anche questa tirata sulle case editrici che non fanno un lavoro adeguato, che non c'entra molto con il mio parere personale al libro, spero che sempre più gente legga questo piccolo gioiello giapponese e che si sappia apprezzare l'originalità dell'autrice.

Voto: ★★★★★
Eruannë.
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Link inerenti al post:
» Moribito sul sito della Salani
» Moribito su Wikipedia inglese
» Nahoko Uehashi su Wikipedia inglese
» info di Moribito su un forum

mercoledì 1 luglio 2009

Delle fasce d'età

Nota: Mi scuso con chi ha avuto la discussione con me su msn, perché nel post divulgherò alcune frasi della conversazione, ma ritengo che l'argomento possa essere affrontato anche pubblicamente in questo luogo. Naturalmente tutto ciò che trovate scritto qui non è riferito direttamente o indirettamente all'autrice, ma quella conversazione è stata semplicemente lo spunto per questo post.

Ritorno dopo due mesi su questi lidi per parlare di un argomento che mi sta particolarmente a cuore, anche viste le discussioni che ho avuto via msn con un’autrice che tenta di sfondare nel grande mondo della letteratura, cioè cerca di pubblicare il suo primo libro.
Qualche tempo fa mi ha contattata per farmi leggere (e correggere eventualmente) un pezzo del suo secondo libro, ancora in fase di scrittura, e diciamo che sono rimasta pressoché sconvolta dalla leggerezza con cui vengono trattati i temi della violenza sessuale e della violenza fisica (omicidio) all’interno di quella paginetta che ho letto.
Ne ho parlato con l’autrice, visto che avevamo la conversazione msn aperta e ne è seguita una lunga discussione su cosa sia giusto e cosa meno far leggere.

Partiamo dal presupposto che le abbia chiesto a che target di persone fosse destinato il libro.
Risposta: “a tutte le età, a chiunque voglia leggerlo”.

Da questa risposta mi sento di fare una considerazione (mia personalissima opinione):
un libro con della violenza “gratuita” non può essere considerato per tutte le età, in quanto direi che un bambino che si trova davanti la scena non capisce il vero messaggio che vuole trasmettere l’autrice, ma ne resterà almeno un po’ sconvolto. Ho fatto l’esempio, con l’autrice, che ormai la maggior parte dei libri fantasy viene inserita, sbagliando, nella fascia d’età dagli 11 anni in su e che il suo libro, dal mio punto di vista, non rientrava in quella, ma, per dirla con i rating dei siti di scrittura, rientrava più o meno in una categoria NC17 (vietata ai minori di 17 anni).
Risposta: “i bambini prima sanno come va il mondo, meglio è”.

Secondo me non è una cosa da dire, perché i bambini di adesso possono sapere tutto anche solo vedendo un telegiornale, ma non si può pretendere che leggano un libro che riporti fedelmente la realtà, anche se può essere il libro più educativo di questo mondo.
La funzione dei libri è sì educare, ma è anche dare un momento di svago e spensieratezza a chi li legge.
Molte volte ho il brutto vizio di immedesimarmi in un possibile lettore di età inferiore ai 12 anni, questo perché, lavorando con i bambini ed essendo ancora un po’ bambina dentro, mi viene spontaneo. Forse sbaglio, ma sono ancora convinta che i bambini, soprattutto della fascia 8-12 (anche se non si può più parlare molto di bambini, ma di ragazzi) abbiano bisogno di letture adatte a loro, non infarcite di scene violente.
Ci sono casi e casi, su questo non si discute, ma sono più che convinta che la maggior parte dei ragazzi a 11 anni non voglia leggere di cose che potrebbe vedere tutti i giorni o, da un'altra parte, ignorarne completamente l'esistenza. Senza contare che la fascia 8-12 dovrebbe (e uso il condizionale, perché c’è sempre una piccola parte di quei bambini che è più “sveglia”) avere ancora un minimo di innocenza, quindi scene come quella che ho letto in un libro “per tutte le età” dovrebbero essere rimaneggiate da più parti (non parlo di censura, solo di revisione e correzione).
O, più semplicemente, il libro in questione non è “per tutte le età”.


C’è poi la questione “a chiunque voglia leggerlo” e qui mi trovate d’accordo, non penso ci sia molto da starci sopra, insomma se uno vuole leggere certe cose legge quelle date cose, se uno non vuole non le legge. Mi sembra facile e indolore.
Rimane comunque il fatto che “a chiunque voglia leggerlo” è totalmente diverso da “a tutte le età”.

Poi magari sbaglio io, a dire di stare attenti quando si scrive qualcosa e, soprattutto, quando si vuole pubblicare (che sia su internet in un archivio o con una casa editrice).
Di certo non parlo di censura rispetto a certi argomenti, ma mettere in mano a un bambino un libro che trasuda violenza è come mettere in mano a un kamikaze una bomba (esempio un po' forte, ma calzante, almeno penso), accadrà qualcosa di devastante, che va al di là dell'educazione e dei messaggi che il libro vuole mandare.

Eruannë.
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Link utili:
» guida alla scelta del rating su Acciofanfiction
» censura su Wikipedia
» kamikaze su Wikipedia