Salve, come state?
Sì, sono ancora viva e vegeta e ho pensato bene di ricominciare a postare qui alcune delle rubriche che hanno trovato posto nel mio blog in passato ;)
E quale miglior rubrica per ricominciare a postare se non
iniziativa ideata da Alessia de Il profumo dei libri |
Le cui regole sono semplici:
» Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria» Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)» Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato» Aspettate i commenti
L'incipit della settimana è:
«Magna!» è la prima parola che la mia mente ricordi. Dovevo essere molto piccola e la voce è quella di mio padre che con questo imperativo categorico mi invitava, a modo suo con affetto, ad assaggiare una salsiccetta fresca. «Magna, che è bona!» Avrò avuto cinque o sei anni e questo è solo il primo di una serie di «Magna!» che hanno accompagnato la mia esistenza.
E io ho mangiato. Fichi maturi direttamente dagli alberi. Bomboloni con la crema sparati su un tappeto di zucchero da un razzo tipo Sputnik, fiore all'occhiello di una pasticceria di Ostia Lido. Ricotta calda appena scodellata nella capanna del pecoraro alle porte di Roma, dove papà ci portava entusiasta la domenica prima dell'alba, quando la città dormiva ed era ancora buio.
«Magna, prova, assaggia, succhia!»: quest'ultimo ordine perentorio era riferito in particolare alle capocce di gamberi o a quelle più ostili delle "pannocchie", specie di crostacei rosa pallido che si pescano dove il Tevere si butta a mare.
E io ho mangiato. Fichi maturi direttamente dagli alberi. Bomboloni con la crema sparati su un tappeto di zucchero da un razzo tipo Sputnik, fiore all'occhiello di una pasticceria di Ostia Lido. Ricotta calda appena scodellata nella capanna del pecoraro alle porte di Roma, dove papà ci portava entusiasta la domenica prima dell'alba, quando la città dormiva ed era ancora buio.
«Magna, prova, assaggia, succhia!»: quest'ultimo ordine perentorio era riferito in particolare alle capocce di gamberi o a quelle più ostili delle "pannocchie", specie di crostacei rosa pallido che si pescano dove il Tevere si butta a mare.
(da Grazie per quella volta di Serena Dandini)
Il libro in questione mi è stato regalato per Natale da un'amica e devo confessare che in tutti questi mesi non l'ho ancora letto. Sarò sincera, Serena Dandini non è una delle persone che preferisco, e forse anche questo è uno dei motivi per cui faccio fatica a prenderlo in mano.
Però la mia amica mi ha assicurato che sia un bel libro, non ho di che dubitare della sua opinione, quindi non escludo che a breve riesca a leggerlo... soprattutto durante la prossima fine settimana, quando sarò "costretta" al mare =)
Voi che ne pensate di questo incipit?
Attendo i vostri commenti, buona domenica!
.Annette.
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