Autore: Manuel Marchetti
Data di pubblicazione: 15 gennaio 2014
Editore: Nativi Digitali
Genere: Urban Fantasy, Thriller
Pagine: 188
Prezzo: 0.99€
Quarta di copertina: "La gente mi dice «Smetti di bere o ci
resterai secca!». Se solo sapessero cosa devo affrontare, saprebbero che
ho ben più possibilità di essere uccisa da altro, non da degli stupidi e
innocui alcolici, che non mi hanno mai fatto male. O quasi."
Dura la vita per Valerie Sweets, tenente nella Polizia di Cold Hill che
ogni giorno deve tenere a bada criminali e maniaci. È proprio per questo
che beve, e tanto: per dimenticarsi delle pallottole, sparate e
ricevute, e per cacciare via i fantasmi. Ed è proprio al Rusty Bar, il
posto dove ama sbronzarsi, che inizieranno le grane serie per Valerie,
che stavolta non si troverà contro i soliti scagnozzi e gangster, ma un
nemico ben più temibile...
Sangue, sacrificio e tanti bossoli sul pavimento: questi sono gli
ingredienti di “Valerie Sweets - La gente mi chiede perché bevo”, che vi
introdurrà al caratterino dell'omonima protagonista, una "sbirra buona"
con il vizio del whiskey e la cattiva abitudine a trovarsi in mezzo a
storie più grandi di lei. Così, in questo primo capitolo della sua
trilogia, Valerie vi racconterà le sue disavventure tra gang di
farabutti vendicativi e colleghi troppo premurosi, ma addirittura
fotografie che predicono il futuro e la consapevolezza che c’è qualcuno
che non vede l'ora di raggiungere il nostro mondo per farlo diventare un
vero inferno.
Non è il solito poliziesco, non è il solito fantasy, la storia di
Valerie Sweets è entrambe le cose e molto di più. La volete scoprire?
Preparatevi un bel bicchiere di roba forte, ne avrete bisogno... o
altrimenti offritelo a lei, non rifiuterà.
Ho finito ieri sera questo libro e la mia espressione è ancora questa: O.O
Io adoro i thriller (di solito leggo per lo più gialli, ma non disdegno neanche questo genere un po' più forte) e adoro il fantasy. Quindi se ci sono entrambi in un libro mi potrebbe piacere ancora di più. Dico potrebbe perché ci sono infiniti fattori che possono farmi cambiare idea durante la lettura.
Questo libro è forse uno di quei potrebbe.
Non dico che non mi sia piaciuto, ma diciamo che non sono ansiosa di leggerne il seguito.
I fatti iniziali sembrano del tutto slegati (e forse gli è stato dedicato anche un po' troppo spazio) dal resto, tranne che per due piccoli avvenimenti che fanno capire (attraverso dei grandi ragionamenti, perché non è subito chiaro, eh) che c'è di più, che deve succedere qualcosa di più grande.
Fino a metà libro mi piaceva, ho trovato davvero originale la parte delle foto che arrivano a Valerie e le mostrano il futuro, ma poi ho iniziato a chiedermi quanto mancasse ancora per finire il libro e questo non va bene.
Non mi sentivo più coinvolta, ma solo schifata e annoiata. Ho finito il libro perché sì, volevo sapere come finiva, ma dopo un po' avevo già capito dove l'autore sarebbe andato a parare e non mi meravigliavo più di nulla. Il finale l'ho trovato un po'... banale.
L'autore ha uno stile accattivante, diretto e senza fronzoli e questo è da apprezzare, perché non tutti riescono a scrivere qualcosa di decente, coerente e interessante senza girare troppo intorno alle cose.
Il contro, quello principale, di questo stile è che descrive tutto in modo brutale.
Io capisco che sia un thriller e quindi non ci sono fiorellini nei campi o uccellini che svolazzano e cuoricini in ogni dove, però, è tutto troppo, non so come altro spiegarlo. Chiedo venia.
Il personaggio principale è Valerie Sweet, una poliziotta che non si fa degli scrupoli a usare la forza o la pistola quando è necessario.
Il suo personaggio mi è piaciuto, perché è ironico e con la testa abbastanza sulle spalle; certo, è un'alcolizzata, quindi quanto può essere bello il suo personaggio? Non molto, se lo consideriamo solo in questi termini. Ma dopo la metà del libro (quella metà che non apprezzato poi molto) diciamo che questo diventa solo un altro aggettivo e nulla di più.
Dicevo che la prima parte del libro mi ha coinvolta di più perché si è creata fin da subito una certa empatia con Valerie ubriaca, empatia che poi, nella seconda parte del libro è man mano scemata, per lasciare il posto a qualche espressione schifata e un paio di sbadigli.
Gli unici personaggi degni di nota, alla fine, sono proprio Valerie e
Lyra, l'amica che la contatta mostrandole cosa potrebbe succedere in un futuro molto prossimo (a volte si tratta di pochi secondi). Anche se devo dire
che ho sperato fino all'ultimo che Adam sopravvivesse (e ancora non mi è chiaro se sia vivo o meno), perché non era un
personaggio brutto o che altro, ma era un tipo normale e forse un po'
gestito male.
Ho trovato davvero eccessive le scene truculente e piene di tagliuzzamenti.
Ho trovato eccessive le scene di violenza gettate per creare suspense e far vedere quanto cattivo fosse il cattivo e apparentemente invincibile.
Ho trovato eccessive le pagine che mi separavano dal finale (aperto e con tanto di minaccia alla protagonista).
Va bene, è un thriller, probabilmente qualcuno mi dirà "Ma cosa ti aspettavi? Sbaciucchiamenti in ogni pagina?" e la mia risposta è no, come ho già detto, so bene come sono i thriller, leggo libri di questo genere e vedo anche film (tra l'altro, i film thriller mi piacciono nonostante il sangue che scorre a fiumi, mentre i film horror non li posso reggere), ma qui arriviamo appunto a sfiorare il genere horror, che non è certo tra i miei preferiti.
E per fortuna che è un libro e non un film, altrimenti avrei smesso di guardarlo ben prima della fine =D
L'elemento fantastico per un bel po' mi ha fatta dubitare che si trattasse effettivamente di uno urban fantasy, perché c'era qualcosa che non mi convinceva e, anzi, avrei detto che si trattava più di qualcosa più vicino alla fantascienza (altro genere che mi piace), che al fantasy stretto, ma poi andando avanti con la lettura la cosa si è delineata meglio. Anche se ci sarebbero parecchie domande a cui l'autore avrebbe dovuto rispondere già da questo libro, perché non è che sia stato chiaro al 100%. Ma forse le domande trovano risposta negli altri due.
Sinceramente – è brutto da dire – non mi interessa poi molto e non lo voglio neanche sapere.
Una cosa che proprio mi ha mandata in bestia, invece, è stata la mancanza di rilettura o comunque di un ultimo controllo prima di pubblicare. Non che ci siano errori grossi che ti fanno venir voglia di scaraventare l'ebook nel cestino, ma a me hanno dato fastidio comunque.
Parto da un esempio, che forse così è più semplice spiegare cosa intendo.
«Allora fa venire Katy da te, vi passerò a prendere e andremo da Ben, ma comunque avvertilo di nascondersi finché non andremo a prenderlo, ci siamo capiti?»
Notate niente? Io sì, purtroppo, ho notato eccome.
A meno che la grammatica italiana (che ho ripassato da poco insieme a Gabriella, visto che le do ripetizioni) non abbia cambiato regole, se il verbo è imperativo e omette l'ultima lettera, bisogna aggiungere l'apostrofo, altrimenti diventa un verbo al presente indicativo e non si tratta più della seconda persona singolare, ma della terza. È una cosa che si impara alle elementari, cavoli!
Per tutti gli imperativi del libro non c'è neanche un apostrofo.
Io non credo sia una regola così stupida da non essere ricordata né dall'autore né dall'editor che ha revisionato il testo, allora perché mancano tutti gli apostrofi?
Ovviamente gli apostrofi mancanti non sono gli unici errori, perché in più punti ho visto preposizioni messe a casaccio o, addirittura, verbi vicini che non c'entravano nulla l'uno con l'altro, ma semplicemente l'autore (o l'editor) aveva fatto una modifica al testo dimenticando verbi, aggettivi, preposizioni, ecc.
Il libro è stato pubblicato un anno fa, possibile che nessuno se ne sia mai accorto? Possibile che neanche i lettori più attenti abbiano fatto caso a queste piccolezze?
Mi dispiace sia per l'autore sia per la casa editrice, che non fanno proprio una bella figura.
Concludendo, mi dispiace dire che non voglio leggere il seguito, perché c'erano tutti i presupposti per leggere un bel libro, degno di questo nome, ma la truculenza delle scene, i personaggi non sempre ben delineati, la mancanza di apostrofi (per me è importante che un libro sia scritto bene, mi dispiace) e gli errori qui e là, mi fanno sconsigliare questo libro, soprattutto a chi odia leggere di tagliuzzamenti e violenza "perché sì" ogni due righe.
Sono anche stata generosa con la valutazione che gli ho dato, perché in fondo la prima parte non mi è del tutto dispiaciuta.
Voto:
Spero di essere stata utile con questa recensione e mi dispiace che il libro non mi sia piaciuto.
Vi ringrazio per l'attenzione =)
Buone letture,