In barba alle più rosee previsioni, mi trovo costretta a fare una recensione piuttosto sommaria di questo libro. Purtroppo ho dovuto abbandonare la lettura per svariati motivi, primo fra tutti la difficoltà nel proseguire.
Ma andiamo con ordine. Avverto fin da ora che il mio parere sarà diviso in due parti, una relativa alla trama e una relativa allo stile, al modo in cui è scritto il libro.
Titolo: I Canti di Belefiaht
Autore: Giovanni Smeriglio
Anno: 2008
Casa editrice: 0111 Edizioni
Collana: Guest Book
Genere: Fantasy
Pagine: 260
Prezzo: 14.60€ (l'ho vinto quasi due anni fa in un contest indetto dall'autore stesso sul forum di Writer's Dream, quindi non ho speso tutti quei soldi XD)
Quarta di copertina: Cosa interrompe l’ennesima battaglia tra gli angeli e i demoni? Il pianto di un giovane poeta alla ricerca della propria ispirazione contiene la chiave per trovare quell’ essere che l’angelo e il demone cercano da sempre. Inizia così per Andreas un viaggio in cui, attraverso la propria morte, il proprio paradiso e il proprio inferno, capirà come il destino di madri disperate, innocenti, assassini, dannati, suicidi, e giovani poetesse, si intrecci con il suo. Un viaggio guidato dalle poesie di un angelo-demone che attraverso i suoi versi lo guiderà all’interno dei suoi incubi e delle sue paure, nei suoi sogni e nei suoi amori, fino all’incontro di quel fuoco che tiene in sé il volto dolce e pauroso, terribile e magnifico, dell’ispirazione. Il destino e il segreto di un poeta e dei suoi versi nascosti nel significato dei nomi e nelle poesie de “I Canti di Belefiaht”.
Parere personale » La trama: Purtroppo mi sono fermata al capitolo dieci della seconda parte, quindi sono riuscita a leggere soltanto un quarto di libro, e questo mi dispiace immensamente, perché di sicuro ha delle potenzialità, vista anche la trama che va delineandosi fin dal primo capitolo. I personaggi descritti, le storie che li caratterizzano sono frutto di uno studio elaborato dell'autore e questo si evince dalle descrizioni che ne fa. Ogni personaggio ha un background e una funzione all'interno del libro.
Il protagonista, Andreas, è un poeta e grazie a un angelo, Iah-Hel, e a un demone, Thamiel, intraprende un viaggio che lo porterà nell'Aldilà. Successivamente, quando dovrà entrare nella prima città di NecreADEath, verrà affiancato da una delle morti*, Todeath.
Parere personale » La questione tecnica: Ci sono varie ragioni per cui non sono riuscita a proseguire la lettura, nonostante ci abbia provato più volte, primo fra tutti lo stile dell'autore.
» Periodi troppo lunghi e con tante virgole.
Si nota che Giovanni viene da anni e anni di poesia e ha cercato di adattare alcuni accorgimenti poetici alla prosa, purtroppo senza successo. La pecca più grande è senz'altro la mancanza di punti, punti e virgola e due punti. Ci sono frasi che vanno avanti anche per quindici righe, senza lasciare al lettore un attimo di respiro. Sono ricche di incisi, precisazioni, dettagli il più delle volte superflui e inutili ai fini della trama, il lettore si perde nei meandri dei pensieri del narratore e non si riescono a comprenderne a pieno il significato e, talvolta, il soggetto della frase. Nel capitolo uno, ma non escludo che ce ne siano anche in altri punti, ci sono due avversative a distanza di poche parole l'una dall'altra e separate solo da virgole.
Un esempio di frasi interminabili, complicate e che creano apnea:
Ma andiamo con ordine. Avverto fin da ora che il mio parere sarà diviso in due parti, una relativa alla trama e una relativa allo stile, al modo in cui è scritto il libro.
Titolo: I Canti di Belefiaht
Autore: Giovanni Smeriglio
Anno: 2008
Casa editrice: 0111 Edizioni
Collana: Guest Book
Genere: Fantasy
Pagine: 260
Prezzo: 14.60€ (l'ho vinto quasi due anni fa in un contest indetto dall'autore stesso sul forum di Writer's Dream, quindi non ho speso tutti quei soldi XD)
Quarta di copertina: Cosa interrompe l’ennesima battaglia tra gli angeli e i demoni? Il pianto di un giovane poeta alla ricerca della propria ispirazione contiene la chiave per trovare quell’ essere che l’angelo e il demone cercano da sempre. Inizia così per Andreas un viaggio in cui, attraverso la propria morte, il proprio paradiso e il proprio inferno, capirà come il destino di madri disperate, innocenti, assassini, dannati, suicidi, e giovani poetesse, si intrecci con il suo. Un viaggio guidato dalle poesie di un angelo-demone che attraverso i suoi versi lo guiderà all’interno dei suoi incubi e delle sue paure, nei suoi sogni e nei suoi amori, fino all’incontro di quel fuoco che tiene in sé il volto dolce e pauroso, terribile e magnifico, dell’ispirazione. Il destino e il segreto di un poeta e dei suoi versi nascosti nel significato dei nomi e nelle poesie de “I Canti di Belefiaht”.
Parere personale » La trama: Purtroppo mi sono fermata al capitolo dieci della seconda parte, quindi sono riuscita a leggere soltanto un quarto di libro, e questo mi dispiace immensamente, perché di sicuro ha delle potenzialità, vista anche la trama che va delineandosi fin dal primo capitolo. I personaggi descritti, le storie che li caratterizzano sono frutto di uno studio elaborato dell'autore e questo si evince dalle descrizioni che ne fa. Ogni personaggio ha un background e una funzione all'interno del libro.
Il protagonista, Andreas, è un poeta e grazie a un angelo, Iah-Hel, e a un demone, Thamiel, intraprende un viaggio che lo porterà nell'Aldilà. Successivamente, quando dovrà entrare nella prima città di NecreADEath, verrà affiancato da una delle morti*, Todeath.
Parere personale » La questione tecnica: Ci sono varie ragioni per cui non sono riuscita a proseguire la lettura, nonostante ci abbia provato più volte, primo fra tutti lo stile dell'autore.
» Periodi troppo lunghi e con tante virgole.
Si nota che Giovanni viene da anni e anni di poesia e ha cercato di adattare alcuni accorgimenti poetici alla prosa, purtroppo senza successo. La pecca più grande è senz'altro la mancanza di punti, punti e virgola e due punti. Ci sono frasi che vanno avanti anche per quindici righe, senza lasciare al lettore un attimo di respiro. Sono ricche di incisi, precisazioni, dettagli il più delle volte superflui e inutili ai fini della trama, il lettore si perde nei meandri dei pensieri del narratore e non si riescono a comprenderne a pieno il significato e, talvolta, il soggetto della frase. Nel capitolo uno, ma non escludo che ce ne siano anche in altri punti, ci sono due avversative a distanza di poche parole l'una dall'altra e separate solo da virgole.
Un esempio di frasi interminabili, complicate e che creano apnea:
Sia Iah-Hel che Thamiel la paragonarono a ciò che gli fosse più simile, Iah-Hel pensò di vedere scivolare i messaggi di Dio sulla città, poi si pentì di quello che aveva pensato e disse fra sé e sé, che se Dio avesse deciso di mandare un messaggio sulla terra quella luce non avrebbe avuto senso, perché tutto sarebbe stato chiaro, e allora pensò che quella luce fosse paragonabile al simbolo di un cuore che cercava aiuto, una luce che tagliava il cielo per far gocciolare una luce molto diversa, per far di luce, luce stessa, ma Iah-Hel sentiva tristemente di non aver del tutto ancora ragione facendo quelle considerazioni, nonostante questo, quei pensieri lo rassicuravano perché gli permettevano di pensare quanto fosse grande la bontà del Padre, sapeva anche che questo è un pensiero tipico degli uomini, confortarsi con l’illusione della verità attraverso il pensiero, e questo lo faceva somigliare ad un uomo, ma già aveva avuto la sensazione di somigliare ad un demone, così non si preoccupò molto.
Il fatto poi che l'intero volume sia scritto con un allineamento giustificato (di solito non mi dà fastidio, ma in questo caso è proprio insopportabile) e l'autore non vada mai a capo, se non in rare occasioni o quando si tratta dei dialoghi, è un ulteriore handicap al proseguo della lettura. Non andando mai a capo, succede spesso che il lettore accavalli due righe o ne salti qualcuna, rendendo così la comprensione del testo difficoltosa, è costretto a rileggere più volte un passaggio per capire il reale significato della frase.
» Le ripetizioni.
A rendere ancora più difficile la lettura, come se la punteggiatura non fosse abbastanza, ci sono le ripetizioni, sia all'interno delle stesse frasi (notte e quella notte a distanza di poche parole) sia tra periodi diversi, come quando l'autore descrive il modo di parlare di Thamiel e lo definisce un gorgoglio roco ma terribilmente comprensibile.
Anche i nomi di persona sono ripetuti spesso, come nella citazione proposta sopra. Infatti, capita che l’autore, per far capire chiaramente al lettore cosa stia succedendo, ripeta il nome di persona svariate volte in meno di un paio di righe, dando quasi l’impressione di non volersi dimenticare chi sia il soggetto o cosa stia facendo quel dato personaggio.
» Le incongruenze.
Sempre in relazione ai periodi troppo lunghi, ci troviamo davanti delle incongruenze rispetto a quello che dice l’autore. Molto spesso poco prima si viene a conoscenza di una cosa, di un fatto che può essere rilevante ai fini della trama, ma poche pagine dopo quella stessa frase viene in qualche modo ribaltata, cioè l’autore la confuta, come se non si ricordasse cos’abbia scritto poco prima.
Un caso lampante è quando Thamiel parla al protagonista: il demone dice che lui e l’angelo hanno ricevuto l’ordine di andare da Andreas, ma com’è possibile? Nel primo capitolo lui e Iah-Hel hanno fermato la battaglia perché hanno sentito dei singhiozzi e, incuriositi per la particolarità di questi, sono arrivati fino al ragazzo.
Quindi qual è la giusta versione?
Non escludo, però, che la spiegazione sarebbe arrivata più avanti, magari nei capitoli che non sono riuscita a leggere c’erano tante risposte alle domande che mi sono posta leggendo i primi capitoli.
» Cambio di punto di vista.
Spesso, all’interno di quanto ho letto, c’è stato un brusco cambiamento del punto di vista: si passa da ciò che vede Andreas, a un altro personaggio, e addirittura al narratore. Il lettore in questo modo si trova disorientato, soprattutto quando questo avviene all’interno di un periodo lungo parecchie righe, nel quale il soggetto cambia più volte e l’autore segue contemporaneamente più personaggi.
» I dialoghi.
Altra pecca sono i dialoghi, talvolta le domande che vengono poste dal o al protagonista sono semplici, quasi inutili, perché copiano quanto detto poco prima dal narratore; altre volte le "virgolette basse" (anche se si tratta dei segni maggiore e minore, perché l'editore ha usato quelli) sono aperte o chiuse nei posti sbagliati e non si capisce se il personaggio stia pensando o parlando.
A volte i dialoghi creano anche confusione e danno l’impressione che l’autore non riesca a spiegare con altri accorgimenti certi fenomeni che descrive o, peggio, non abbia ben chiaro cosa far dire all’uno o all’altro personaggio.
» Gli inforigurgiti.
Gli inforigurgiti, come li chiama Gamberetta, sono numerosi all'interno di quanto sono riuscita a leggere del libro: un caso lampante è l'intero capitolo quattro della seconda parte, che si poteva tagliare e smussare qui e là, rendendo il tutto più omogeneo, anche perché quel capitolo sembra inutile ai fini della trama lasciato così a sé stesso in mezzo agli altri (ovviamente ha la sua rilevanza, ma ci sono troppi dettagli superflui, soprattutto la parte finale, nella quale si viene a conoscenza dal narratore che il bambino cresce e se ne va dall'isola natale, cosa che chi guarda la scena non può sapere e/o intuire).
Ci sarebbero tante altre cose da dire e sottolineare, ma penso che sarebbero un ripetere qualcosa di già detto in uno dei punti qui sopra. L'unica cosa che mi sento di dire, ancora, è che si vede la mancanza di una correzione bozze massiccia da parte della casa editrice e sembra che abbiano stampato li libro come sia arrivato alla casa editrice.
È un vero peccato che a causa di un mancato o inadeguato lavoro da parte della casa editrice, il libro ne risenta e infici una recensione che altrimenti sarebbe stata molto più completa, esaustiva e, perché no, basata semplicemente sulla trama e sui punti di forza del testo.
Se qualcuno fosse interessato al libro, c'è la possibilità di scaricare il pdf da qui e leggere il libro in tutta la sua interezza.
Voto: ★★
Eruannë.
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* Nel libro viene infatti spiegato che non c'è una sola morte, ma ce ne sono molte di più, perché una sola non riuscirebbe a compiere la mole di "lavoro" che c'è ogni giorno nel mondo.
* Nel libro viene infatti spiegato che non c'è una sola morte, ma ce ne sono molte di più, perché una sola non riuscirebbe a compiere la mole di "lavoro" che c'è ogni giorno nel mondo.
Ciao ti volevo informare che il romanzo " I canti di Belefiaht" è stato ripubblicato dalla Arduino Sacco editore... e che è stato sottoposto ad una correzione e ad un attento editing. Inoltre ha una nuova veste grafica!
RispondiEliminaSperando che tutti i difetti che hai riscontrato siano stati superati ti auguro una buona lettura
Ciao ;)