lunedì 10 novembre 2014

{Recensione} The Selection

Titolo: The Selection
Autore: Kiera Cass
Data di pubblicazione: marzo 2013
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Collana: Pickwick
Genere: Distopico
Prezzo: 9.90€
Quarta di copertina: In un futuro lontano, in un Paese devastato dalla guerra e dalla fame, l'erede al trono seleziona la propria moglie con un reality show. Spettacolare. Per molte ragazze la Selezione è l'occasione di una vita. L'opportunità di sfuggire a un destino di miseria e sognare un futuro migliore, fatto di feste, gioielli e abiti scintillanti. Ma per America è un incubo. A sedici anni, l'ultima cosa che vorrebbe è lasciare la casa in cui è cresciuta per essere rinchiusa in un palazzo che non conosce. Perdendo così l'unica persona che abbia mai amato, il coraggioso Aspen. Poi però America incontra il principe Maxon e le cose si complicano. Perché Maxon è affascinante, dolce e premuroso. E può regalarle un'esistenza che lei non ha mai nemmeno osato immaginare...


Da tempo vedevo in libreria questo libro e ho letto opinioni molto contrastanti sui blog, quindi ho aspettato l'edizione economica.
Devo dire che non sono affatto delusa: il libro mi è piaciuto molto, la trama (forse un po' scontata in alcuni punti) è ben congegnata e i personaggi non sono male. Anche l'idea di fondo non mi è dispiaciuta, anzi, l'ho trovata originale e ben sfruttata.

America è una ragazza come tante, se non fosse che è una Cinque, quindi appartiene a una casta di molto inferiore a quelle che possono garantirle un'esistenza felice e senza probelmi.
Vive con la famiglia in Carolina, una regione di Illea, ha un fidanzato (di nascosto da tutto e tutti) che ama, Aspen, nonostante sia un Sei non vede l'ora di poter mettere su famiglia con lui.
Tutto sarebbe perfetto e potrebbe andare per il meglio se non fosse che il principe Maxon debba trovare moglie e così viene inviata una lettera a tutte le ragazze in età da matrimonio dello stato.
America non vuole assolutamente partecipare, il suo principe lo ha già, ma proprio lui la costringerà a inviare la propria candidatura.
E, ovviamente, America sarà una delle candidate alla Selezione e il suo mondo sicuro inizierà a vacillare.

Ho odiato Aspen per buona parte del libro, l'ho trovato un po' stupido, ma per fortuna si riabilita abbastanza nel proseguo della lettura.
Mi sono rivista molto in America, soprattutto quando Aspen si comporta da bastardo insensibile e *aggiungere qui insulto a piacere*; non posso non rispecchiarmi in una persona che, seppure immaginaria, ha provato quello che ho provato io tempo fa.
L'unica differenza è che lei ha conosciuto Maxon che ha cercato di esserle amico e di tirarle su il morale, capendola e supportandola, io sono rimasta a crogiolarmi nel dolore per anni =D
Maxon è senz'altro un personaggio interessante: è il principe ereditario di Illea, ma questo non gli impedisce di essere un ragazzo insicuro e che non ha mai avuto grandi occasioni per uscire con le ragazze. Quindi la Selezione è l'unico modo che ha per trovare l'anima gemella.
Mi ha fatto molta tenerezza, perché non si può non provare un sentimento del genere quando vedi una persona che, nonostante il rango e la posizione che ricopre, è insicura, timida e molto impacciata.
Mi è piaciuto molto il fatto che America avesse una certa influenza positiva su Maxon e che lo facesse riflettere sui problemi della gente che popola il suo regno, soprattutto per quanto riguarda quelli di caste inferiori alla Quattro e che devono fare salti mortali per mangiare e vivere. È uno spaccato di società non molto lontano da quello attuale, in fondo.

Le altre partecipanti alla Selezione sono per lo più abbozzate, tranne quelle più vicine ad America, che sono molto ben caratterizzate.
Provo un odio profondo per Celeste, che mi ricorda molto altri personaggi privi di scrupoli e di coscienza di cui ho letto altrove... e probabilmente anche visto in giro durante la mia vita. È una persona estremamente irritante e che cerca sempre la lotta per far escludere le altre e avere così la vittoria. America è veramente brava a tenerle testa e a non reagire mai alle provocazioni, io di sicuro le avrei già sbattuto la testa al muro.
E spero proprio che Celeste si auto-elimini nel prossimo libro =D

La trama è molto fluida, non ci sono particolari scossoni e, anche quelli che potrebbero essere tali, non lo sono poi molto. Sarà che, come ho già detto, certe cose me le aspettavo, quindi non ho avuto moltissime sorprese.
Lo stile dell'autrice mi piace e penso proprio che leggerò anche i libri successivi, un po' per sapere come continua la Selezione, un po' per scoprire come si evolverà il triangolo (lo so, piccolo spoiler, chiedo venia) e un po' per leggere del futuro di Illea.
Certo non è un libro eccelso, ma è molto ben costruito e l'autrice non si è mai persa pezzi per strada (a parte il fatto che in un punto viene detto che sono rimaste venticinque ragazze e poco dopo devono tornare a casa trentaquattro, quindi mi sono chiesta se qualcuno si fosse accorto che ce n'erano dieci di troppo... ma forse era un discorso più generale, visto che sono partite in trentacinque); si legge in poco – io ci ho messo un po' di più perché avevo in lettura altri libri – e la storia segue proprio la crescita di America all'interno della competizione, sia dal punto di vista psicologico, sia dal punto di vista caratteriale.

Non ha particolari punti deboli, forse solo il fatto che la storia non sia particolarmente articolata, ma mi aspetto più scossoni e più colpi di scena nel prossimo... spero di non restarne delusa.

Detto questo, il mio voto è di

Spero di non avervi annoiati con questa mia recensione.
Buone letture,
Annette.

martedì 4 novembre 2014

Un libro è un libro, ma...

Da qualche giorno sto seguendo l'iniziativa #unlibroèunlibro legata al fatto che ci siano due pesi e due misure riguardo il costo dell'IVA sui libri cartacei e sugli ebook.

L'IVA sui libri cartacei è fissa al 4%, mentre per gli ebook è al 22%, un salasso se si pensa che sono praticamente lo stesso prodotto e, anzi, gli ebook costano notevolmente di meno, visto che non hanno costi particolari per quanto riguarda la carta, la distribuzione tradizionale e altre cose tipiche del primo.
Siamo tutti d'accordo che l'IVA dovrebbe essere uguale per entrambi, ma ci sono due ma grandi quanto un paese.

Per il primo ma ringrazio LadyAileen di Una passione e oltre, perché lei, come tanti altri, sta ancora battendo per abolire la famosa Legge Levi.
Come sapete la Legge Levi ha imposto un tetto, fissato al 15%, per gli sconti applicabili ai libri, al fine di equiparare grandi catene di distribuzione come Feltrinelli, Mondadori, Giunti ai piccoli e medi distributori che non possono fare gli stessi sconti applicati altrove, e stabilisce che "i saldi" possono essere effettuati solo una volta all'anno e non nel periodo natalizio.
Così facendo, però, si va sempre a gravare sulle tasche dei lettori, perché i libri non costano certo poco e quindi si ha anche avuto un rialzo dei prezzi di copertina.
Io, come LadyAileen e tanti altri, sono d'accordo sull'abolizione di questa legge assurda e sarei molto contenta se finalmente si facesse una legge che riguardasse il tetto massimo di prezzo, perché spendere anche 30-40€ (sconto o non sconto del 15% son sempre tanti soldi) per un libro mi sembra un'esagerazione.

Piccola nota: la Fanucci, su facebook, aderisce all'iniziativa #unlibroèunlibro e più di qualcuno ha fatto presente, tra le altre cose, che Elantris in edizione cartacea è in vendita a 30€, cosa davvero improponibile per un libro normale. La risposta della CE è stata questa:

Questa immagine non è stata modificata, se non le credete, potete andare qui e leggere con i vostri occhi!
La cosa che mi ha schifata di questa risposta è stata il fatto che la Fanucci – che sempre su FB ricorda che dal 1971 si dedica a diffondere il fantasy in Italia – consideri il genere fantasy qualcosa di nicchia e che quindi è plausibile e normale che possa costare anche tanto. Sono anni che il fantasy è stato sdoganato e non è più un genere di nicchia, ma chissà come mai qualcuno lo pensa ancora.
L'atteggiamento della Fanucci per me è follia pura, sotto vari punti di vista.

Ritornando a #unlibroèunlibro, il secondo ma è una mia personale riflessione.
Nella rete c'è qualcuno che dice che se non si abbassa l'IVA dell'ebook, non ci potrà essere un ricircolo della cultura, pensando – erroneamente, secondo me – che la cultura vera e propria passi per i libri che si trovano in vendita in libreria o negli store online.
Per quanto possa essere d'accordo che anche un libro divertente, frivolo e leggero possa rientrare in quella che viene definita cultura personale, da qui a dire che qualsiasi volume sia cultura (magari anche con la c maiuscola) ce ne passa.
Ma se proprio vogliamo che ogni libro sia cultura, allora com'è che in libreria e non solo ci sono dei prodotti che non sono di qualità?
Di sicuro se ci fossero più uscite di qualità o anche solo scritte in modo più decente, probabilmente la lettura non sarebbe un piacere per pochi.
Sia chiaro: parlo di qualità prevalentemente per quanto riguarda la scrittura, quindi libri scritti bene, traduzioni fatte secondo i crismi della lingua in cui vengono tradotti, ecc.
Ogni volta che vado in libreria mi ritrovo davanti titoli improbabili, libri scritti con i piedi (anche per questo non leggo molti autori italiani), traduzioni illeggibili, grammatica e ortografia stuprate per fini commerciali.
Capisco che probabilmente la qualità per le CE non sia così importante perché non fa vendere tanto come la quantità, ma secondo me ce ne vorrebbe un po' di più.

Lo so, i miei pensieri rasentano l'utopia, ma non fa male pensare un po' a qualcosa da fare per cambiare le cose, anche se sono soltanto sogni.
Spero di essere riuscita a chiarire almeno un po' il mio punto di vista.

Voi cosa ne pensate dell'iniziativa #unlibroèunlibro?
Annette.

sabato 1 novembre 2014

{Segnalazione} Fil Rouge

Titolo: Fil Rouge
Autore: Ornella Calcagnile
Data di pubblicazione: 27 ottobre 2014
Casa Editrice: Self-Publishing Narcissus
Genere: Romance
Pagine: 118
Prezzo: 0,99€ (solo ebook)
Quarta di copertina: Avete presente la vibrante sensazione di positività che vi può trasmettere a pelle una persona appena conosciuta?
Se poi questa persona è un giovane uomo affascinante, la situazione si complica e Kylie avverte subito i piaceri e le insidie legati a questo inatteso e magnetico feeling che scoppia con Joël; l’inquilino dei piani alti dai magnifici occhi di cristallo e il sorriso accattivante.
Ma i due giovani sono davvero legati dal filo rosso del destino?
Tra amicizie esasperate, passioni trattenute, amori improvvisi, donne zuccherose e signore drago; Kylie verrà risucchiata in un vortice di situazioni grottesche, addirittura esilaranti, in cui scoprirà tante cose, compreso  ciò che la lega davvero a Joël. Per farlo, si affiderà anche alla buona sorte, portando con sé il suo particolare e inseparabile portafortuna, che beh…avrà molto a che fare con un “fil rouge”.

L'autrice: Ornella Calcagnile è nata a Napoli il 2 gennaio 1986. Diplomata all’Istituto D’Arte, laureata in Scienze della Comunicazione, ha sempre avuto un debole per tutto ciò che riguarda la creatività: grafica, disegno, fotografia, video-editing, fumetto e cinema.
Inizia a scrivere nel 2008 per dare sfogo alla sua fantasia ma con il tempo nasce una vera e propria passione che la induce a creare un blog di racconti e a lavorare sei mesi come copywriter, avvicinandola ulteriormente al mondo dell’elaborazione testi e della comunicazione.
Nel 2012 apre un lit-blog Peccati di Penna dedicato alle recensioni e alla presentazione di giovani autori.
Nel 2013 esordisce come scrittrice con il romanzo urban fantasy Helena, pubblicato con Ute Libri.
Nel 2014 si cimenta in racconti auto-pubblicati: Black - The Hunter, spin off di Helena e l’horror È la mia natura. Sempre nello stesso anno, auto-pubblica il romance Fil Rouge sperimentando uno nuovo genere.
Il suo sogno è diventare una brava scrittrice, trasmettere emozioni e creare avventure in cui il lettore possa perdersi.


Questa segnalazione doveva essere online ieri, ma poi mi sono persa nella lettura e quindi non ho fatto in tempo, così rimedio oggi.
Ringrazio Ornella, che mi ha contattata per questa segnalazione, non conoscevo il suo libro e devo dire che non mi dispiacerebbe leggerlo, quindi appena avrò un po' di tempo lo comprerò e leggerò ;)

Buone letture,
Annette.

{Saturday Review} Con un poco di zucchero


Buongiorno!
Vi dirò, per me sembra domenica (tra poco andrò anche a Messa...), ma la recensione del sabato non può aspettare.
Attenzione: la recensione che segue è l'ideale per le inguaribili romantiche, quindi se vi schifate delle sdolcinatezze non leggete. Uomo avvisato...

Titolo: Con un poco di zucchero
Autore: Chiara Parenti
Data di pubblicazione: 30 ottobre 2014
Casa editrice: Rizzoli
Collana: YouFeel
Mood: Ironico
Genere: Rosa
Pagine: 124
Prezzo: 2.49€
Quarta di copertina: A trent’anni suonati Matteo Gallo, aspirante scrittore senza soldi e senza speranze, è costretto a vivere con la sorella Beatrice e “loro”, Rachele e Gabriele, i due scatenatissimi nipotini. Nessuna delle tate finora ingaggiate è riuscita a domarli. Ma ecco che, come per magia, un pomeriggio di fine settembre, un forte vento che spazza le nubi dal cielo porta tata Katie.
Beatrice e i suoi bambini restano subito incantati da questa ragazza inglese un po’ stravagante e scombinata, che fa yoga, mangia verdure, va pazza per i dolci... e che con le sue storie fantastiche e i suoi giochi incredibili è in grado di cancellare l’amaro della vita. Matteo invece cercherà (o crederà) di sottrarsi al suo influsso: ma sarà tutto inutile, perché Katie compirà su di lui la magia più grande. Quella dell'amore.
Dall’autrice del romanzo rivelazione dell’estate 2014 Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito) una nuova, divertente e supercalifragilistichespiralidosa storia d’amore, che fa rivivere il mito di Mary Poppins.


Finito in una manciata di ore (l'avrei finito anche prima, se non fossi dovuta uscire... anche se l'ho scaricato anche nello smartphone =D), l'ho letteralmente divorato e adorato, come l'altro libro di Chiara Parenti.

Questa volta il protagonista è un uomo, Matteo Gallo, che è costretto a vivere dalla sorella visto che: 1. la fidanzata, la Stronza, l'ha lasciato, 2. il capo – che aveva una relazione con la suddetta Stronza – l'ha licenziato, 3. è stato sfrattato e si è ritrovato a un bivio, cioè andare da sua madre o da sua sorella, fresca di divorzio.
I due nipoti sono letteralmente intrattabili e ingestibili, le tate si sono susseguite nella casa sia per colpa loro, sia per colpa di Matteo, come successo con l'ultima. Beatrice, la sorella di Matteo, quindi è costretta a pubblicare un annuncio sul giornale e da qui i guai del povero Teo prendono un'ulteriore drammatica piega.
A rispondere all'annuncio è Katie, una simpatica ed eccentrica tata italo-anglosassone, che fin da subito Matteo trova strana, pazza e la soprannomina Psycho Nanny.

Non vi svelo molto altro, perché mi dispiacerebbe davvero togliervi la sorpresa, quindi mi fermo qui con il riassunto.
Vi basti sapere che a Matteo ne capitano di tutti i colori e spesso si rivela un vero e proprio idiota. Ma è così... tenero e dolce, scemo e sprovveduto. È praticamente inutile odiarlo e, anzi, se gli uomini fossero tutti come lui, forse il mondo sarebbe un posto migliore... anche se potrebbe evitare di correre dietro a qualsiasi cosa si muova, eh! =D
Ma per fortuna tata Katie lo fa cambiare e lui manco se ne accorge.

Lo stile di Chiara è sempre molto piacevole e divertente, ci sono battute in ogni riga, e soprattutto all'inizio avevo le lacrime agli occhi dalle risate.
Ci si immerge nella lettura fin dall'inizio e si è veramente catapultati nella testa di Matteo, che cerca di difendersi dal veleno che gli avrebbe iniettato tata Katie, che cerca di sopravvivere alle stramberie di tata Katie e che finalmente trova un equilibrio sia dentro sia fuori di sé.
Avrei voluto che il libro continuasse ancora, e spero proprio che Chiara ne scriva un seguito, magari di uno dei ritiri spirituali di cui parla Katie alla fine.

I personaggi sono davvero eccezionali e ben caratterizzati, mi sono immedesimata molto sia in Matteo sia in Katie, forse perché c'è un po' di entrambi dentro di me (non che sia pazza o che abbia problemi di personalità, ma mi sono rispecchiata molto nella razionalità di Teo e nella voglia di giocare con i bambini di Katie).
C'è una frase all'inizio:
A un certo punto, Dio, o chi ne fa le veci, deve aver detto: perché mettergli solo Saturno, quando può avere contro l’intera Via Lattea?
Mi ci sono rivista molto e tutt'ora mi ci rivedo, perché anche quando penso che le cose più banali possano andare bene, c'è sempre qualcosa che va storto e non va mai come avevo pensato, studiato e sperato. E questo si rivela in un po' tutti gli aspetti della mia vita... ormai ci ho fatto il callo, come si dice dalle mie parti, quindi mi sono messa l'anima in pace e aspetto che il periodo passi (3-4 anni, però, mi sembrano un periodo esageratamente lungo, no?).

Ma torniamo al libro.
Anche i personaggi minori, le comparse, sono caratterizzati benissimo: hanno tutti un'anima e si vede che Chiara non li ha buttati lì a far nulla o perché passavano per caso.
Il personaggio che meno mi ha entusiasmata è stato quello di Stefano, il migliore amico di Matteo, che è un vero e proprio idiota e lui sì, che ha la teoria del "basta che respiri" per le ragazze e si vanta a destra e a manca delle conquiste fatte in terra londinese.
Per fortuna nel finale, seppur solo citato da Katie, si riabilita un po', ma per il resto del libro ha avuto il mio più totale disprezzo per come Matteo era costretto a fare il maschio alfa, come dice lui stesso nel racconto.
Gli hobbit sono i miei preferiti: Gabriele e Rachele sono adorabili, anche se probabilmente mi causerebbero attacchi di ira da qui all'eternità senza l'intervento di tata Katie =D scherzi a parte, si comportano come dei diavoli usciti dall'Inferno per colpa di ciò che hanno passato, che poi non è molto lontano da ciò che Teo ha passato. Presi per il verso giusto sono veramente adorabili e non si smetterebbe di voglierli bene per nulla al mondo.

Seppur di poche pagine, Con un poco di zucchero è un libro denso di significato, che sembra un po' frivolo, ma, come il Mary Poppins da cui prende ispirazione, è ricco di insegnamenti e fa riflettere. Nulla è come sembra e, anzi, c'è qualcosa di più profondo che porta i personaggi ad arrivare a un punto di non ritorno, insegnando loro cosa voglia dire vivere il presente fino in fondo.
Anch'io penso di aver imparato qualcosa da Katie, tutto sta nel ricordarsi questi piccoli insegnamenti e metterli in pratica ogni giorno =D

Ringrazio Chiara, quindi, per avermi fatto leggere il suo libro – su FB erano giorni e giorni che dicevo che non vedevo l'ora – e spero che scriva qualcosa di nuovo al più presto, perché i suoi personaggi e le sue trame, oltre al suo stile, mi danno sempre una carica incredibile e fanno riaffiorare in me il mio spirito da inguaribile romantica!

Voto:
Consigliatissimo!

E ora vado a prepararmi, scusate se sono così di corsa, ma i ragazzi non possono aspettare oggi =D

Buone letture,
Annette.