martedì 21 aprile 2009

{Recensione} Hyperversum – I primi nove capitoli

Circa due giorni fa ho comprato il primo volume di Hyperversum di Cecilia Randall, libro (o meglio, saga) consigliatomi da FantasyCaill.
Devo dire che per il momento non mi ha affatto delusa, anzi, mi sembra un libro molto bello e accurato. Come da titolo del post, al momento ho letto solo i primi nove capitoli (ma non escludo che nel proseguo della giornata potrei averne letti di più :P), quindi vorrei darvi le mie impressioni a caldo su questi.

Quarta di copertina: Daniel ha una passione bruciante per un videogioco online, Hyperversum, che trasporta la sua fantasia nella storia. Dentro la realtà virtuale ha imparato a essere un perfetto uomo del Medioevo e conosce tutte le astuzie per superare ogni livello di gioco. Una sera, Daniel gioca con alcuni amici e mentre vivono tutti insieme la loro avventura virtuale nel Medioevo vengono sorpresi da una tempesta che li tramortisce: i ragazzi si ritrovano così in Fiandra, nel bel mezzo della guerra che vede contrapposte Francia e Inghilterra. Si apre quindi per loro una nuova vita, nuove strade, un nuovo amore.

I primi nove capitoli: Il primo personaggio che ci viene presentato è Daniel, impegnato nel gioco Hyperversum, dove interpreta un ladro. Ma piano piano si scoprono anche gli altri personaggi, tra i quali Ian, Martin e Jodie, tre dei sei giocatori che verranno "risucchiati" nel gioco.
Ian è un giovane docente di
Storia Medievale all’Università, quindi esperto degli usi e costumi del XIII secolo, legge e scrive latino e le lingue anglosassone e franconormanna senza difficoltà.
Martin è il fratellino minore di Daniel, un tredicenne vivace e curioso con il sogno di diventare un giocatore di baseball professionista. Condivide con Daniel e Ian la stessa passione per Hyperversum e non si perde mai una partita.
Jodie è la ragazza di Daniel, è carina e sportiva, ma timorosa di fronte alle novità; non ama le avventure, a meno che non siano dietro lo schermo di un computer.
Oltre a Daniel, Ian, Jodie e Martin, partecipano via internet alla partita "incriminata" anche Carl, compagno di università di Daniel, partecipa spesso alle sue partite con Hyperversum, pur non essendo appassionato come l'amico, e Donna amica di Carl, studia medicina come Jodie ed è due anni più avanti negli studi.
I personaggi interpretati dai sei ragazzi si ritrovano nella Francia del 1200, proprio nel periodo dei conflitti tra quel paese e l'Inghilterra. Dopo un naufragio, quattro di loro si ritrovano prima sulla spiaggia e poi in un villaggio delle Fiandre (territorio legato storicamente all'Inghilterra e poi conquistato dai francesi); si può dire che fin da subito il gruppo si mette nei guai.

Parere personale: Il libro, come già accennato, è scritto molto bene, l'autrice è decisamente molto brava nel far entrare il lettore nell'atmosfera che si respira (scusate se a volte mi ripeto nel descrivere queste cose). La documentazione c'è e si vede molto: tutta la parte storica non appesantisce la narrazione, anzi, secondo me la aiuta molto, come aiuta molto il lettore a immedesimarsi in questo o in quel personaggio; i quattro protagonisti (più una ragazza che cercano di salvare) si ritrovano a fare i conti con la società del tempo e ne imparano le leggi e le regole il più delle volte a loro spese.
Rispetto ad altri autori di fantasy/fantastico (perdonate se li metto sullo stesso piano), la Randall è molto brava, ha inserito particolari originali in una storia che potrebbe sembrare abusata (i giocatori che si ritrovano nel gioco), come sottolinerebbe Gamberetta, il più delle volte racconta anziché mostrare, ma questa non è una grave pecca perché si può dire che faccia un lavoro di riassunto, cioè un capitolo si chiude su un punto importante e in quello successivo c'è una specie di sintesi che racconta, attraverso i pensieri di un personaggio, quello che non è stato "visto" dal lettore e che viene "visto" dopo. A me non sembra un brutto espediente per raccontare, basta non abusarne e mi pare che la Randall non l'abbia fatto.
Come dicevo la documentazione storica (e non solo) c'è, stranamente visto che in molti autori (e di conseguenza nei loro libri) questo aspetto non esiste (Troisi in primis. Non prendetelo per accanimento su di lei, ma è il primo esempio lampante di non documentazione che mi viene in mente), perché può essere considerato una cosa noiosa, che non vale la pena di fare, tanto i lettori non se ne accorgono. Penso che la Randall abbia pensato anche a noi lettori, quando si è documentata, perché ha fatto un ottimo lavoro e non prende per il naso chi legge un suo libro, ma lo mette sul suo stesso piano.
I personaggi già da subito sono molto ben caratterizzati (il bello non è solo bello e intelligente, ma ha delle sfumature di carattere che lo rendono interessante, ecc.) e suppongo che con l'andare avanti del romanzo (e della trilogia) modifichino un po' certi aspetti del loro carattere, un po' come nei classici romanzi di formazione.

So che non ho detto molto della trama, ho parlato molto in generale, ma non vorrei rovinare la lettura a chi non l'ha ancora letto. Per quello che ho letto finora (e che può sembrare poco) mi sento di consigliarlo a chi ama i romanzi d'avventura e/o storici, ma anche fantastici, perché può essere una lettura molto piacevole. Ma per ulteriori consigli mi riservo di parlarne anche in seguito, a lettura di romanzo (o di trilogia, dipende dal tempo che vi dedicherò) ultimata.

Voto: ★★★★★
Eruannë.
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Link inerenti al post:
» il sito di Hyperversum (attenzione agli "spoiler" presenti, se non volete rovinarvi la lettura degli altri libri)
» Hyperversum su Wikipedia
» Cecilia Randall su Wikipedia
» il progetto di romanzo collettivo legato alla trilogia
» le Fiandre su Wikipedia
» i personaggi di Hyperversum in un forum

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