Titolo: Sangue Blu
Autore: Melissa de la Cruz
Data di pubblicazione: 2011
Casa editrice: Fanucci Editore
Collana: SuperTeens
Genere: Urban Fantasy, Teens
Pagine: 288
Prezzo: 6.50€
Quarta di copertina: Schuyler Van Alen frequenta un'esclusiva scuola di New York, in cui non si è mai ambientata fino in fondo. Ha quindici anni quando la sua vita cambia di colpo: una compagna di scuola, Aggie, viene trovata morta suscitando in lei un'ossessione inspiegabile. Ma non è solo questo a sconvolgerla: Jack Force, il ragazzo più bello del suo corso, si mostra improvvisamente interessato a lei, come se Schuyler possedesse un alone di fascino e mistero. Poi c'è Bliss, un nuovo arrivo che frequenta quella snob di Mimi e che si innamora in un attimo del suo amico Dylan. A complicare ulteriormente le cose ci si mette sua nonna Cordelia – che a oltre novant'anni si comporta come un'affascinante cinquantenne –, un cane che trova per strada e sembra essersi innamorato di lei, un amico geloso fino al ridicolo e un lavoro come modella capitato per caso.
Così, tra il cuore che le batte per Jack, e Dylan che si mette nei guai, Schuyler dovrà capire cosa si cela dietro la morte di Aggie, e nel farlo entrerà in contatto con un mondo sconosciuto che guiderà verso il suo unico destino...
Le prime impressioni contano sempre, anche se c'è un piccolissimo margine di miglioramento nelle restanti 300 e passa pagine.
Le incongruenze persistono, ce n'è un'altra grande come una casa dopo la citazione che ho riportato qui e che mi ha dato da pensare (ancora): i due già citati gemelli sono eredi di un impero farmaceutico, ma nessuno dei due genitori, chissà come, è proprietario di una casa farmaceutica.
Lo so, queste non sono cose importanti ai fini della trama, ma personalmente mi disturbano notevolmente. Comunque andiamo avanti con la recensione.
Il libro, sebbene ricco di incongruenze e pezzi che non servono a nulla, tranne a dire "guardate come so descrivere bene New York", non è di per sé malvagio, anzi. Certo si potevano mettere meno elementi sul piatto, elaborare un po' di più certi passaggi, rendere più armonioso il tutto e, magari, visto che è il primo di una serie, lasciare anche qualcos'altro per dopo.
Sangue Blu è ambientato a New York e narra le avventure di un gruppo di ragazzi dell'East Side (mi ricorda vagamente qualcosa), tutti di buone famiglie risalenti ai tempi dei Padri Pellegrini sbarcati con la Mayflower nel 1620, che studia in un college molto esclusivo, il Duchesne.
E fin qui abbiamo una trama assolutamente normale, quindi la de la Cruz deve aver pensato "Come posso fare per rendere il tutto più interessante?", la risposta è semplice e diretta e ha già colpito varie autrici negli ultimi anni: basta rendere i personaggi dei vampiri.
Ma non vampiri qualunque, perché no, nel mondo della de la Cruz i vampiri non sono quelli classici che si dissolvono al sole, vengono annientati con l'aglio o una croce, bensì sono vampiri in quanto sono 1) immortali e 2) bevono sangue umano. Tutto il resto sono stupide dicerie messe in giro dal Conclave per far credere a un'esistenza dannata degli stessi vampiri e proteggere il buon nome dei Sangue Blu (?).
Ok, è un'interpretazione piuttosto originale del mito del vampiro, non c'è che dire, anzi le sono molto grata di non aver fatto sbrilluccicare al sole il protagonista (anche se al buio si illumina come un albero di Natale (cit.)). È molto interessante anche il fatto delle vite passate, cioè che i Sangue Blu, quando decidono di ritornare alla vita, impiantano il proprio dna, cioè il sangue blu, in un embrione.
Però, il libro così sarebbe stato una noia mortale (per non parlare del fatto che ricorda terribilmente Gossip Girl in versione dark), quindi cosa può mai succedere a degli esseri immortali? Ancora una volta la risposta è molto semplice: possono morire.
La mia espressione quando ho letto questo? Più o meno era così: o.O
Ovviamente c'è una spiegazione più che logica del perché anche gli esseri immortali per eccellenza possono morire così, senza aver fatto nulla di male. Semplicemente muoiono per dissanguamento.
Detta così fa ridere, ma come in tutte le cose c'è una spiegazione logica: consunzione. Praticamente Aggie non è semplicemente morta dissanguata, ma una qualche creatura l'ha prosciugata rendendo impossibile qualsiasi reinserimento del suo sangue in un nuovo ciclo, appropriandosi della sua anima (sì, i vampiri hanno un'anima) e delle sue memorie.
La de la Cruz dimostra di avere molta fantasia e questo è un bene, perché l'ho apprezzata notevolmente, e, cosa non meno importante, dà a tutto una spiegazione logica che non si poggia sul solito assunto "È così perché è fantasy". Se solo si fosse soffermata un po' di più sulla storia della morte di Aggie (passata subito in secondo piano, per poi riprendere piede) e dei Sangue Blu, anziché perdersi per circa 200 pagine nel racconto della vita di sei adolescenti ricchi e che possono avere qualsiasi cosa, il libro ne avrebbe guadagnato molto.
Le ultime 150 pagine, poi, sono le più interessanti e, come succede spesso in libri di questo genere, tutto diventa più rapido e quasi impalpabile, vengono messi nel piatto troppi argomenti a cui si cerca di dare una spiegazione, creando, però, solo scompiglio. Un vero peccato, perché se la de la Cruz si fosse svegliata un po' prima, il libro sarebbe stato senz'altro migliore.
Per quanto riguarda i personaggi, mi sono sembrati un po' piatti e stereotipati, soprattutto Mimi Force, che davvero non ho potuto soffrire e, se fossi stata nell'autrice, immortale o no, l'avrei fatta morire alla prima occasione =D
Schuyler tutto sommato è piuttosto normale, non spicca per qualche motivo particolare e, se non fosse per ciò che le dice sua nonna nel finale, si poteva benissimo paragonare a una comparsa.
Bliss e Dylan, invece, sono i due personaggi che ho più apprezzato. La loro è la classica storia d'amore travagliato e bellissimo, ricco di problemi e incomprensioni. E penso che comprerò il seguito soprattutto per sapere come finisce tra loro e cos'è successo a Dylan.
Oliver è il classico migliore amico innamorato della protagonista che fa di tutto per starle accanto, qualsiasi cosa succeda.
Jack, invece è il bello della situazione che si prende una cotta per Schuyler e le manda messaggi contrastanti della serie "mi piaci... ma non mi piaci poi così tanto... mi piaci di nuovo". Snervante e un po' infantile, nonostante si dica sia il più grande della compagnia.
I genitori, come sempre, fanno da comparse più o meno importanti, e i ragazzi, nonostante siano minorenni, possono fare ciò che vogliono, andare dove vogliono, con chi vogliono senza subire (quasi mai) le conseguenze delle loro azioni. Non capisco come nei libri (e nei telefilm per adolescenti) si possano scrivere delle cose del genere, dando l'impressione che i genitori e gli adulti siano dei buoni a nulla che impongono regole sempre più ferree e rigide. Anche qui succede più o meno lo stesso, nonostante i genitori di Bliss sembrino avere la testa sulle spalle molto più di altri che non si sono praticamente visti.
Di contro, Cordelia è un bel personaggio, molto realistico e dà l'impressione di essere l'unico adulto dotato di buonsenso. Ma forse questo dipende dalla sua storia, da ciò che ha dovuto vivere in passato e da come l'autrice ha deciso di concentrarsi su di lei, forse unica e vera protagonista del romanzo.
Il finale mi ha molto incuriosita e lascia spazio a molte (troppe) e varie interpretazioni, quindi penso che leggerò anche il secondo libro (mi pare sia già uscito anche in edizione economica). L'unica cosa che mi disturba è il fatto che la de la Cruz dimostra di avere le capacità per scrivere qualcosa di veramente valido, esulando dai classici cliché, ma sembra non voler applicarsi per far emergere nulla, restando nel limbo delle autrici-non-autrici, assecondando ancora una volta un mercato che vuole storielle semplici e lineari pensando che i lettori siano tutti idioti.
Al di là di tutte le varie considerazioni, devo dire che non se consigliare o meno questo libro, perché senz'altro a qualcuno piacerà tantissimo, soprattutto se appassionato del genere e dei cliché triti e ritrititi, mentre a qualcuno farà schifo, magari stanco di leggere sempre le stesse cose (e a ragione).
Dico solo che se volete leggerlo, lo fate a vostro rischio e pericolo ;D
Voto: ★★★
Autore: Melissa de la Cruz
Data di pubblicazione: 2011
Casa editrice: Fanucci Editore
Collana: SuperTeens
Genere: Urban Fantasy, Teens
Pagine: 288
Prezzo: 6.50€
Quarta di copertina: Schuyler Van Alen frequenta un'esclusiva scuola di New York, in cui non si è mai ambientata fino in fondo. Ha quindici anni quando la sua vita cambia di colpo: una compagna di scuola, Aggie, viene trovata morta suscitando in lei un'ossessione inspiegabile. Ma non è solo questo a sconvolgerla: Jack Force, il ragazzo più bello del suo corso, si mostra improvvisamente interessato a lei, come se Schuyler possedesse un alone di fascino e mistero. Poi c'è Bliss, un nuovo arrivo che frequenta quella snob di Mimi e che si innamora in un attimo del suo amico Dylan. A complicare ulteriormente le cose ci si mette sua nonna Cordelia – che a oltre novant'anni si comporta come un'affascinante cinquantenne –, un cane che trova per strada e sembra essersi innamorato di lei, un amico geloso fino al ridicolo e un lavoro come modella capitato per caso.
Così, tra il cuore che le batte per Jack, e Dylan che si mette nei guai, Schuyler dovrà capire cosa si cela dietro la morte di Aggie, e nel farlo entrerà in contatto con un mondo sconosciuto che guiderà verso il suo unico destino...
Le prime impressioni contano sempre, anche se c'è un piccolissimo margine di miglioramento nelle restanti 300 e passa pagine.
Le incongruenze persistono, ce n'è un'altra grande come una casa dopo la citazione che ho riportato qui e che mi ha dato da pensare (ancora): i due già citati gemelli sono eredi di un impero farmaceutico, ma nessuno dei due genitori, chissà come, è proprietario di una casa farmaceutica.
Lo so, queste non sono cose importanti ai fini della trama, ma personalmente mi disturbano notevolmente. Comunque andiamo avanti con la recensione.
Il libro, sebbene ricco di incongruenze e pezzi che non servono a nulla, tranne a dire "guardate come so descrivere bene New York", non è di per sé malvagio, anzi. Certo si potevano mettere meno elementi sul piatto, elaborare un po' di più certi passaggi, rendere più armonioso il tutto e, magari, visto che è il primo di una serie, lasciare anche qualcos'altro per dopo.
Sangue Blu è ambientato a New York e narra le avventure di un gruppo di ragazzi dell'East Side (mi ricorda vagamente qualcosa), tutti di buone famiglie risalenti ai tempi dei Padri Pellegrini sbarcati con la Mayflower nel 1620, che studia in un college molto esclusivo, il Duchesne.
E fin qui abbiamo una trama assolutamente normale, quindi la de la Cruz deve aver pensato "Come posso fare per rendere il tutto più interessante?", la risposta è semplice e diretta e ha già colpito varie autrici negli ultimi anni: basta rendere i personaggi dei vampiri.
Ma non vampiri qualunque, perché no, nel mondo della de la Cruz i vampiri non sono quelli classici che si dissolvono al sole, vengono annientati con l'aglio o una croce, bensì sono vampiri in quanto sono 1) immortali e 2) bevono sangue umano. Tutto il resto sono stupide dicerie messe in giro dal Conclave per far credere a un'esistenza dannata degli stessi vampiri e proteggere il buon nome dei Sangue Blu (?).
Ok, è un'interpretazione piuttosto originale del mito del vampiro, non c'è che dire, anzi le sono molto grata di non aver fatto sbrilluccicare al sole il protagonista (anche se al buio si illumina come un albero di Natale (cit.)). È molto interessante anche il fatto delle vite passate, cioè che i Sangue Blu, quando decidono di ritornare alla vita, impiantano il proprio dna, cioè il sangue blu, in un embrione.
Però, il libro così sarebbe stato una noia mortale (per non parlare del fatto che ricorda terribilmente Gossip Girl in versione dark), quindi cosa può mai succedere a degli esseri immortali? Ancora una volta la risposta è molto semplice: possono morire.
La mia espressione quando ho letto questo? Più o meno era così: o.O
Ovviamente c'è una spiegazione più che logica del perché anche gli esseri immortali per eccellenza possono morire così, senza aver fatto nulla di male. Semplicemente muoiono per dissanguamento.
Detta così fa ridere, ma come in tutte le cose c'è una spiegazione logica: consunzione. Praticamente Aggie non è semplicemente morta dissanguata, ma una qualche creatura l'ha prosciugata rendendo impossibile qualsiasi reinserimento del suo sangue in un nuovo ciclo, appropriandosi della sua anima (sì, i vampiri hanno un'anima) e delle sue memorie.
La de la Cruz dimostra di avere molta fantasia e questo è un bene, perché l'ho apprezzata notevolmente, e, cosa non meno importante, dà a tutto una spiegazione logica che non si poggia sul solito assunto "È così perché è fantasy". Se solo si fosse soffermata un po' di più sulla storia della morte di Aggie (passata subito in secondo piano, per poi riprendere piede) e dei Sangue Blu, anziché perdersi per circa 200 pagine nel racconto della vita di sei adolescenti ricchi e che possono avere qualsiasi cosa, il libro ne avrebbe guadagnato molto.
Le ultime 150 pagine, poi, sono le più interessanti e, come succede spesso in libri di questo genere, tutto diventa più rapido e quasi impalpabile, vengono messi nel piatto troppi argomenti a cui si cerca di dare una spiegazione, creando, però, solo scompiglio. Un vero peccato, perché se la de la Cruz si fosse svegliata un po' prima, il libro sarebbe stato senz'altro migliore.
Per quanto riguarda i personaggi, mi sono sembrati un po' piatti e stereotipati, soprattutto Mimi Force, che davvero non ho potuto soffrire e, se fossi stata nell'autrice, immortale o no, l'avrei fatta morire alla prima occasione =D
Schuyler tutto sommato è piuttosto normale, non spicca per qualche motivo particolare e, se non fosse per ciò che le dice sua nonna nel finale, si poteva benissimo paragonare a una comparsa.
Bliss e Dylan, invece, sono i due personaggi che ho più apprezzato. La loro è la classica storia d'amore travagliato e bellissimo, ricco di problemi e incomprensioni. E penso che comprerò il seguito soprattutto per sapere come finisce tra loro e cos'è successo a Dylan.
Oliver è il classico migliore amico innamorato della protagonista che fa di tutto per starle accanto, qualsiasi cosa succeda.
Jack, invece è il bello della situazione che si prende una cotta per Schuyler e le manda messaggi contrastanti della serie "mi piaci... ma non mi piaci poi così tanto... mi piaci di nuovo". Snervante e un po' infantile, nonostante si dica sia il più grande della compagnia.
I genitori, come sempre, fanno da comparse più o meno importanti, e i ragazzi, nonostante siano minorenni, possono fare ciò che vogliono, andare dove vogliono, con chi vogliono senza subire (quasi mai) le conseguenze delle loro azioni. Non capisco come nei libri (e nei telefilm per adolescenti) si possano scrivere delle cose del genere, dando l'impressione che i genitori e gli adulti siano dei buoni a nulla che impongono regole sempre più ferree e rigide. Anche qui succede più o meno lo stesso, nonostante i genitori di Bliss sembrino avere la testa sulle spalle molto più di altri che non si sono praticamente visti.
Di contro, Cordelia è un bel personaggio, molto realistico e dà l'impressione di essere l'unico adulto dotato di buonsenso. Ma forse questo dipende dalla sua storia, da ciò che ha dovuto vivere in passato e da come l'autrice ha deciso di concentrarsi su di lei, forse unica e vera protagonista del romanzo.
Il finale mi ha molto incuriosita e lascia spazio a molte (troppe) e varie interpretazioni, quindi penso che leggerò anche il secondo libro (mi pare sia già uscito anche in edizione economica). L'unica cosa che mi disturba è il fatto che la de la Cruz dimostra di avere le capacità per scrivere qualcosa di veramente valido, esulando dai classici cliché, ma sembra non voler applicarsi per far emergere nulla, restando nel limbo delle autrici-non-autrici, assecondando ancora una volta un mercato che vuole storielle semplici e lineari pensando che i lettori siano tutti idioti.
Al di là di tutte le varie considerazioni, devo dire che non se consigliare o meno questo libro, perché senz'altro a qualcuno piacerà tantissimo, soprattutto se appassionato del genere e dei cliché triti e ritrititi, mentre a qualcuno farà schifo, magari stanco di leggere sempre le stesse cose (e a ragione).
Dico solo che se volete leggerlo, lo fate a vostro rischio e pericolo ;D
Voto: ★★★
Eruannë.
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