Titolo: Il duello: Costanza Arconati tra Giovanni Berchet e Pietro Borsieri
Autore: Cristina Contilli
Data di pubblicazione: 2011
Casa editrice: Carta e Penna Editore
Genere: Storico, Erotico
Pagine: 47
Prezzo: 7.00€
Quarta di copertina: La storia di Giovanni Berchet e Costanza Arconati ha qualcosa di ambiguo e affascinante, perché sia nelle manifestazioni private (le lettere) sia in quelle pubbliche (come la dedica in apertura al volume di traduzioni delle Antiche Romanze Spagnole) sembra sempre muoversi sul sottile crinale che separa l'amicizia dall'amore. D'altra parte, i contemporanei (Pellico, Borsieri, Gioberti) descrivono Berchet come una persona dal carattere chiuso e malinconico, il che potrebbe spiegare il tono nostalgico, affettuoso, confidenziale, ma mai troppo intimo e passionale delle lettere indirizzate a Costanza.
Pietro Borsieri, invece, aveva un carattere più aperto e passionale di Berchet e, in una lettera del 1849, indirizzata a Costanza, la ringrazia della sua sempre calda ed amatoria amicizia. Ho scelto come titolo il duello, perché era frequente nell'Ottocento per difendere il proprio onore (in ambito sentimentale o patriottico) sfidare qualcuno a un confronto con la spada o con la pistola. Sul concetto di onore e sulla difesa dei propri ideali, ma anche del proprio orgoglio, si misurano tutti i personaggi che appaiono in questa ricostruzione storica e che spesso si trovano a dover prendere decisioni sofferte.
Devo dire che sono stata indecisa fino all'ultimo se fare una recensione più dettagliata del libro o lasciare solo un commento generale su aNobii (come, d'altra parte, ho già fatto). Alla fine, convinta anche dai numerosi commenti positivi, ho pensato di dire la mia in modo più esaustivo.
Questo libro, come altri che ho potuto leggere grazie alle catene, non mi ha per nulla soddisfatta, anzi, mi ha fortemente delusa.
Io amo i romanzi storici, è un genere che adoro da sempre, esattamente come i libri gialli, e amo anche le storie d'amore realmente esistite e romanzate perché un pubblico sempre più vasto le possa conoscere e apprezzare.
Purtroppo in questo romanzo non c'è quasi nulla, note a parte, che dia una qualche indicazione sulla storia che fa da sfondo, tranne qualche accenno qui e là a prigionie nello Spielberg, esili forzati e altre cose molto comuni nell'800 e che di solito si ritrovano nei libri di scuola.
Quello che invece non manca è il fattore sesso.
Chi mi conosce sa che mi dà particolarmente fastidio (infatti lo evito come la peste, e leggendo la trama di questo racconto non pensavo ce ne fosse, anzi...) trovarlo in un libro, soprattutto se questo è di poche pagine e una sì e una no c'è una descrizione dettagliata di un atto sessuale, praticamente fine a se stesso, senza il minimo pathos, buttato lì perché sì (nel mondo delle fanfiction questo si chiama PWP = Plot? What plot?, tipico soprattutto nei film porno).
Capisco che l'ambientazione principalmente sia quella della camera da letto e che due amanti non si guardino negli occhi tutto il tempo dicendosi solo paroline dolci, ma a mio avviso si potevano impostare i capitoli anche in modo diverso, perché sembrano tutti uguali, fatti con lo stampino, come se non ci fosse la minima fantasia.
Fortunatamente un misero 10% vede protagonisti Silvio Pellico e il duello tanto decantato nel titolo.
Il duello tra Berchet e Borsieri nel titolo non esiste, o meglio c'è, ma viene solo toccato di sfuggita, come se non fosse importante ai fini della trama. Ma se di Berchet non si parla minimamente, allora cosa c'entra? Perché nella quarta di copertina e nelle note viene nominato più e più volte e poi all'interno del romanzo avrà sì e no due righe tutte per sé?
Francamente non mi capacito di questa cosa. Se si voleva scrivere qualcosa solo sulla passione (anche se sarebbe più corretto parlare esclusivamente di attrazione sessuale, perché di passione vera e propria non c'è traccia) tra Borsieri e la Arconati si poteva benissimo fare a meno di tirare in ballo il terzo incomodo se poi non lo si voleva neanche caratterizzare.
Altra nota dolente: la caratterizzazione dei personaggi.
Atti sessuali a parte, sappiamo ben poco di loro dal romanzo stesso, perché il grosso ci viene raccontato dalle note. Sì, ci sono alcuni momenti, più unici che rari, in cui c'è un po' di introspezione, psicologia e qualche personaggio dimostra di avere coraggio, ma più di questo non c'è. Anche i personaggi sembrano riprodotti con lo stampo... forse solo Pellico e, per quei due secondi in cui compare, Berchet si salvano dall'anonimato.
Come ho già scritto poco più sopra, il pathos manca totalmente, forse questo è dovuto a una scrittura grezza dell'autrice, ricca di virgole (spesso usate in modo selvaggio e a volte messe a caso, visto che compaiono nei posti sbagliati) e di incisi che di certo non aiutano il lettore a mettersi a proprio agio.
Di buono c'è che il libro è corto e non porta via molto tempo, ma questo può essere di consolazione per tutto il resto? Io non credo. Anche se si legge in poco tempo, la noia e la difficoltà a seguire il filo conduttore della storia, soprattutto a causa dello stile utilizzato, fanno sembrare quell'ora (più o meno) interminabile.
Mi dispiace sempre quando sono critica verso un autore italiano, soprattutto quando ha delle idee buone, ma non le sfrutta a dovere. Consiglio vivamente all'autrice, quindi, di riprendere l'idea di base in mano, eliminare la maggior parte delle scenedi sesso che stonano vistosamente col resto, caratterizzare meglio i personaggi e riscrivere il tutto in forma più fluida e argomentata (eliminando le note prima e dopo, perché o si scrive un saggio storico o si scrive un romanzo, non si possono fare entrambe le cose), magari facendosi aiutare da un editor.
Voto: ★★
E con questo auguro a tutti buona notte e scusatemi per la lungaggine,
Autore: Cristina Contilli
Data di pubblicazione: 2011
Casa editrice: Carta e Penna Editore
Genere: Storico, Erotico
Pagine: 47
Prezzo: 7.00€
Quarta di copertina: La storia di Giovanni Berchet e Costanza Arconati ha qualcosa di ambiguo e affascinante, perché sia nelle manifestazioni private (le lettere) sia in quelle pubbliche (come la dedica in apertura al volume di traduzioni delle Antiche Romanze Spagnole) sembra sempre muoversi sul sottile crinale che separa l'amicizia dall'amore. D'altra parte, i contemporanei (Pellico, Borsieri, Gioberti) descrivono Berchet come una persona dal carattere chiuso e malinconico, il che potrebbe spiegare il tono nostalgico, affettuoso, confidenziale, ma mai troppo intimo e passionale delle lettere indirizzate a Costanza.
Pietro Borsieri, invece, aveva un carattere più aperto e passionale di Berchet e, in una lettera del 1849, indirizzata a Costanza, la ringrazia della sua sempre calda ed amatoria amicizia. Ho scelto come titolo il duello, perché era frequente nell'Ottocento per difendere il proprio onore (in ambito sentimentale o patriottico) sfidare qualcuno a un confronto con la spada o con la pistola. Sul concetto di onore e sulla difesa dei propri ideali, ma anche del proprio orgoglio, si misurano tutti i personaggi che appaiono in questa ricostruzione storica e che spesso si trovano a dover prendere decisioni sofferte.
Devo dire che sono stata indecisa fino all'ultimo se fare una recensione più dettagliata del libro o lasciare solo un commento generale su aNobii (come, d'altra parte, ho già fatto). Alla fine, convinta anche dai numerosi commenti positivi, ho pensato di dire la mia in modo più esaustivo.
Questo libro, come altri che ho potuto leggere grazie alle catene, non mi ha per nulla soddisfatta, anzi, mi ha fortemente delusa.
Io amo i romanzi storici, è un genere che adoro da sempre, esattamente come i libri gialli, e amo anche le storie d'amore realmente esistite e romanzate perché un pubblico sempre più vasto le possa conoscere e apprezzare.
Purtroppo in questo romanzo non c'è quasi nulla, note a parte, che dia una qualche indicazione sulla storia che fa da sfondo, tranne qualche accenno qui e là a prigionie nello Spielberg, esili forzati e altre cose molto comuni nell'800 e che di solito si ritrovano nei libri di scuola.
Quello che invece non manca è il fattore sesso.
Chi mi conosce sa che mi dà particolarmente fastidio (infatti lo evito come la peste, e leggendo la trama di questo racconto non pensavo ce ne fosse, anzi...) trovarlo in un libro, soprattutto se questo è di poche pagine e una sì e una no c'è una descrizione dettagliata di un atto sessuale, praticamente fine a se stesso, senza il minimo pathos, buttato lì perché sì (nel mondo delle fanfiction questo si chiama PWP = Plot? What plot?, tipico soprattutto nei film porno).
Capisco che l'ambientazione principalmente sia quella della camera da letto e che due amanti non si guardino negli occhi tutto il tempo dicendosi solo paroline dolci, ma a mio avviso si potevano impostare i capitoli anche in modo diverso, perché sembrano tutti uguali, fatti con lo stampino, come se non ci fosse la minima fantasia.
Fortunatamente un misero 10% vede protagonisti Silvio Pellico e il duello tanto decantato nel titolo.
Il duello tra Berchet e Borsieri nel titolo non esiste, o meglio c'è, ma viene solo toccato di sfuggita, come se non fosse importante ai fini della trama. Ma se di Berchet non si parla minimamente, allora cosa c'entra? Perché nella quarta di copertina e nelle note viene nominato più e più volte e poi all'interno del romanzo avrà sì e no due righe tutte per sé?
Francamente non mi capacito di questa cosa. Se si voleva scrivere qualcosa solo sulla passione (anche se sarebbe più corretto parlare esclusivamente di attrazione sessuale, perché di passione vera e propria non c'è traccia) tra Borsieri e la Arconati si poteva benissimo fare a meno di tirare in ballo il terzo incomodo se poi non lo si voleva neanche caratterizzare.
Altra nota dolente: la caratterizzazione dei personaggi.
Atti sessuali a parte, sappiamo ben poco di loro dal romanzo stesso, perché il grosso ci viene raccontato dalle note. Sì, ci sono alcuni momenti, più unici che rari, in cui c'è un po' di introspezione, psicologia e qualche personaggio dimostra di avere coraggio, ma più di questo non c'è. Anche i personaggi sembrano riprodotti con lo stampo... forse solo Pellico e, per quei due secondi in cui compare, Berchet si salvano dall'anonimato.
Come ho già scritto poco più sopra, il pathos manca totalmente, forse questo è dovuto a una scrittura grezza dell'autrice, ricca di virgole (spesso usate in modo selvaggio e a volte messe a caso, visto che compaiono nei posti sbagliati) e di incisi che di certo non aiutano il lettore a mettersi a proprio agio.
Di buono c'è che il libro è corto e non porta via molto tempo, ma questo può essere di consolazione per tutto il resto? Io non credo. Anche se si legge in poco tempo, la noia e la difficoltà a seguire il filo conduttore della storia, soprattutto a causa dello stile utilizzato, fanno sembrare quell'ora (più o meno) interminabile.
Mi dispiace sempre quando sono critica verso un autore italiano, soprattutto quando ha delle idee buone, ma non le sfrutta a dovere. Consiglio vivamente all'autrice, quindi, di riprendere l'idea di base in mano, eliminare la maggior parte delle scene
Voto: ★★
E con questo auguro a tutti buona notte e scusatemi per la lungaggine,
Eruannë.
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