Titolo: Nella colonia penale
Autore: Franz Kafka
Data di pubblicazione: 2012
Casa editrice: Leone Editore
Collana: I cortoromanzi
Genere: Horror
Pagine: 76
Prezzo: 1.00€
Quarta di copertina: Nella colonia penale si può classificare come un racconto horror, che contiene in nuce molti dei temi cari all'autore boemo.
La storia dell'ultimo utilizzo della terribile macchina di tortura usata in una innominata colonia penale va ben oltre le crude descrizioni del suo funzionamento, segna piuttosto l'ultima, estrema tappa di una giustizia «di Stato» efferata e disumana nei confronti del singolo individuo, paradossalmente alla vigilia di una tragedia di portata ben più vasta, la Prima guerra mondiale.
Ieri sera, dopo aver finito di leggere Identità Globale e di scriverne la recensione, mi sono lasciata tentare da questo piccolissimo libretto, che risponde al nome di Nella colonia penale.
Non avevo mai letto qualcosa di Kafka, anche se nei miei propositi futuri c'è da molto tempo la lettura de Le Metamorfosi, perché ne ho sentito tanto parlare, ma non ho ancora avuto il piacere di averlo tra le mani.
Questo breve racconto (perché le 76 pagine sono da dividere per 2, visto che c'è il testo a fronte in tedesco) è... inquietante e raccapricciante, ma veramente affascinante. È vero che non avrei voluto assistere a ciò che viene raccontato, perché sono piuttosto sensibile, ma Kafka ha descritto tutto in modo così crudo che non si può fare a meno di restarne affascinati.
La descrizione della macchina di tortura ideata da un comandante non meglio specificato è geniale e al tempo stesso macabra. D'altra parte il periodo storico in cui è stato scritto il racconto e in cui è vissuto Kafka (che era lo stesso dei miei nonni, storie di guerra/dopoguerra ne ho sentite parecchie) non lasciava molto spazio a fantasie che non riguardassero torture, ammazzamenti, sentenze e condanne date senza un processo giusto. (Poi se sbaglio, sono pronta ad ammetterlo e a ricredermi)
Nella colonia penale è ambientato in una non meglio identificata colonia penale, appunto, dove un viaggiatore è chiamato ad assistere alla condanna di un attendente che non ha assolto il proprio compito e per questo viene punito – senza processo e senza possibilità di difendersi, anzi, lui non sa neanche di essere in procinto di essere torturato e ucciso –.
L'ufficiale addetto alla macchina di tortura è ben lieto di avere uno spettatore illustre che vedrà l'esecuzione e per questo, prima di iniziare, spiega il funzionamento e le parti che compongono lo strumento.
Come ho già detto, la descrizione è tecnica, dettagliata e molto macabra, perché Kafka non ha certo tralasciato i particolari più crudi, anzi, si è soffermato, ha esaminato a fondo tutto perché il lettore sapesse cosa succede in quella colonia penale.
La traduzione di questa edizione, purtroppo, non è delle migliori e spesso e volentieri ci sono alcuni errori, qualche refuso qui e là, per cui non rende sufficientemente giustizia a quanto descritto dall'autore; devo dire, però, che i termini italiani usati per le componenti della macchina sono appropriati, danno molto bene l'idea di cosa la macchina faccia anche prima di saperne la descrizione dettagliata.
Un racconto che lascia shockati per la sua crudeltà, ma che al tempo stesso invoglia il lettore a proseguire nella lettura, per saperne di più, per scoprire se la macchina assolverà il suo compito o verrà messa in pensione per sempre.
Le mie quattro stelline se le è meritate tutte (avrei dato anche di più, ma la traduzione mi ha frenata u.u) e, a questo punto, voglio proprio leggere qualcos'altro di Kafka =D
Buon proseguimento di giornata,
Eruannë.
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