lunedì 1 agosto 2011

Nuova disciplina del prezzo dei libri

Il 20 luglio, è passata al Senato la legge sul prezzo del libro che, in sintesi, dall'1 settembre p.v. impone un tetto, fissato al 15%, per gli sconti applicabili ai libri, al fine di equiparare grandi catene di distribuzione come Feltrinelli, Mondadori, Giunti ai piccoli e medi distributori che non possono fare gli stessi sconti applicati altrove, e stabilisce che "i saldi" possono essere effettuati solo una volta all'anno e non nel periodo natalizio.
Il ddl, oltre a essere stato sottoscritto dal PD (cosa che mi ha dato molto da pensare), è stato fortemente voluto da un gruppo di medio-piccoli editori e di librai indipendenti, cioè dai Mulini a vento che, più o meno da un anno a questa parte, stavano lottando per avere una legge simile.

In rete, ovviamente, c'è stata una netta spaccatura, tra lettori indignati (talvolta anche piccoli editori o librai indipendenti che non hanno aderito ai Mulini a vento) ed editori medio-piccoli soddisfatti finalmente di avere le stesse possibilità di sopravvivere dei grandi editori.
Tra i lettori indignati è subito nata una petizione da presentare al Presidente della Repubblica e, un po' più in sordina, ma che secondo me è un'idea che merita accoglimento, una proposta su aNobii (più precisamente qui) di sciopero dell'acquisto dei libri.

In questi ultimi due giorni, mi sono soffermata a pensare ai pro e contro di entrambe e questo è ciò che è emerso:
» Petizione per la revisione e/o cancellazione della legge
Pro: La legge non entra in vigore e i lettori possono continuare a comprare libri con sconti fittizi* anche del 30% in negozio o del 40% o più su internet, lasciando libero il mercato da qualsivoglia vincolo, permettendo alla grande distribuzione di "fare i saldi" più volte in un anno solare.
Contro: Le piccole librerie indipendenti e i medio-piccoli editori saranno costretti a chiudere perché impossibilitati ad applicare le stesse promozioni delle grandi case editrici che curano la distribuzione nei loro punti vendita, abbassando i prezzi come più piace a loro.

*Gli sconti che trovate adesso in circolazione nelle librerie gestite dalle case editrici più grandi sono di fatto fittizi, in quanto il prezzo del libro è maggiorato ancora prima di uscire dalla ce e gli viene applicato uno sconto del 25-30% che in realtà può ricondurre al "prezzo reale".

» Sciopero dei lettori per qualche mese
Pro1: Gli editori sono costretti dai lettori (e non solo dalla nuova legge), giocoforza, ad abbassare i prezzi dei libri per invogliare i lettori a comprarli non avendo più la possibilità di fare sconti elevati e, soprattutto, vedendo che, dovendo sostenere loro stessi delle spese, ci stanno solo perdendo.
Pro2: I lettori riscoprono le biblioteche, i vecchi libri nascosti in qualche anfratto polveroso delle proprie librerie o si affidano agli scambi e altre iniziative promosse dentro e fuori la rete per fare circolare i libri in modo libero e senza vincoli (pura utopia, perché i libri dovrebbero essere sempre comprati da qualcuno e se i prezzi sono quelli attuali, ce li possiamo pure sognare).
Contro1: La legge rimane quella, con tutti i pro e i contro che ne derivano, e i prezzi dei libri saranno sempre decisi dalle case editrici.
Contro2: Le piccole librerie indipendenti e i medio-piccoli editori saranno più a rischio "perdita" dei grandi editori.


A mio avviso fissare un tetto massimo di sconto vuol dire che il lettore sarà costretto, con i prezzi che ci sono adesso, a comprare sempre meno libri, quindi si verificherà ancora di più quello che succede ormai da decenni in Italia: un abbassamento ulteriore della percentuale di chi compra e legge libri.
Oppure, come auspica qualcuno, si verificherà ciò che è successo in Paesi come la Francia e la Germania, dove il prezzo del libro, a seguito di una legge simile e più vincolante, è diminuito in modo esponenziale.
Tale legge può essere giusta fino a un certo punto, ma se proprio voleva soddisfare anche i lettori – i primi fruitori del bene librario e che quindi andrebbero favoriti e incentivati –, avrebbe dovuto fissare un tetto massimo per i costi dei libri, oltre che degli sconti, soprattutto per quanto riguarda i libri destinati allo studio che sempre più spesso costano uno sproposito a causa di rincari che non dovrebbero gravare sulle tasche delle famiglie.

Io non firmerò la petizione, perché vorrebbe dire darla vinta alle grandi case editrici che fanno i prezzi sempre più alti, ma farò lo Sciopero dei libri, quindi dall'1 settembre al 31 dicembre non comprerò libri nelle librerie, leggerò i libri che ho o, se vorrò leggerne altri e/o di nuovi, andrò in biblioteca, cercherò tra gli scambi e al mercatino dell'usato, me li farò prestare.
Sarà dura perché comprare libri è l'unica forma di shopping in cui sono "compulsiva" =D ma se può servire a qualcosa, soprattutto per riavere dei prezzi giusti sui libri, allora lo farò senza problemi, in fondo in questi ultimi mesi ho rimpinguato per bene la mia libreria.

Chi altro se la sente di fare questo sciopero?
Eruannë.

5 commenti:

  1. Mha, io ci credo poco che le case editrici abbasseranno i prezzi, fittizi o meno. Toglieranno un paio di euro se va bene, spiegandoci quanto sia impossibile per questioni di mercato tenere un costo basso, e alla fine quelli che ci rimetteranno siamo noi. Internet è usato principalmente da un pubblico relativamente giovane di lettori che consumano un po' di più rispetto alla media e che non combaciano necessariamente con la gente che frequenta la libreria.Tutta questa gente si vedrà praticamente salassare il portafogli (pure io sono un lettore compulsivo, e non oso pensare cosa accadrà).
    Inoltre, come dici, quando mai si è sentito che si da un tetto massimo sullo sconto e non sul prezzo? Che poi su IBS almeno durante i saldi generali il 10-15% di sconto lo fanno pure per i piccolissimi editori, quindi...
    L'idea dello sciopero dei lettori potrebbe essere buona, ma dovrebbe essere un'azione di massa. Se non ottiene maggior visibilità non servirà a molto, quindi meglio la petizione di nulla.
    Una cosa è certa, mi conviene fare incetta finché sono in tempo.

    RispondiElimina
  2. alle case editrici basta poco per ridurre i costi e ridurre così anche i prezzi in modo da mantenere invariato il loro guadagno effettivo. basta notare le edizioni rilegate dei nuovi romanzi, hanno un font di almeno 12pt se va bene, un'interlinea spesso e volentieri doppia, per non parlare poi dei margini: laterali di almeno 2cm, e vogliamo commentare quelli superiori e/o inferiori?
    a loro basta ridurre questi spazi e pouff! stesso libro pubblicato con meno carta. quindi meno costo (non solo derivato dal risparmio di carta)
    ad ogni modo anch'io ho approfittato per bene degli ultimi sconti ed ho una libreria bella pienotta. mi unisco al tuo sciopero. senza contare che già da tempo mi ero fidelizzata alle biblioteche che il più delle volte forniscono titoli che non ti è nemmeno più permesso di sognare di vedere sugli scaffali dei punti vendita.
    se questo decreto permette di riportare i prezzi di copertina a un livello più umano, ben venga.
    qualcuno si è accorto di come i tascabili da un prezzo di 5€ a volume si siano spostati ai 12 (se non 16 o 17) attuali?
    cose da pazzi...

    RispondiElimina
  3. Mi scuso se rispondo così in ritardo e se probabilmente vi sembreranno risposte un po' sconclusionate...

    @Chagall: In queste settimane su Facebook qualcuno ha creato eventi e gruppi per informare dello sciopero, ma francamente sono due cose che non mi piacciono/ispirano molta fiducia. Però meglio di niente, anche se secondo me bisognerebbe informare giornali e tv di questa cosa: la legge è stata votata a luglio, quando la maggior parte delle persone erano in ferie, e non è stata data molta risonanza, anzi più di qualcuno ha sviato l'argomento o, addirittura, l'ha ignorato. Forse non lo ritengono abbastanza importante?
    Concordo con te sul fatto che un abbassamento dei prezzi massiccio sarà pressoché impossibile, ma tentare di far capire qualcosa alle case editrici non nuoce... anche se, purtroppo, sono convinta faranno orecchie da mercante.

    @Lilith: Per quanto riguarda impaginazione, interlinee, ecc. sono altre cose che mi mandano proprio in bestia, perché le case editrici in questo modo hanno capito che possono aumentare i prezzi di copertina come più le aggrada, ma se poi vai a prendere l'edizione originale, noti quanto le case editrici straniere siano più attente a questi dettagli e vendano molto di più.
    Forse le nostre CE non si rendono conto che così facendo non aumentano il guadagno, ma rischiano solo di abbassarlo ulteriormente.
    Io mi domando se sia così difficile capire che più libri pubblichi con certi accorgimenti e a un prezzo che si aggira intorno ai 10€, più si può guadagnare. So che dietro ogni prezzo di copertina ci sono percentuali divise per ogni anello della catena produttiva e non, ma secondo me potrebbero guadagnare tutti di più se iniziassero a fare i conti comprendendo i lettori, tutti, dal più povero al più ricco e non solo quest'ultimi.
    Mi sa che alla fine, se continuano in questo modo, nessuno comprerà più un solo libro, perché si arriverà alla conclusione che o mangi o compri libri.
    C'è di buono che probabilmente le biblioteche ringrazieranno per tutti i nuovi iscritti, anche se, al tempo stesso, malediranno le CE perché neanche loro possono più auspicare a sconti massicci per l'acquisto dei nuovi libri.

    Questa è l'Italia...

    RispondiElimina
  4. e poi si vedono in giro tascabili che si leggono con la lente d'ingrandimento... non so se ti sono mai capitati per le mani
    bah, in ogni caso è ufficialmente entrata in vigore. vedremo come evolverà la situazione.

    RispondiElimina
  5. ciao, io ti conosco su aNobii :)
    io ho fortissime, enormi perplessità sul fatto che vedremo i prezzi abbassarsi: quando anni fa ci fu lo scandalo dei prezzi per il latte in polvere per neonati - io compravo in Italia una confezione a 60.000 Lire e mio marito mi riportava dalla Germania una identica confezione (stessa marca, stesso peso, stessi ingredienti) all'equivalente di 18.000 Lire! - ci vollero 4-5 ANNI prima che le ditte produttrici si decidessero ad abbassare i prezzi in Italia! e parlo di latte in polvere e di neonati, con tutto quel che ne consegue.
    i libri? gli italiani ne leggono pochi comunque, chi glielo fa fare di adeguarsi alla richiesta di mercato?
    *pessimismo e fastidio*

    RispondiElimina

Se sei un utente anonimo, ricorda di firmarti così ti potrò rispondere meglio! Grazie =)
If you are an anonymous user, remember to sign so I'll be able to better respond you! Thanks =)