Titolo: Le streghe di East End
Autore: Melissa de la Cruz
Anno: 2011
Casa editrice: Leggereditore
Collana: Narrativa
Genere: Paranormal Romence, Urban Fantasy
Pagine: 294
Prezzo: 10.00€
Quarta di copertina: A volte la vita è fatta di pura magia... a volte c'è solo una possibilità per ristabilire i fragili equilibri fra il bene e il male. E ora tutto dipende dalle Beauchamp. È settembre e le tre donne si sono da poco trasferite a North Hampton. Sulla cittadina sembra regnare la calma; tuttavia, quando la comunità viene sconvolta da morti e scomparse misteriose, e gli occhi di tutti sono su di loro, dovranno decidere da che parte stare e riprendere in mano il loro destino.
Da secoli hanno rinunciato ai propri poteri: Joanna può resuscitare i morti, Ingrid prevede il futuro, e Freya ha una pozione magica per ogni pena d'amore. Ora il tempo stringe, ed è giunto il momento di recuperarli...
Fra misteri, forze oscure da placare, sensualità e vero amore, si muove questa nuova avventura dal ritmo incessante e irresistibile.
Prima di tutto lasciatemi dire che la quarta di copertina fornisce delle indicazioni sbagliate sulla trama e sulla
tempistica degli avvenimenti.
Le Beauchamp non si sono "appena trasferite", ma vivono a North Hampton da prima che la storia che ci viene raccontata abbia inizio, sono ben integrate nella comunità, come viene ripetuto a ogni pagina dalla stessa autrice. Secondariamente il libro non inizia a settembre, bensì alla fine di maggio, basta leggere il titolo della prima parte per rendersene conto:
Il Giorno dei caduti (Memorial Day, in America dal 1971 viene festeggiato l'ultimo lunedì di maggio). A dire il vero, il prologo si svolge in gennaio, ma è una piccolissima parentesi su una storia che si snoda in estate.
E dopo questa nota che non mi sono potuta esimere dal fare, visti gli strafalcioni scritti dalla stessa casa editrice, passiamo alla recensione vera e propria, che mi preme più del correggere gli errori altrui.
Questo libro è stato buono buono dal mese di agosto fino a pochi giorni fa, quando ha iniziato a chiamarmi con fare sempre più insistente =D
Scherzi a parte, ho deciso di prendere in mano questo libro adesso perché avevo un forte bisogno di calarmi in una realtà parallela fatta di magia e romanticismo, con la giusta dose di mistero. E così è stato.
L'ho letteralmente divorato, cosa che non credevo possibile e, anzi, pensavo che l'avrei abbandonato dopo poche pagine per riprenderlo in mano più avanti. Invece in due giorni (ma penso che, se l'avessi iniziato durante le vacanze, l'avrei letto in meno di ventiquattr'ore) l'ho concluso e sono piacevolmente sorpresa.
Sono sorpresa soprattutto della de la Cruz, che nel primo libro dei
Sangue Blu non mi aveva convinta più di tanto. Sono sorpresa perché, nonostante nel libro ci siano delle somiglianze piuttosto marcate con il telefilm
Streghe (che ho sempre adorato), questo racconto è totalmente diverso.
Ci sono anche qui alcune incongruenze e ripetizioni che si potevano benissimo evitare, ma è stata una lettura davvero molto piacevole. Scene di sesso messe praticamente a caso all'interno della narrazione a parte, ovviamente.
La storia che si snoda in queste 294 pagine è apparentemente molto semplice e quantomai scontata, ma la de la Cruz è riuscita a inserire molti elementi interessanti, soprattutto dalla seconda parte del libro in poi, quando l'azione inizia a essere un po' più serrata e a tenere il lettore incollato alle pagine.
Come per
Sangue Blu, la struttura dei capitoli è simile, ogni capitolo ha una protagonista, cioè una delle tre Beauchamp: il primo capitolo è dedicato a Freya e alla sua festa di fidanzamento, il secondo a Ingrid e al suo lavoro in biblioteca, il terzo a Joanna e alla sua passione per l'abbellimento della casa; e per tutto il libro la struttura non cambia.
Se all'inizio una cosa del genere può dare fastidio, man mano che si va avanti con la lettura destreggiarsi tra i tre punti di vista non risulta poi così difficile e ci si riesce a immedesimare perfettamente con le tre streghe.
Le tre protagoniste sono apparentemente tre persone del tutto normali, con vite ordinarie, tanto che a qualcuno possono sembrare noiose, ma in realtà sono tre streghe: Freya è
specializzata nelle pozioni d'amore e riesce a leggere le tendenze sessuali di una persona solo guardandola, all'interno del libro viene definita anche
dea dell'amore; Ingrid dà l'idea di una vecchia zitella che preferisce stare da sola piuttosto che soffrire per amore, ma in realtà non ha ancora trovato la persona giusta, il suo potere le dà la possibilità di vedere la linea della vita delle persone, scrutandone il futuro e aiutandole affinché questo si realizzi nel migliore dei modi. Joanna, infine, è la madre di Freya e Ingrid e ha il potere di far ritornare in vita i morti prima che questi passino il confine che li porta nell'Aldilà.
Per secoli non hanno potuto praticare la magia perché costrette a vivere come comuni mortali dal Consiglio. Un giorno, però, Freya infrange questa restrizione preparando una pozione per due innamorati separati troppo orgogliosi per ritornare insieme senza un piccolo aiutino. Ha così inizio una sorta di ribellione delle tre, che ricominciano a fare magie, sfidando il Consiglio.
Consiglio che, per tutto il libro, non sembra interessato al fatto che le Beauchamp abbiano infranto le regole. Questa cosa mi è parsa un po' strana, perché se il Consiglio è davvero così intransigente, come mai le tre non sono state richiamate all'ordine fin da subito o, peggio, costrette a vivere come schiave di Helda nell'istante in cui hanno ricominciato a fare magie? Domanda che non trova risposta neanche nel finale.
E questa è solo una delle incongruenze che ho riscontrato nel libro.
Un'altra cosa che mi ha dato da pensare è il fatto che le Beauchamp, per quanto cerchino di tenere nascosta la cosa, pratichino la magia alla luce del sole, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze di queste azioni. Mi sembra un atteggiamento da irresponsabili, più che da persone che vivono da millenni sulla terra e sono anche state condannate a morte durante i processi di Salem, e poi rinate.
Quello che ho apprezzato moltissimo della storia, è il fatto che la de la Cruz abbia inserito nella trama e come personaggi elementi della mitologia Norrena, con riferimenti anche marcati a certi miti e leggende, come per esempio quello dell'Albero della Vita, Yggdrasil, che nella storia delle tre Beauchamp rischia di morire a causa di una tossina velenosa.
Le stesse Beauchamp, quindi, sono parte dei miti e delle leggende norrene essendo la personificazione di alcune dee (Freya, prima fra tutte, ha le stesse caratteristiche del suo corrispettivo norreno). L'unica cosa è che la de la Cruz ha
riadattato i personaggi e i miti a suo piacere, ma è comunque apprezzabile, perché almeno ha fatto lo sforzo di documentarsi e di creare qualcosa di originale.
Per quanto riguarda lo stile, l'autrice mi sembra migliorata, alcune ripetizioni degli stessi concetti ogni due per tre mi hanno dato leggermente fastidio, perché se io leggo un libro dall'inizio alla fine, non mi serve sapere mille mila volte che il Consiglio aveva vietato alle protagoniste di fare magie e quindi loro hanno paura delle conseguenze delle loro azioni.
La traduzione italiana non mi è sembrata malvagia come quella di
Sangue Blu, anche se magari qualche svarione grammaticale l'avrei evitato volentieri, soprattutto quando si tratta di usare i congiuntivi e i condizionali nel modo giusto. Anche in questo caso, comunque, devo dire che il traduttore si è impegnato di sicuro molto di più dell'altro che ha tradotto il primo dell'altra serie.
Ovviamente il finale del libro è aperto ed è palese che ci sarà un seguito, che io ormai aspetto trepidante, perché sono proprio curiosa di sapere cosa succederà a Freya&co.
Spero con questa mia recensione di aver soddisfatto almeno un po' la curiosità di chi non l'ha ancora letto ed era dubbioso sul da farsi.
Unico avvertimento: è un libro che crea dipendenza, soprattutto se il lettore si fa prendere da ciò che legge =D
Voto: ★★★★
Eruannë.