lunedì 4 agosto 2014

{Recensione} Il Giglio Insanguinato

Nota: Sono finalmente in grado di riattivare il blog, finalmente ho un computer funzionante e posso riprendere (parzialmente) da dove ho interrotto. Non appena riavrò anche Photoshop, pubblicherò il post sulla reading challenge per questo mese, visto che siamo ancora ampiamente per tempo ;)
Buona lettura della mia recensione e ben tornati su VM!

 Titolo: Il Giglio Insanguinato
Autore: Anna Maria Pierdomenico
Data di pubblicazione: 30 aprile 2014
Casa editrice: 0111 Edizioni
Collana: LaGialla
Genere: Giallo, Storico, Sentimentale
Pagine: 144
Prezzo: 14.00€
Quarta di copertina: Parigi, 1601. L'arcivescovo Marconi viene ritrovato assassinato nel suo letto con la gola tagliata e un giglio tra le mani. Per far luce sull'accaduto, da Roma vengono inviate due spie al soldo del papato, Giulio e Fiamma Ranieri, che avranno anche il compito di farsi ricevere dal re di Francia per testarne la lealtà verso il papato. Interrogando Jacques, il segretario dell'arcivescovo, e collaborando con il tenente Saint Martin scoprono che l'arcivescovo trent'anni prima si era macchiato di una colpa che doveva assolutamente restare nascosta. Dagli sfarzi del Louvre di Enrico II allo squallore dei vicoli più poveri di Parigi, Fiamma e Giulio si ritroveranno intrappolati in una rete di silenzi e di sangue, fino a scoprire un segreto che potrebbe distruggere l'intera Francia.


Parto dal presupposto che questo libro mi ha interessata fin dal primo momento in cui ho letto la trama, quando l'autrice stessa l'ha messo in catena su aNobii, e non pensiate che non mi sia piaciuto, anzi, l'ho adorato, nonostante ci siano alcune cose che non mi hanno convinta del tutto e l'editing è completamente assente, ma di questo ne parlerò diffusamente tra poco.

Quando viene ritrovato il corpo senza vita dell'arcivescovo Marconi a Parigi, da Roma vengono inviati Giulio e Fiamma Ranieri per indagare sull'accaduto e assicurare alla giustizia l'assassino.
I due protagonisti sono fratelli, baroni, molto vicini al papato, ma del tutto insospettabili, o almeno così dovrebbe essere.

Ecco la prima cosa che non mi ha convinta: all'inizio si lascia intendere che Giulio e Fiamma siano due spie al soldo del papato. Io ho sempre pensato che le spie dovessero passare inosservate, confondersi nella gente, non far sapere ai quattro venti chi sono, cosa fanno e perché lo fanno.
Nel libro, invece, Fiamma ribadisce a ognuno chi siano lei e il fratello e se ne va in giro sbandierando l'anello papale che le dà qualsiasi potere.
Sono scelte dell'autrice, è chiaro, ma mi è parso un po' strano.

Altra cosa che mi ha lasciata un po' perplessa è la caratterizzazione dei personaggi: Fiamma è una donna forte, indipendente, che lotta contro le discriminazioni di una società ancora ben ancorata al Medioevo, benché quello sia finito da circa un secolo e mezzo. Il personaggio di Fiamma mi è piaciuto molto, così come mi è piaciuto Armand de Clemency, il duca francese che conosce molto bene sia il cardinale Scala sia la famiglia reale francese.
Giulio, invece, mi è parso un po' superficiale, non so se fosse voluto o ché, ma diciamo che non ha lasciato molto il segno, anzi, la stessa autrice lo fa uscire di scena prima con la sorella del conte de Clemency, poi in prigione.
Anche Amelie de Clemency, sorella di Armand, l'ho trovata superficiale e molto infantile, probabilmente perché è l'amante del re.
I frati, la regina Margot, suor Charlotte e altri personaggi che fanno più o meno da comparse, invece, sono molto ben caratterizzati, i loro caratteri catturano il lettore e lo fanno immergere nel loro mondo e nel 1601.

Mi sono immersa molto bene nella vita del 1601 soprattutto grazie all'autrice che ha fatto un grandissimo lavoro di documentazione, si nota, infatti, che Anna Maria abbia studiato e si sia informata prima di scrivere. E io apprezzo sempre quando ciò accade, perché vuol dire che lo scrittore ha il pieno rispetto dei propri lettori.

Nonostante la trama sia avvincente e i personaggi, bene o male, siano interessanti, c'è un problema di fondo con la scrittura.
Molto spesso mi sono persa durante la lettura, perché mi venivano in mente le correzioni da apportare, le frasi da riscrivere più o meno totalmente, gli incisi del discorso diretto da aggiungere qui e là per capire chi stesse parlando e con che tono, le sostituzioni di suo/suoi/sue con proprio/i/e, le d eufoniche davanti alle consonanti, ecc.
Questo era il secondo libro della 0111 che leggevo ed è stata la seconda volta che mi sono chiesta se ci fosse stato un lavoro di editing alle spalle, perché a giudicare da tutti i refusi, gli errori, le frasi sconnesse e i mancati consigli all'autrice per rendere il libro leggibile, direi che questo testo non è stato rivisto se non dalla stessa Anna Maria.
Trovo che questo atteggiamento da parte di una casa editrice (di qualunque tipo essa sia, grande, media o piccola) sia una vera e propria presa in giro, sia per l'autore, sia per i lettori, che si aspettano un prodotto di qualità e si ritrovano, invece qualcosa di poco curato. Soprattutto se poi fanno pagare un libro un bel po' di euro.
Un vero peccato per chi ha speso il proprio tempo nella scrittura di qualcosa di valido, sperando di far appassionare i lettori.

Riassumendo: da un punto di vista della trama, nulla da eccepire, è un giallo costruito molto bene e coinvolgente; da un punto di vista di personaggi ed editing, invece, c'è ancora qualcosa da sistemare... se, come spero, l'autrice dovesse passare di qui, sappia che mi propongo per editare questo suo libro, perché mi dispiace davvero che non sia al livello di tanti altri libri, perché si meriterebbe di arrivare molto in alto.

Voto: 1/2

Spero che questa mia recensione non proprio positiva non vi abbia fuorviati troppo, perché consiglio questo libro assolutamente ;D

Buona serata,
Annette.

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