martedì 1 settembre 2020

{Review Party} Poirot. Tutti i racconti


Buongiorno, miei cari svelatori di specchi!
Quest’oggi vi presento la mia recensione ad alcuni racconti di un libro che sono sicura stiamo aspettando in molti e che ho avuto la fortuna di leggere in anteprima insieme ad altre nove blogger, con cui ho organizzato qualcosa di veramente bello e interessante.
Vi suggerisco di seguire anche le altre (in fondo al post trovate i vari link) e di andare su instagram a vedere le nostre storie molto speciali che fanno parte dell’evento.
Ma ora, è giunto il momento: prendete una tazza di tè e mettetevi comodi, perché il post di oggi sarà un po’ lungo. 

Titolo: Poirot. Tutti i racconti
Autore: Agatha Christie
Data di pubblicazione: 1 settembre 2020
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar Draghi
Genere: Giallo
Pagine: 972
Prezzo: 25.00€
Quarta di copertina: Tutte le avvincenti indagini di Hercule Poirot, il piccolo detective belga dalle infallibili "celluline grigie", nato dalla fantasia di Agatha Christie sono qui raccolte in un unico volume nel quale la vocazione narrativa della Regina del Giallo si esprime al suo meglio: storie che coinvolgono il pubblico in un raffinatissimo gioco di intelligenza accompagnate da raffinate illustraizoni d'epoca in bianco e nero.

Per questo review party molto particolare ognuno di noi ha dovuto leggere sei racconti, quindi di seguito troverete le mie recensioni, per scoprire quelle delle altre, come già detto, vi lascio i link in fondo al post.

Il furto incredibile
Cosa fareste se foste un rispettabile uomo di governo, incaricato di visionare e controllare i progetti più segreti riguardo ad armi ed equipaggiamenti militari, e dopo una cena a casa vostra uno dei progetti più importanti venisse rubato da qualcuno che solo voi avete visto?
Il furto incredibile è uno dei racconti in cui Hercule Poirot, investigatore alquanto eccentrico, frutto della penna di Agatha Christie, deve venire a capo di un singolare furto accaduto a casa di lord Mayfield, il rispettabile uomo di governo di cui sopra.
La Christie, prima di entrare nel vivo della storia, ci presenta i variegati personaggi che soggiornano a casa Mayfield e che, loro malgrado, saranno i principali indiziati del furto. Le descrizioni dei vari ambienti e dei momenti in cui si svolgono i fatti sono dettagliati, nulla è lasciato al caso e ogni singolo particolare può rivelare qualcosa di utile. Ed è proprio su questi particolari che Poirot si sofferma e agguanta la sua preda.
Il padrone di casa, lord Mayfield, ospita alcuni amici per una cena, tra loro ci sono sir George Carrington, sua moglie lady Julia e il figlio della coppia, Reggie Carrington: il primo grande amico e consigliere del padrone di casa, è un ex marinaio, la moglie e il figlio vengono dipinti sì come aristocratici, ma allo stesso tempo la Christie ci fa capire (e in un punto del racconto ce lo dice anche esplicitamente) che sono più interessati ai soldi che a tutto il resto. Poi ci sono la signora Vanderlyn, invitata da lord Mayfield col preciso intento di studiarla e, perché no, tenderle una bella trappola, visto che si tratta di una persona con molti rapporti internazionali, la signora Macatta, deputato del Parlamento che si occupa di alloggi e assistenza all’infanzia, e infine il signor Carlile, il segretario privato di lord Mayfield.
Man mano che la storia prosegue, i dettagli dei caratteri dei singoli personaggi emergono con maestria, la Christie, infatti, ci fa intuire anche con poche e semplici espressioni del discorso diretto la vera indole di ciascuno. C’è chi si dimostra affabile e gentile, chi nasconde ben più di un segreto, chi ha un animo indagatore, ecc.
Il racconto scorre rivelando pian piano le proprie pieghe, con uno stile fluido e dinamico.
Chi ha letto altre storie dell’autrice, può riconoscere lo stile asciutto e preciso con cui lei è solita raccontarle.

Lo specchio del morto
Non è insolito che Poirot venga ingaggiato tramite telegramma o lettera e, in questo caso, l’investigatore viene praticamente obbligato ad accettare un lavoro alquanto delicato.
Dopo averne parlato con un conoscente, decide di andare nel Westshire, più precisamente nella casa di sir Gervase Chevenix-Gore, un egocentrico nobile inglese, l’Ultimo Baronetto, come si definisce lui stesso.
Ma quando Poirot arriva a destinazione, sir Gervase viene trovato cadavere nel proprio studio. Tutto fa pensare a un suicidio, soprattutto perché l’intera stanza era chiusa dall’interno.
Inizia così una nuova indagine di Hercule Poirot, nella quale troviamo come sempre personaggi alquanto particolari, descritti in modo magistrale dalla Christie e che fanno da sfondo a una storia familiare ben più articolata di quello che potrebbe sembrare all’apparenza.
La Christie infarcisce il racconto di personaggi, situazioni e background degni di un romanzo ben più lungo di una cinquantina di pagine, ma tutto riesce a incastrarsi alla perfezione, rivelando così il vero disegno dietro all’intera storia.
Ho trovato davvero credibili i personaggi, certo qualcuno è davvero molto particolare, come lady Vanda Chevernix-Gore, che sostiene di essere la reincarnazione di una regina egizia, Hatshepsut per la precisione. Si può dire che lei sia il personaggio che mi ha colpita di più e, senz’altro, colpisce notevolmente anche il semplice lettore. Si può dire che tutta l’attenzione viene catturata da questa persona alquanto eccentrica e oscura gli altri personaggi che le gravitano attorno.
Anche gli altri personaggi, però, hanno segreti – come chiunque altro – e situazioni più o meno imbarazzanti che li vedono protagonisti. Poirot riesce sempre a carpire le più piccole sottigliezze di ognuno, a leggere ciò che si nasconde dietro la facciata e a leggere ognuno come un libro aperto.

Triangolo a Rodi
Le vacanze, il mare, il sole.
Ho un po’ invidiato Poirot in questo racconto, anche se io sono più tipo da montagna e pioggia, ma un po’ di relax in questa estate mi è mancato proprio.
Al di là di questo, Triangolo a Rodi mi ha ricordato vagamente un altro romanzo della Christie, ovvero Corpi al sole, anche lì Poirot era in vacanza e si è trovato invischiato in un piccolo caso di omicidio.
Qui l’ambientazione è leggermente diversa rispetto ad altri racconti e abbiamo anche l’elemento amoroso che fa da sfondo a tutta la vicenda.
Rodi è un’isola del Mediterraneo ricca di storia, il luogo ideale per passare un po’ di tempo in quasi totale solitudine, soprattutto se alla fine di ottobre, quando la totalità dei vacanzieri è già tornata al lavoro e solo alcune persone si godono il mare.
Poirot è una di queste persone e, come al solito, i crimini lo inseguono ovunque... anche se lui non è che faccia molto per sfuggire loro.
In questo racconto il crimine ci viene mostrato da un’altra prospettiva, ovvero nella sua totalità e raggiunge il culmine solo alla fine del racconto, quando anche Poirot ci racconta come si sono effettivamente svolti i fatti i chi siano i reali colpevoli.
Poche e semplici pagine per raccontare una storia di effetto, anche se vecchia come il mondo, perché chi non è mai stato protagonista di un triangolo amoroso (... forse solo io =D), in cui uno istiga gli altri due a scapicollarsi per avere le attenzioni del caso... o, come in questo caso, la libertà?
Come al solito la Chriestie sa agguantare il lettore, portarlo dove vuole, fargli vedere cosa vuole, farlo entrare nella mente di questo o l’altro personaggio e il tutto anche in pochissime pagine.
Mi sono chiesta spesso come abbia fatto a scrivere libri e racconti credibili e ricchi di dettagli, che difficilmente annoiano chi legge, ma anzi lo immergono nel testo.
Come dicevo questo racconto mi ha ricordato Corpi al sole, perché anche lì la protagonista principale era una donna molto ricca, giudicata in modo maligno dalle altre persone per i propri comportamenti, infatti le solite pettegole (in particolare una) la considerano mangiatrice di uomini o rovina famiglie, esattamente come la vittima dell’altro romanzo.
Credo che la Christie abbia avuto più idee per lo stesso romanzo e le abbia sviluppate entrambe, una è diventata un libro a sé e l’altra questo racconto breve. È noto che la Christie lo abbia fatto anche in altre occasioni per altri scritti, quindi la cosa non mi sorprende affatto, anzi.

Delitto nel Mews
Un altro suicidio che sembra un omicidio, ma è davvero così?
La vittima è davvero la vittima? E la coinquilina cosa c’entra?
Ecco gli interrogativi principali che si susseguono leggendo questo racconto che vede Hercule Poirot coinvolto nelle indagini dall’ispettore capo Japp e che, ovviamente, non si lascia sfuggire nemmeno un dettaglio.
Dalla scrivania insolitamente ordinata e pulita ad altri dettagli apparentemente insignificanti, tutto porta alla verità… e che verità!
Forse l’ho già detto, ma ciò che mi sorprende sempre della Christie è che lei abbia messo in bella vista tutti i dettagli perché il lettore arrivi alle giuste conclusioni, ma questo è totalmente imbambolato e affascinato dai ragionamenti che fa Poirot, da non riuscire a intuire il puzzle che va via via costruendosi.
Questo a molti può non piacere, perché vorrebbero arrivare in autonomia alla soluzione del caso, ma io lo trovo estremamente affascinante. È vero, io sono una lettrice di gialli a cui piace riesaminare gli indizi e arrivare alla soluzione prima del detective protagonista, per me è una vera e propria sfida, ma non disdegno il modo di fare della Christie e mi lascio trasportare dagli eventi e dai ragionamenti del buon vecchio Hercule.
Questo caso è esattamente uno di quei casi in cui mi sono lasciata trascinare dagli eventi, in cui ho seguito come Japp Poirot, perché volevo vedere dove sarebbe andato a parare. Ho tratto le mie conclusioni e devo dire che alcune cose le avevo intuite più o meno subito, ma è stato comunque interessante scoprire la verità.

Premessa a Le fatiche di Hercule
Stavolta nessun caso per il nostro Poirot, ma una semplice frecciatina del dottor Burton, un amico dell’investigatore, che gli mette una semplice pulce nell’orecchio legata al suo nome.
Che nesso c’è dunque tra Ercole, l’eroe della mitologia classica, e Hercule Poirot?
Poirot inizia a fare ricerche e a scoprire e capire chi fosse il famoso Ercole, cerca un nesso tra loro e in che modo potrebbe superare dei casi (corrispondenti alle fatiche di Ercole) che abbiano il potere di sfidarlo.
Sia ben chiaro, tutti i casi che coinvolgono Poirot in qualche modo lo mettono alla prova, quindi nessuna novità, ma c’è da dire che in questo caso è lui stesso che va in qualche modo in cerca di ulteriori casi, un po’ per vanità, un po’ per sfizio personale, con lo scopo di risolverli e poi ritirarsi a coltivare zucche.
Questa breve premessa fa da incipit alla raccolta di racconti Le fatiche di Hercule, che riprendono nei titoli le fatiche di Ercole e anche in qualche metafora o analogia contenuta nei vari testi.
Interessante vedere come la Christie vorrebbe congedare il suo investigatore belga assegnandogli dei casi quantomai bizzarri. Non sarebbe nello spirito dell’autrice.

Il leone nemeo
Ed ecco, infine il primo caso che Poirot si sceglie, anche su consiglio della propria segretaria, la signorina Lemon.
Un aristocratico ha mandato una singolare lettera a Poirot in cui chiede di investigare sul rapimento del pechinese della propria moglie. L’investigatore non è convinto fin da subito ad accettare, ma nota un piccolo particolare nella lettera che stuzzica la sua curiosità. Così fa la conoscenza di sir Joseph Hogging, della moglie e della dama di compagnia di quest’ultima, la signorina Carnaby.
La storia è alquanto credibile e la famiglia Hogging non è l’unica di un certo rango a essere stata ricattata per riavere il cane. Poirot ascolta attentamente i fatti, li confronta con un altro caso e anche con le referenze della signorina Carnaby, il tutto per arrivare come sempre a una conclusione che lascia di stucco il lettore.
Come dicevo nel commento alla premessa del Le fatiche di Hercule, il leone nemeo in questo caso è un’allegoria che la Christie usa riguardo al caso, infatti il leone per Poirot è rappresentato dal cane pechinese, che ben poco avrebbe a che fare con il leone di Nemea affrontato da Ercole, se non fosse che per la cultura cinese assomiglia al leggendario leone guardiano, simbolo dei Buddhisti.
Quindi, così come il leone di Nemea era temuto e spaventava animali ed esseri umani, anche i cani pechinesi di questa storia riuscivano a incutere un certo timore grazie al loro temperamento.
Come anche in altri racconti, in questo si può notare benissimo il contrasto tra l’aristocrazia britannica e le classi inferiori, costrette spesso a fare cose impensabili pur di garantirsi una rendita per il futuro, soprattutto dopo aver superato una certa età.
Avrei preso personalmente a schiaffi senza tanti complimenti lady Hogging, personaggio davvero insopportabile che, a differenza di altre signore incontrate in precedenza, crede che tutto le sia dovuto solo perché è ricca e alto lignaggio.
Per contro, la signorina Carnaby mi ha fatto molte pena e tenerezza e in un certo senso mi sono rivista in lei (non per quello che fa, ma per ciò che dice a un certo punto).

I sei racconti che ho letto mi sono piaciuti tutti in egual modo, anche se forse quello che ho preferito è Lo specchio del morto, molto avvincente, quasi quanto un romanzo, interessante dal punto di vista del lavoro dell’investigatore e con personaggi estremamente eccentrici.
In tutti si nota come la Christie abbia studiato a fondo anche i più piccoli particolari, oltre alla storia e alle svariate culture, questo le fa molto onore, perché non dev’essere stato facile riuscire sempre a far combaciare tutti i tasselli. Personalmente la ammiro per questo e per me è sempre stata un grandissimo esempio da seguire.
Poirot se la batte sullo stesso piano di Sherlock Holmes in quanto a bravura nel cogliere i più piccoli dettagli e a studiare le persona, capendole al primo sguardo.

Detto questo, vi lascio i vari link ai blog in cui potete leggere le recensioni agli altri racconti che compongono questo splendido libro:

Su instagram dal 24 agosto a oggi c'è un bellissimo InstaTour dedicato ad Agatha e a tutto il suo mondo, vi consiglio di dare un'occhiata alle storie in evidenza sui nostri profili!
Credo di essermi dilungata abbastanza, quindi chiudo qui questo lunghissimo post, ma voi non dimenticate di lasciare un commento e dire cosa ne pensate delle recensioni, di Agatha Christie e se comprerete questo splendido libro.
Buone letture,
Annette.

5 commenti:

  1. Ciao cara! Sono Chiara di una marea di libri e finalmente mi sono iscritta anche al tuo blog ( un po’ alla volta vi becco tutte lol).
    Allora la tua recensione non fa una piega, io sono riuscita a leggerli quasi tutti i racconti ( anche perché essendo brevi sono anche scorrevoli e più facili da leggere) e quello dei tuoi che ho preferito è stato il Leone Nemeo. Amo i cani e questo l’ho trovato vagamente triste ed ironico al tempo stesso, e poi come sempre Poirot si rivela un grande cervellone! Hai saputo descrivere bene anche gli altri racconti e mi è piaciuta la tua analisi, brava!!

    RispondiElimina
  2. Splendida recensione!
    Concordo: traspare tutta la cura della Christie per ogni dettaglio, ma come poteva essere altrimenti *^*

    RispondiElimina
  3. Bellissima recensione, molto particolareggiata. Sei stata brava!

    RispondiElimina
  4. Ciao! Prima o poi devo assolutamente leggere i racconti della Christie! :)

    RispondiElimina
  5. Che recensione dettagliata! Si vede che il libro ti è piaciuto!!

    RispondiElimina

Se sei un utente anonimo, ricorda di firmarti così ti potrò rispondere meglio! Grazie =)
If you are an anonymous user, remember to sign so I'll be able to better respond you! Thanks =)