martedì 13 ottobre 2020

{Review Party} La guerra dei papaveri


Buongiorno, miei cari svelatori di specchi!
Settembre è stato un mese molto ricco di uscite, e ottobre sembra non essere da meno, infatti vi presento la mia recensione a un libro che ho avuto la fortuna di leggere in anteprima e che esce proprio oggi.
Si tratta di

Titolo: La guerra dei papaveri
Autore: R.F. Kuang
Data di pubblicazione: 13 ottobre 2020
Casa editrice: Mondadori
Collana: Fantastica
Genere: Fantasy
Pagine: 506
Prezzo: 22.00€
Quarta di copertina: Rin ha passato a pieni voti il kējǔ, il difficile esame con cui in tutto l’Impero vengono selezionati i giovani più talentuosi che andranno a studiare all’Accademia. Ed è stata una sorpresa per tutti: per i censori, increduli che un’orfana di guerra della provincia di potesse superarlo senza imbrogliare; per i genitori affidatari di Rin, che pensavano di poterla finalmente dare in sposa e finanziare così la loro impresa criminale; e per la stessa Rin, finalmente libera da una vita di schiavitù e disperazione. Il fatto che sia entrata alla Sinegard – la scuola militare più esclusiva del Nikan – è stato ancora più sorprendente.
Ma le sorprese non sono sempre buone.
Perché essere una contadina del Sud dalla pelle scura non è una cosa facile alla Sinegard. Presa subito di mira dai compagni, tutti provenienti dalle famiglie più in vista del Paese, Rin scopre di avere un dono letale: l’antica e semileggendaria arte sciamanica.
Man mano che indaga le proprie facoltà, grazie a un insegnante apparentemente folle e all’uso dei papaveri da oppio, Rin si rende conto che le divinità credute defunte da tempo sono invece più vive che mai, e che imparare a dominare il suo potere può significare molto più che non sopravvivere a scuola: è forse l’unico modo per salvare la sua gente, minacciata dalla Federazione di Mugen, che la sta spingendo verso il baratro di una Terza guerra dei papaveri.
Il prezzo da pagare, però, potrebbe essere davvero troppo alto.
Voto: 


Premessa: Se mi seguite da tempo, sapete che non ho peli sulla lingua e, anzi, difficilmente riesco a tacere ciò che non mi piace o non mi convince, quindi mi scuso fin da ora se la recensione a questo libro sarà "sgradita" a molti.

Come dicevo, ho avuto la fortuna di leggere questo libro in anteprima insieme ad altre tre splendide ragazze, che ringrazio per avermi coinvolta ancora una volta nel review party e nell'instagram tour (trovate le storie per la mia tappa su IG nel circolino in evidenza dedicato).
La trama del libro mi ha subito colpita, richiama un po' Mulan (il cartone, non quella roba che chiamano film più recente) e, adorando alla follia questa storia, è stato ciò che mi ha spinta verso Rin e il suo mondo.

Rin è un'orfana di guerra, vive con i genitori affidatari e fa da corriere della droga per loro, finché non decide di studiare per essere ammessa all'Accademia militare di Sinegard e di sfuggire al proprio destino già scritto di moglie.
Studia per due anni seguita da un insegnante e supera a pieni voti l'esame di ammissione, ciò le apre le porte per una vita di successo (o quasi) nella milizia di Nikan, ma ovviamente è da qui che la vita vera si presenta e fa capire che l'esame era solo il trampolino di lancio, le sfide più difficili arrivano proprio a scuola.

I primi capitoli sono volati, lo stile dell'autrice è scorrevole e immerge subito nella storia, e questo è sia un bene che un male, perché si rischia di non assaporare del tutto la vera essenza del libro.
In realtà tutto il libro è abbastanza scorrevole, peccato che ci siano dei pezzi veramente noiosi, che appesantiscono la trama, e ce ne sono altrettanti fin troppo frettolosi.
Tutta la prima parte del libro è incentrata sul primo anno di Rin a Sinegard, è giusto, però gli altri due anni sono raccontati in modo sommario, l'autrice ne fa un riassunto e spesso nel resto del racconto mi sono ritrovata a chiedermi a che anno fossimo. Di per sé non sarebbe importante, ma per me avere il quadro generale della situazione è molto importante per potermi calare meglio nella storia.

Altra cosa che mi ha dato fastidio dopo qualche capitolo è proprio la protagonista, Rin: per quanto sia forte e abbia voglia di non dipendere più dai genitori adottivi che la sfruttavano e picchiavano, per un buon 80% del libro mi sono ritrovata a pensare quanto le scelte da lei fatte fossero stupide e inadeguate, per nulla ponderate, ma dettate semplicemente da questa voglia di non essere controllata dagli altri.
Il professore di demologia le diceva cosa fosse meglio per lei, lei ovviamente faceva il contrario, perché sì, perché era figo fregarsene delle conseguenze delle proprie azioni.
Le ragazze hanno cercato di farla ragionare prima di prendere una pozione che distrugge l'utero, così da non avere più il ciclo e tutto ciò che ne consegue, ma lei no, ha preso la pozione perché il ciclo la rallentava sulla via dell'essere il soldato perfetto.
Ho trovato Rin anche piuttosto indecisa e incostante: ha sempre vissuto a contatto con drogati e simili, conoscendo perfettamente le conseguenze degli oppiacei e delle sostanze psichedeliche, si è sempre ripromessa di non utilizzare oppio e droghe in generale, salvo poi cambiare idea alla prima occasione.
Davvero, capisco tutto, ma contravvenire ai principi su cui si è basata l'intera vita, mandandoli letteralmente nel cesso, questo no.
Il resto dei personaggi è intercambiabile, infatti mi sono ritrovata spesso a pensare chi fosse chi, perché non ricordavo minimamente l'aspetto, se fosse maschio o femmina e il nome corrispondente.
Alcuni sono caratterizzati bene e spiccano sugli altri (questo perché diventano delle spalle di Rin, dai professori agli amici, ai cike), ma gli altri compagni di scuola di Rin sono completamente sconosciuti e confusi.
Mi sono ritrovata, però, a storcere il naso anche quando ho visto che alcuni personaggi assomigliavano in modo imbarazzante a quelli di altri libri (Jun assomiglia in modo spaventoso a Snape, per dire). La letteratura è vasta, me ne rendo conto, ed è più che normale che alcuni personaggi ne richiamino altri, ma qui è davvero tanto evidente la somiglianza.

La parte romance, quel poco che c'è, per fortuna, è gestita anche peggio del personaggio principale: prima prova qualcosa per Altan, poi per Nezha, poi di nuovo per Altan, poi per Kitay.
Prendere una decisione unica no, troppa fatica? Capisco che il rapporto amoroso non fosse la cosa principale (ribadisco, per fortuna) e che i sentimenti di Rin per l'uno o per l'altro vengono sempre messi in decimo piano, ma almeno non sballottare il lettore da uno all'altro sarebbe stato utile. Ok gli ormoni, ma a tutto c'è un limite, soprattutto se il cambio d'idea avviene in meno di tre pagine.
A volte mi sono chiesta se la stessa autrice per scrivere il libro abbia fatto uso di qualche sostanza, perché ci sono cose che non mi spiego e che non mi tornano.

L'unica cosa che salvo, nonostante sia truculenta e con dovizia di particolari, è la parte relativa alla guerra.
L'autrice in questo caso è stata bravissima a rendere i giochi di potere, i sentimenti provati dai vari personaggi, credo che questo sia il punto di forza dell'intero libro. Anche se tutto viene raccontato a posteriori, quindi viviamo la guerra e i combattimenti dopo che sono avvenuti (tranne rare eccezioni in cui Rin è all'interno della storia).
C'è un appunto da fare sulla questione guerra: il libro, chiaramente, è incentrato su questo e non c'è molto da obiettare, tranne il fatto che le descrizioni, anche se fatte a posteriori, sono davvero tanto – forse troppo – dettagliate, vanno a fondo nella violenza, descrivendo nei minimi particolari stupri, squartamenti, combattimenti all'ultimo sangue, ecc. Come ho detto non obietto tanto il fatto che ci siano anche queste scene, ma il fatto che vengano fatte passare per qualcosa di estremamente normale, soprattutto considerato che il libro è dedicato a una fascia d'età alquanto giovane e, anche per questo, mi sentirei di sconsigliarne la lettura.

Mi piace anche la parte relativa al Pantheon e agli dei che vengono venerati dai vari popoli che compongono l'Impero, come funziona il rapporto coi mortali e tutto il resto. È interessante come gli sciamani interagiscano con gli dei e come questi usino gli umani per i loro scopi.

Questo libro poteva essere migliore?
Certo. Non c'è dubbio che avrebbe potuto essere migliore, soprattutto per quanto concerne la protagonista.
Questo libro mi è piaciuto?
Per nulla. Mi dispiace dirlo, ma non ci siamo: l'idea di fondo che muove l'intero libro è buona, buonissima, ma l'autrice l'ha sfruttata malissimo.

Mi dispiace essere stata così critica e, in certi casi, diretta, ma è ciò che penso a fine lettura.
Ringrazio ancora una volta Sofia per avermi coinvolta nel review party e nell'instagram tour, ringrazio le altre compagne di viaggio che invece hanno adorato il libro, segno che non siamo tutte uguali per fortuna, e ringrazio la CE per avermi dato la possibilità di leggerlo in anteprima.

Vi ringrazio per l'attenzione, qui vi lascio i link degli altri blog che hanno partecipato al RP e spero che vorrete andare a leggere anche le loro recensioni, così da farvi un'idea a 360 gradi.

Buone letture,
Annette.

1 commento:

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