venerdì 18 dicembre 2020

{Review Party} Bambi

Buongiorno e buon venerdì, miei cari svelatori di specchi!
Come state trascorrendo questa settimana?
Io in un certo senso non vedo l’ora che arrivino le vacanze, perché mi sto pian piano esaurendo… anche se questo poi vorrà dire studiare tutto il tempo per gli esami. Aiuto!
Però, sono molto orgogliosa dei risultati in termini di letture, quindi la situazione non è così drammatica.
 
A proposito di libri letti in questo periodo, oggi vi voglio parlare di un libro uscito già da qualche tempo, ma che, insieme a Franci e ad altre ragazze, ho letto nell’ultima settimana.
Prima di proseguire, ci tengo a ringraziare la CE e Franci per avermi dato la possibilità di partecipare a questo bel Review Party.
 
Titolo: Bambi
Autore: Felix Salten, Benjamin Lacombe
Data di pubblicazione: 1 dicembre 2020
Casa editrice: Rizzoli
Genere: Classico
Pagine: 160
Prezzo: 25.00€
Quarta di copertina: Bambi ripercorre i primi anni di vita di un capriolo e le prove che dovrà affrontare. Racconto iniziatico e inno alla natura, evoca vividamente la magia, la bellezza e i pericoli della vita selvaggia. Pubblicato nel 1923 in Germania, il capolavoro di Felix Salten ebbe un grandissimo successo, ma venne proibito poco tempo dopo dalle autorità naziste che vi lessero una “metafora politica del trattamento subito dagli ebrei in Europa”. L’adattamento in cartone animato da parte di Walt Disney del 1942 contribuì a oscurare l’opera originale e il suo spessore letterario e simbolico. Benjamin Lacombe riporta magnificamente alla luce questo testo; alternando carboncino e pittura, illustrazioni e delicati intagli, ci accompagna nella vita del bosco brulicante di esperienze e sensazioni contrastanti.
Voto:  
 

Può sembrare scontato dirlo, ma sono sicura che tutti appena si pronuncia il nome Bambi pensiamo subito al bellissimo cartone della Disney, che ha accompagnato tanti di noi durante l’infanzia e che è stato la fonte di alcuni traumi infantili (mai quanto il Re Leone o Dumbo, ma anche Bambi non scherza).
Bene, quando leggete il libro originale dimenticatevelo!

Avevo messo in conto che cartone e libro fossero diversi, eppure quest’ultimo mi ha stupita lo stesso.
Questa edizione è splendida ed è curata nei minimi particolari grazie alle illustrazioni di Benjamin Lacombe, però è stata la storia in sé a non appassionarmi troppo.

Fin dalle prime pagine sono sì stata immersa nel bosco in cui Bambi, gli altri caprioli (perché sono caprioli, non cervi come si evince dal cartone) e i vari animali vivono, ma ho letto il tutto con un’ansia crescente.
Nelle prime pagine non si fa cenno al cacciatore o ad altri uomini, eppure, conoscendo il cartone, aspettavo da un momento all’altro la morte della madre di Bambi. Dopo un paio di capitoli ho capito che la cosa non sarebbe avvenuta tanto presto, quindi mi sono tranquillizzata e ho iniziato a godermi la lettura, per fortuna.
Questo è il brutto di conoscere già la storia (anche se rimaneggiata e modificata) quando si legge un classico.

Il libro tratta la storia di Bambi, un capriolo che vive in una splendida foresta abitata anche da tanti altri animali. Vive con sua madre e pian piano inizia a scoprire il mondo che lo circonda, a fare attenzione a “Lui” e ad altri pericoli che incombono sulla sua vita.
Attorno a lui ruotano altri personaggi più o meno importanti per la sua formazione e la sua vita, per esempio i cugini Gogo e Faline o il vecchio principe.

Come in ogni buon romanzo di formazione, a un certo punto c’è qualcosa che sconvolge la vita del protagonista, lo fa crescere ed evolvere, e da lettori lo accompagniamo lungo tutto il percorso che fa per diventare adulto.
Descrive in modo eccellente lo spaccato di vita dell’uomo, più che del capriolo, anche se, ovviamente, si nota una notevole cultura della vita animale da parte dell’autore. È un racconto iniziatico, che fa riflettere su molti temi e su molte situazioni.
Il personaggio del vecchio principe è l’esempio da seguire per trarre gli insegnamenti più importanti, anche se burbero e solitario. Così come il personaggio di Bambi rappresenta il bambino, il ragazzo e infine l’adulto che impara a vivere grazie alle proprie esperienze, ai propri errori, alle proprie capacità.
Questo è senz’altro il fulcro dell’intero racconto: la contrapposizione tra saggezza e ignoranza, razionalità e istinto.

Bambi è un classico e come tale, ormai, può essere letto a tutte le età, ma io mi sento di sconsigliarlo ai più piccoli. Anzi, nell’introduzione di Maxime Rovere, il romanzo viene presentato come una lettura esclusivamente per adulti, visto che l’autore stesso ha voluto descrivere, con la vita di Bambi e degli altri animali della foresta, la situazione che gli ebrei stavano vivendo in Austria già dalla fine del 1800, poi sfociata nel Nazismo all’inizio degli anni ’20. Il libro, ovviamente, fu messo al bando, proprio perché l’allegoria di Salten era evidente, anche visti i suoi studi e il suo mentore.
Se leggiamo il libro sotto questa prospettiva, riusciamo a comprendere e capire che non è affatto una lettura per i più piccoli, anzi.
Ci sono anche alcune parti e situazioni abbastanza crude e cruente, e questo potrebbe urtare la sensibilità dei più piccoli.
Questo è uno dei motivi per cui ho dato 3 specchi, perché quelle stesse parti hanno dato fastidio perfino a me, che di anni non ne ho più 10 da un pezzo, e guardo film e telefilm abbastanza violenti.
Conosco i bambini di oggi (lavoro con loro), so bene cosa guardano e cosa piace o non piace, so che difficilmente più di qualcuno di loro si spaventerebbe o ci rimuginerebbe sopra, però, sono convinta che alcune parti andrebbero a fondo e potrebbero turbarli.

Un altro motivo dei 3 specchi è il fatto che la narrazione mi ha annoiata.
Il punto di vista è quello di Bambi, viviamo e vediamo ciò che accade attraverso i suoi occhi. Tutto ciò è davvero molto interessante, ma c’è sempre quell’ombra di ansia e angoscia che aleggia per tutto il libro.
Lo stile dell’autore è asciutto e diretto, le descrizioni vivide e accurate.
Non vedevo l’ora che finisse e questo è un vero peccato, perché la storia in sé è davvero interessante e ben scritta.

L’ho già detto che i disegni sono splendidi?
Sì? Ve lo ridico, perché, anche se la storia non mi ha entusiasmata particolarmente, il resto è davvero spettacolare e vale tutti i soldi che costa.
Lacombe ha fatto un lavoro egregio, ci sono intere pagine decorate con animali e piante, per non parlare della copertina intagliata sia nel cartone che nella carta, che lascia intravedere l’immagine di Bambi. All’interno, più o meno a metà, ci sono anche due pagine intagliate con alberi e arbusti su cui sono disegnati anche altri animali che osservano la scena di Bambi e di sua madre che entrano nella radura per la prima volta. E tutte le pagine, con la storia impaginata su due colonne, hanno altri abbellimenti e disegni vari.
Un vero e proprio gioiello da sfogliare e collezionare, che solo per i disegni si meriterebbe 5 specchi!

Mi pare di avervi detto tutto, mi dispiace solo non aver apprezzato in toto la storia.
Vi lascio qui sotto i link e il banner con gli altri blog del Review Party e vi invito ad andare anche da loro a leggere cosa ne pensano le mie colleghe!

» Coffee and Books
» Hook a Book
» Librintavola
» The Mad Otter

Domani non perdetevi su instagram il post dedicato a questo libro.
Non mi resta che augurarvi una buona giornata e delle buone letture, e non dimenticatevi di farmi sapere cosa ne pensate di Bambi.

 Annette.

mercoledì 9 dicembre 2020

W... W... W... Wednesdays #15.20

Iniziativa di MizB del blog Should be Reading.
 
Buon mercoledì, cari svelatori di specchi.
Come avete passato il ponte dell’Immacolata? Avete letto qualcosa di interessante?
Io ho approfittato per leggere un bel po’, nonostante gli esami all’università si avvicinino inesorabili.

Quest’oggi è giunto il momento di tornare a una rubrica che ultimamente ha un po’ latitato su questi schermi (un po’ perché l’ho inserita tra le storie su IG), sto parlando della W… W… W… Wednesdays.
Se siete nuovi del blog, vi spiego rapidamente in cosa consiste: basta rispondere a tre domande, ovvero…
» What are you currently reading? (Cosa stai leggendo al momento?)
» What did you recently finish reading? (Cos'hai finito di leggere di recente?)
» What do you think you’ll read next? (Quale sarà il prossimo libro che leggerai?)

Ecco le mie risposte:
» Cosa stai leggendo al momento?
Da qualche tempo sto leggendo (anche piuttosto lentamente) il nuovo libro di J.K. Rowling.
È molto carino, molto in stile zia Row e mi riporta ai magici momenti vissuti con Harry Potter.


» Cos'hai finito di leggere di recente?
Complice il fine settimana piovoso, ho letto un bel po' e ho finito sia Nevermoor (trovate la recensione qui), sia Bambi, letto per un review party che vedrete nei prossimi giorni qui sul blog e su instagram.
Letture molto diverse, ma comunque molto interessanti.

» Quale sarà il prossimo libro che leggerai?

Questo mese mi sono fatta una piccola TBR, che spero vivamente di rispettare, e quindi vorrei leggere soprattutto questi tre libri, ovvero: La guerra dei mondi per il Strange Books Club, Macbeth per Gli allegri lettori di Shakespeare e Il Piccolo Principe per un gdl sui classici (credo lo leggerò in friulano).

E questo è quanto.
Quali sono i vostri libri in lettura, conclusi o che volete leggere in questo periodo? Fatemelo sapere nei commenti qui sotto.
 
Io vi auguro come sempre buone letture e un buon proseguimento di settimana,
Annette.

lunedì 7 dicembre 2020

{Recensione} Nevermoor

Buon lunedì, miei cari svelatori di specchi!

Come state? Qui è una giornata uggiosa, che invoglia solo a stare a casa a leggere, guardare qualche serie e sorseggiare una buona cioccolata calda.

In questi giorni sto leggendo un po’ di più, nonostante gli esami che incombono il prossimo mese, ma voglio arrivare al traguardo dei 40 libri entro fine mese (mi sa che ci arrivo anche prima) e così cerco di concludere le tante letture che ho in ballo.

Sabato sera ho finito
 
Titolo:
Nevermoor
Autore: Jessica Townsend
Data di pubblicazione: 28 marzo 2019
Casa editrice: Editrice Il Castoro
Genere: Fantasy
Pagine: 386
Prezzo: 16.50€
Quarta di copertina: Morrigan Crow è maledetta.
Eventi funesti accadono tutto intorno a lei, e non può fare niente per impedirlo. La sua maledizione ha però una data di scadenza: Morrigan morirà la notte del suo undicesimo compleanno. Ma proprio quella notte il misterioso Jupiter North arriva a salvarla e la porta con sé nella segreta città di Nevermoor.
Qui Morrigan si trova catapultata in una realtà incredibile e magica, e ha la possibilità di unirsi alla Wundrous Society, un’organizzazione prestigiosa e misteriosissima. Per farlo deve superare quattro difficili prove grazie al suo talento… un talento che però Morrigan sostiene di non possedere. Perché Jupiter allora ha scelto proprio lei?
Entrare a far parte della Wondrous Society è l’unico modo per restare a Nevermoor e Morrigan dovrà usare tutto il suo coraggio e la sua forza per affrontare perfidi rivali e uno spietato nemico.
Voto: 
 
Ultimamente sto leggendo molti libri per ragazzi, sarà perché lavorando a scuola tendo ad avere bisogno di abbassarmi ai mondi dei bambini o, più probabile, perché mi piacciono davvero molto. Sta di fatto che Nevermoor è stata una piacevole scoperta.

Mi era stato consigliato da una cara amica, appassionata anche lei di fantasy e Harry Potter, quindi quando mi ha detto che c’erano magia, mondi paralleli, misteri da risolvere, io mi ci sono buttata a pesce.
Non è stato facile trovare una copia (anche se nelle ultime settimane l’ho vista alla Giunti), ma alla fine l’ho recuperata e ho iniziato la lettura.

La storia può sembrare banale e scontata, soprattutto se avete letto e adorato Harry Potter, ma vi assicuro che ha anche qualcosa di molto interessante.
Morrigan Crow è una ragazzina vispa e intelligente, vive col padre, la nonna e la matrigna (e fin qui sembra una trama come tante), ma ha una particolarità, ovvero è maledetta.
I bambini nati il giorno del Vespro come lei sono maledetti e moriranno al compimento dell’undicesimo anno di età, quindi lei non ha avuto certo una vita facile per questo.
Allo scoccare dell’undicesimo compleanno, però, succede qualcosa di inaspettato: il suo mecenate, Jupiter North, arriva a casa, la prende e la porta a Nevermoor, lontana dalla Caccia di Fumo e d’Ombra e dalla morte, promettendole un apprendistato per affinare il suo bernoccolo e un posto nella rinomata Wundrous Society.

Devo dire che, messa così, non è proprio molto originale, anzi, ricalca abbastanza Harry Potter: undici anni, qualcuno che arriva a prelevare il protagonista, un talento da affinare, una scuola particolare…
Per non parlare poi delle prove da affrontare per entrare nella Wundrous Society.
Ma andiamo per gradi.

Sì, è vero che i punti in comune con HP sono tanti e anche i personaggi non si discostano molto da quelli della saga della Rowling, ma ciò non vuol dire che il libro non abbia anche qualcosa di interessante e nuovo da dire.
Per esempio ho trovato molto particolari i mezzi di trasporto o i modi per entrare a Nevermoor.
Per i mezzi di trasporto è interessante l’Ombrellovia oppure la Velolinea, due modi per viaggiare davvero singolari e particolari, soprattutto il secondo per cui bisogna prestare estrema attenzione e saperla usare con parsimonia e destrezza, perché una volta ricongiunti al corpo ci si potrebbe trovare un po’… fuori fase.

Tra i personaggi ci sono nani vampiri, draghi, gatti giganti parlanti, e chi più ne ha più ne metta, insomma un caleidoscopio di personalità e particolarità.
Morrigan, come già detto, è una ragazzina vispa, sveglia e intelligente, a Nevermoor trova una vera e propria famiglia, anche se davvero molto variegata, degli amici, ma anche dei rivali che vogliono a tutti i costi impedirle di entrare nella Wundrous Society, per cui dovrà lottare con le unghie e con i denti per riuscire a restare.
Devo essere sincera, a volte mi sono confusa un po’ i personaggi, sia perché nel frattempo ho letto anche altro, sia perché non mi ricordavo chi faceva cosa, ma bastava leggere (o rileggere) attentamente e tutto ritornava chiaro.
Senz’altro Jupiter North è un misto tra un Weasley (per i capelli rossi) e Albus Silente, quando sparisce e/o ha delle cose importantissime da fare e per cui non può badare a Morrigan.
Non può mancare il cattivo di turno, che si scopre man mano che si prosegue con la lettura, anche se svariati accenni si hanno già dall’inizio.

Il rapporto tra Morrigan e Jack, il nipote di Jupiter, mi ha ricordato terribilmente quello tra Ron e Hermione: i continui battibecchi e le frecciatine, il punzecchiarsi e poi il diventare buoni amici (o almeno così sembra).

Una cosa che ho notato e che non mi è piaciuto molto, sono alcuni buchi di trama, sia per quanto riguarda l’amicizia tra Morrigan e Jack, sia per quanto riguarda la storia più in generale.
Le prove per entrare nella Wundrous Society mi sono sembrate alquanto banali. Sulla carta avevano dei nomi davvero interessanti, ma quando arrivava il momento erano piuttosto scialbe, poco effetto wow e non mi sono piaciute particolarmente. Anche il fatto che le prove prevedessero una preparazione, ma Morrigan sembrava studiare poco o nulla a riguardo, mi è parsa una cosa davvero superficiale. L’ultima prova è stata la più interessante, però, perché descriveva alla perfezione i talenti di alcuni degli aspiranti alla WS.
Il finale è un po’ frettoloso, arriva quasi inaspettato e, ovviamente, lascia il lettore con un grande punto interrogativo.
Confido nel fatto che il secondo libro risponda ad alcune domande lasciate in sospeso e chiarisca alcuni punti oscuri del primo, perché sarebbe un vero peccato lasciare il lettore col dubbio.

Credo di non aver dimenticato nulla, e, se ve lo state chiedendo, sì vi consiglio la lettura di Nevermoor, perché è un libro davvero carino e interessante… se amate in modo smodato Harry Potter potrebbe piacervi (com’è successo a me) o potreste odiarlo. Io ve l’ho detto.

Non mi resta che augurarvi una buona settimana e buone letture!

Annette.

martedì 24 novembre 2020

{Review Party} Il grande libro dei gialli di Natale

Buonasera a tutti, miei cari svelatori di specchi.
Natale si sta avvicinando sempre di più e, come annunciato nel post precedente, oggi ci aspetta una nuova recensione per un bel Review Party sostanzioso.
Prima di proseguire, ci tengo a ringraziare la CE, che mi ha dato la possibilità di leggere in anteprima i racconti presenti nel nuovo drago, e le ragazze de Il confine dei libri per avermi coinvolta.
Ma bando ai convenevoli e addentriamoci alla scoperta di alcuni dei racconti presenti nella raccolta tutta a tema gialli e Natale. Direi che anche solo questo varrebbe la spesa per questo bel tomo!

Autore: aa.vv. (a cura di Otto Penzler)
Data di pubblicazione: 24 novembre 2020
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar Draghi
Genere: Giallo
Pagine: 840
Prezzo: 25.00€
Quarta di copertina: 60 racconti natalizi pieni di mistero, ingegno, orrore e divertimento
Da Agatha Christie a Ellery Queen, fino ad Arthur Conan Doyle, ma anche Ed McBain o R.L. Stevenson e tantissimi altri, i più grandi giallisti (e non solo) si sono misurati volentieri con il tema natalizio, in tante declinazioni diverse. Questo volume, dalla veste editoriale preziosa ed elegante, ne raccoglie decine, per esplorare le diverse sfumature della festa più amata, da quelle tradizionali a quelle insolite e divertenti, fino a quelle più sconcertanti e spaventose, e persino vagamente trash. 
 

Con le altre ragazze partecipanti al RP, ci siamo divise i racconti, in modo da dare uno sguardo ampio e approfondito alle varie sezioni.
Io vi parlerò più o meno nel dettaglio delle sezioni
🎅🏻 Un piccolo Natale buffo
🎅🏻 Un piccolo Natale sherlockiano

🎅🏻 Un piccolo Natale buffo
Fanno parte di questa sezione:
» Lo scassinatore e il come-si-chiama di Donald E. Westlake
» Il Natale di Dancing Dan di Damon Runyon
» Una visitina da Santa Claus di Ron Goulart
» I ladri che non smettevano di starnutire di Thomas Hardy
» Rumpole e lo spirito del Natale di John Mortimer
» Un Babbo Natale a rovescio di Meredith Nicholson

Devo dire che alcuni di questi racconti non sono per nulla buffi o divertenti, anzi, mi sono chiesta come mai fossero stati inseriti in questa categoria.
Andiamo con ordine, però.
Lo scassinatore e il come-si-chiama è un racconto davvero simpatico: uno scassinatore vestito da Babbo Natale sta facendo razzia negli appartamenti di un condominio, finché non viene interrotto da un inventore ubriaco a cui hanno rubato il computer nel quale ci sono scritti i nomi e i dettagli delle sue invenzioni.
Si trovano così davanti a un piccolo aggeggio che non hanno la più pallida idea di cosa sia.

Il Natale di Dancing Dan racconta di come alcuni malviventi dal cuore d'oro trascorrano la Vigilia di Natale, passando anche da un'arzilla vecchietta, che aspetta trepidante che Babbo Natale la passi a trovare.

Una visitina da Santa Claus ha per protagonista un artista spiantato che cerca di tenersi a galla dopo essere stato licenziato dalla agenzia pubblicitaria per cui lavorava. L'autore ci fa la cronistoria degli eventi che hanno portato all'incipit della storia e di come il corpo di Harry Wilkie sia stato rinvenuto sulla spiaggia.

I ladri che non smettevano di starnutire è un racconto breve molto divertente che ha per protagonista un giovane ragazzo a cui dei ladri rubano il cavallo.
Fin qui sarebbe un racconto assolutamente piatto e normale, ma la faccenda si fa più interessante quando il ragazzo si ritrova in una grande villa, obiettivo dei ladri che ha incontrato sulla propria strada, e con l'astuzia cerca di sventare il colpo.

Rumpole e lo spirito del Natale è uno dei racconti che mi ha convinto meno: Rumpole è un avvocato che cerca di scagionare il proprio cliente accusato di omicidio e, per questo, fa un patto con l'avvocato dell'accusa. I due si ritrovano per caso in un pub e lì cercano di raggiungere un accordo guarnito da vini e alcolici in generale.

Anche Un Babbo Natale a rovescio mi ha convinta poco e, proprio per la sua lunghezza, mi ha annoiata parecchio. È la storia di un ex galeotto, Il Grillo, che, dopo essere stato in prigione e aver vissuto in giro per il mondo, cerca di rigare dritto e stare fuori dai guai. Ma proprio la Vigilia di Natale entra in un turbine di piccoli crimini, fino ad arrivare al furto di un'auto.
Ma nell'auto c'è una piccola sorpresa: un bimbo di circa due anni.

Come già detto, alcuni racconti di questa sezione non mi hanno entusiasmata particolarmente. Per quanto siano scritti bene (si parla di autori di un certo calibro, persone che hanno scritto dei veri e propri capolavori), ci sono alcune cose che mi hanno fatto storcere il naso, prima fra tutte il fatto che non siano affatto buffi.
I racconti che ho preferito sono Lo scassinatore e il come-si-chiama, divertente, fresco e molto arguto; Il Natale di Dancing Dan e I ladri che non smettevano di starnutire. Questi hanno delle vere e proprie chicche, che lasciano il lettore sorpreso e divertito.
Un tema comune che ho riscontrato qui, ma anche negli altri racconti, è quello dei furti durante la notte di Natale. Credo sia uno dei temi ricorrenti e che vengono in mente più di frequente quando si parla di gialli di Natale.

🎅🏻 Un piccolo Natale sherlockiano
Fanno parte di questa sezione:
» Uno scandalo d'inverno di Gillian Linscott
» Il cliente di Natale di Edward D. Hock
» Il segreto nel sacchetto del pudding di Peter Todd
» Il caso natalizio di Herlock Sholmes di Peter Todd
» Vigilia di Natale di S.C. Roberts
» L'avventura del carbonchio azzurro di Arthur Conan Doyle

In questa sezione siamo decisamente più nelle mie corde, perché, come ormai avrete capito, io amo l'investigatore creato da sir Arthur Conan Doyle e non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di leggere questi racconti. Anche se scritti da altri autori.

Uno scandalo d'inverno è raccontato per lo più dal punto di vista di una ragazzina, Jessica, che si trova coi genitori e la sorella Amanda in vacanza in Svizzera. Qui, nello stesso albergo, alloggiano anche Holmes e Watson (descritti come Canna d'Argento e Grosso Orso). L'anno precedente al racconto, l'albergo era stato il palcoscenico per un delitto a cui Jessica aveva assistito. Il racconto, quindi, cerca di risolvere l'enigma, perché, anche se Jessica ha visto la vittima precipitare, si ritrova a fare i conti con le domande di Holmes e tutto viene messo in discussione.

Il cliente di Natale sembra scritto dalla penna di sir Arthur Conan Doyle, siamo a Baker Street, il giorno di Natale e un cliente del tutto inaspettato bussa alla porta dell'investigatore inglese per sottoporgli il caso di ricatto di cui è vittima.
E chi se lo sarebbe mai aspettato che Charles Lutwidge Dodgson (vi dice nulla questo nome?) potesse affidarsi alle sapienti mani di Sherlock Holmes per risolvere il suo piccolo problema? Devo dire che l'autore ha avuto un vero e proprio colpo di genio a far interagire un personaggio pubblico realmente esistito e il buon vecchio Sherlock.

Il segreto nel sacchetto del pudding e Il caso natalizio di Herlock Sholmes sono frutto della penna di Peter Todd, uno dei tanti pseudonimi di Charles Hamilton, e hanno per protagonista l'eccentrico Herlock Sholmes, personaggio-parodia di Sherlock Holmes che ha fatto la fortuna dello scrittore.
Nel primo, il punto di vista è di Sholmes, preoccupato per alcuni atteggiamenti decisamente bizzarri del dottor Jotson, che rischia di finire in un istituto psichiatrico, ma ovviamente nulla è come sembra.
Nel secondo Jotson narra i fatti come fa di solito il buon vecchio Watson: il duca di Hookeywalker si reca dal noto investigatore con un problema che lo attanaglia, ovvero il furto della ricevuta del banco dei pegni in cui aveva impegnato alcuni gioielli di famiglia per finanziare un grande ricevimento natalizio.

Vigilia di Natale è scritto in stile copione, racconta di una Vigilia come tante altre al numero 221B di Baker Street, finché Holmes non viene contattato dalla signorina de Vinne per ritrovare la collana di perle scomparsa di lady Barton.
Holmes, stranamente, rifiuta il caso perché troppo complicato da essere risolto in poco tempo e ben intenzionato a trascorrere un periodo di vacanza con il suo amico Watson dopo Natale. Come capita spesso, però, nulla è come sembra e chi dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto, finisce per essere il maggiore indiziato del caso.

E per concludere, L'avventura del carbonchio azzurro, scritto dal padre di Sherlock, l'unico e l'originale, ha per protagonista Holmes e Watson alle prese con un cappello di feltro consunto appartenente a un malcapitato che, dopo essere stato picchiato da un gruppetto di malviventi, è scappato a gambe levate per non incorrere in sanzioni. Il povero H.B. si è lasciato alle spalle anche una grossa oca, prontamente recuperata da Peterson e portata insieme al cappello a Holmes.
Ritrovare il proprietario del cappello, quindi, diventa di vitale importanza per Holmes e Watson. Ma cosa c'entrano l'oca e il cappello con il carbonchio azzurro rubato di recente?

Essendo appassionata di Sherlock, questi racconti mi sono piaciuti molto di più rispetto a quelli della sezione precedente.
Sono scritti tutti in modo da ricalcare lo stile di sir Arthur Conan Doyle e questo aiuta a immergersi nella lettura e nel mondo della Londra vittoriana. Ovviamente ogni autore lascia la propria impronta, chi nello spostare il punto di vista dei protagonisti da Watson a Sholmes a una semplice bambina testimone di un omicidio, chi nella parodia più sfrenata, portando all'eccesso i modi di fare dei protagonisti, accentuando vizi e aspetti non sempre positivi.

Concludendo – perché l'ho già fatta abbastanza lunga – se anche voi siete appassionati di gialli e siete curiosi di leggere qualche bel racconto ambientato nel periodo natalizio, questa è la raccolta che fa per voi.
Senz'altro la cura dimostrata nel mettere insieme i racconti, raggrupparli in vari temi e dar loro un filo conduttore si notano nel volume che la Mondadori ha voluto dare alle stampe.
È senz'altro un bellissimo regalo di Natale!

Qui vi lascio di seguito i link degli altri blog che hanno partecipato al RP e vi consiglio di andare a leggere anche le loro recensioni, che trattano gli altri temi presenti nel drago:
» Il confine dei libri ~ blog | IG
» Hook a Book ~ blog | IG
» La Petite Pritt ~ blog | IG
» Evenstar Johanna ~ blog | IG
» Café Littéraire da Muriomu ~ blog | IG
 
Spero di non avervi annoiati troppo, io ho concluso, vi auguro come sempre buone letture,
Annette.

martedì 17 novembre 2020

Il grande libro dei gialli di Natale: Presentazione dell'evento

Buon martedì, miei cari svelatori di specchi!
Spero che abbiate iniziato la settimana meglio di me, che mi sembra di aver già vissuto almeno tre o quattro giorni...
 
Quest'oggi un post breve, solo per presentarvi a grandi linee il prossimo Review Party e che coinvolgerà il mio blog e quello di altre ragazze, nonché i nostri profili instagram.

Cosa succederà?
Da domani, 18 novembre, fino al 23 potrete trovare su instagram un simpatico calendario dell'Avvento anticipato, in cui presenteremo alcuni approfondimenti sugli autori dei racconti del nuovo Drago della Mondadori, ovvero Il grande libro dei gialli di Natale.
Ognuno di noi si è suddiviso la raccolta di racconti, in queste settimane li abbiamo letti e il 24 novembre, data di uscita del libro, troverete su ogni blog la recensione di alcuni gruppi di racconti.

Quali blog e profili instagram?
» Il confine dei libri ~ blog | IG
» Hook a Book ~ blog | IG
» La Petite Pritt ~ blog | IG
» Evenstar Johanna ~ blog | IG
» Café Littéraire da Muriomu ~ blog | IG

Ma vediamo un attimo il libro in questione più nel dettaglio.
 
Titolo: Il grande libro dei gialli di Natale
Autore: aa.vv. (a cura di Otto Penzler)
Data di pubblicazione: 24 novembre 2020
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar Draghi
Genere: Giallo
Pagine: 840
Prezzo: 25.00€
Quarta di copertina: 60 racconti natalizi pieni di mistero, ingegno, orrore e divertimento
Da Agatha Christie a Ellery Queen, fino ad Arthur Conan Doyle, ma anche Ed McBain o R.L. Stevenson e tantissimi altri, i più grandi giallisti (e non solo) si sono misurati volentieri con il tema natalizio, in tante declinazioni diverse. Questo volume, dalla veste editoriale preziosa ed elegante, ne raccoglie decine, per esplorare le diverse sfumature della festa più amata, da quelle tradizionali a quelle insolite e divertenti, fino a quelle più sconcertanti e spaventose, e persino vagamente trash. 

All'interno del volume davvero corposo i racconti sono divisi in sezioni:
🎅🏻 Un piccolo Natale tradizionale
🎅🏻 Un piccolo Natale buffo
🎅🏻 Un piccolo Natale sherlockiano
🎅🏻 Un piccolo Natale pulp
🎅🏻 Un piccolo Natale occulto
🎅🏻 Un piccolo Natale spaventoso
🎅🏻 Un piccolo Natale sorprendente
🎅🏻 Un piccolo Natale moderno
🎅🏻 Un piccolo Natale sconcertante
🎅🏻 Un piccolo Natale classico
 
Ormai avrete capito che io adoro i gialli e non potevo non partecipare a questo evento, per cui ringrazio fin da ora le ragazze de Il confine dei libri e la Mondadori per avermi dato l'opportunità di leggere in anteprima il libro e organizzare insieme a loro tutto ciò che farà da cornice a questa nuova uscita.

Se non l'avete ancora fatto, segnate sul calendario le date che ci separano dall'uscita del libro e non perdetevi i vari approfondimenti su instagram!
 
Ma prima di lasciarvi, voglio mettervi alla prova: secondo voi di quali sezioni parlerò nella mia casellina del calendario dell'Avvento e nella mia recensione della prossima settimana?
Largo alle ipotesi, lo spazio commenti è a vostra disposizione.

Non mi resta che augurarvi buona serata e buone letture,
Annette.

giovedì 12 novembre 2020

{Review Party} Cheshire Crossing

Buongiorno, miei cari svelatori di specchi!
Eccoci qui con una nuova recensione per un Review Party e di un libro che ho potuto leggere in anteprima qualche settimana fa.
Ringrazio la CE per avermi dato nuovamente la possibilità di leggere la graphic novel in questione e poterla recensire e Giusy del blog Divoratori di libri per avermi coinvolta.
Vi starete chiedendo quale sia il libro in questione, anche se dal titolo potrete forse immaginarlo, si tratta più precisamente della nuova graphic novel edita dalla Mondadori, ovvero

Titolo: Cheshire Crossing
Autore: Andy Weir, Sarah Andersen
Data di pubblicazione: 17 novembre 2020
Casa editrice: Mondadori
Collana: Ink
Genere: Fantasy
Pagine: 128
Prezzo: 18.00€
Quarta di copertina: Sono passati anni da quando Alice, Dorothy e Wendy hanno compiuto i loro favolosi viaggi nel Paese delle Meraviglie, a Oz e sull’Isola-che-non-c’è. Ora eccole qui, ormai adolescenti, a Cheshire Crossing: una scuola molto speciale dove impareranno a gestire le loro straordinarie esperienze e il loro dono di attraversare mondi magici.
Ma proprio non sanno starsene buone buone sedute al banco, e iniziano di nuovo ad attraversare le dimensioni, lasciandosi dietro una scia di caos completo. E se fosse solo un po’ di confusione il problema, poco male. Il fatto è che, senza volerlo, fanno incontrare la malvagia Strega dell’Ovest e Capitan Uncino, uniti ora in una coppia davvero diabolica.
Per fermarli le tre ragazze dovranno fare ricorso a tutti i loro poteri e mettere insieme una squadra di improbabili alleati da tutto il multiverso!
Cheshire Crossing è un viaggio vertiginoso, divertentissimo e sconfinato attraverso i classici della letteratura e i loro mondi fantastici come non avete mai osato immaginarli.
Voto: 


Di certo questa è una graphic novel molto particolare.
Personalmente mi ha attirata dal primo momento in cui ho visto le foto sul profilo instagram della Oscar Vault, perché, insieme al Drago con i tre romanzi classici, era davvero interessante e intrigante.

Andy Weir nell'introduzione parla della sua passione per le fanfiction e di come gli sia venuta l'idea per Cheshire Crossing e io non posso che approvare in pieno tutto ciò.
Come saprete anch'io per anni (e anche un po' durante la quarantena) mi sono dilettata con le fanfiction, su EFP ne trovate ancora tantissime che ho scritto e pubblicato, sono per lo più di Harry Potter, quindi capisco perfettamente cosa prova Andy.
Sapere e conoscere così un altro fanwriter è bellissimo!

Ma veniamo alla storia vera e propria.
Le protagoniste sono Alice, Wendy e Dorothy, ma non sono più le bambine che sono state catapultate in mondi sconosciuti e magici, sono cresciute e sono state mandate in un collegio davvero particolare: Cheshire Crossing.
Da quando hanno fatto ritorno dalle rispettive famiglie dopo i loro viaggi nel Paese delle Meraviglie, a Oz e nell'Isola-che-non-c'è e hanno raccontato quanto accaduto loro, sono state considerate pazze, e per questo, portate da un istituto all'altro perché i dottori le potessero curare.
Cheshire Crossing, invece, sembra un collegio, anche se ha solo tre studentesse, ma questo non le ferma dal combinare qualche guaio e tutto ha inizio quando Alice ruba le scarpette magiche di Dorothy e si ritrova con Wendy a Oz.

Alice è una ragazzina scontrosa e arrogante, pensa di sapere tutto e di avere sempre ragione, non ha peli sulla lingua e dice ciò che pensa senza preoccuparsi troppo delle conseguenze; Wendy è più sbarazzina, anche se ha timore di qualcosa, cerca di tenere Alice coi piedi per terra e di farla ragionare per il meglio, esattamente come farebbe una mamma chioccia; Dorothy è la più pacata delle tre, quasi rassegnata a vivere in un nuovo collegio e a essere controllata.

La graphic novel è davvero interessante, come ho già detto, perché amalgama molto bene i tre personaggi principali, mostra le protagoniste cresciute, adolescenti, in un mondo che le vorrebbe controllare e far passare per normali, anche quando è evidente che non lo sono.
Pian piano scoprono i poteri che possiedono e li affinano fino a controllarli per riuscire a rimediare ai guai che hanno combinato.

Nella storia ritroviamo anche i cattivi di due dei tre romanzi (la Regina di Cuori non è presente nell'intera storia, ma la sua presenza comunque si sente).
Per dirla con il gergo delle fanfiction, devo dire che li ho trovati molto IC (in character) e anche loro sono stati resi in modo egregio, un po' sopra le righe, ma assolutamente fedeli agli originali.
Il rapporto tra Capitan Uncino e la Strega dell'Ovest si fa subito intenso, un vero e proprio colpo di fulmine che, ovviamente, andrà a unire le forze dei due antagonisti nei confronti delle protagoniste e che comunque non impedirà ai due di vivere la loro storia d'amore.

Un personaggio che ho adorato tantissimo è quello della signorina Poole... chissà come mai, eh?! (Chi leggerà la graphic novel e mi conosce può ben immaginare il motivo)
I personaggi secondari hanno la stessa importanza e sono caratterizzati molto bene, mantenendo anche alcune manie degli originali, questo rende la storia un crossover molto credibile, quasi che i tre autori che hanno creato Oz, il Paese delle Meraviglie e l'Isola-che-non-c'è si siano messi d'accordo per approfondire le storie e amalgamarle.
Anche i nuovi personaggi, creati per l'occasione, sono credibili e ben caratterizzati. Si vede che l'autore non ha voluto lasciare nulla al caso, anzi, si è impegnato davvero molto.

Sarah Anderson è stata davvero brava a rendere le idee di Andy così vivide e non ha tralasciato alcun particolare.
Il tratto è semplice, fa sembrare la graphic novel un libro illustrato per bambini, ma la storia in sé non lo è affatto e questo dà al libro quella giusta dose di dubbio e ambiguità. D'altra parte anche i romanzi da cui sono tratti i personaggi non sono poi tanto per bambini, visto che esplorano tutti dei sotto temi tutt'altro che per l'infanzia.
Interessante, quindi, questa dualità: da una parte l'aspetto più fanciullesco, dall'altra la maturità dei temi trattati.

Vi consiglio di leggere questa graphic novel se volete ritornare in tre mondi immaginari che ci accompagnano fin da bambini, se volete immergervi in un crossover davvero riuscito o anche solo se volete qualche ora di svago.

Vi lascio qui di seguito il banner con gli altri blog che partecipano al Review Party e che hanno iniziato a postare le loro recensioni già lunedì.

Non mi resta che augurarvi buone letture e spero vivamente leggerete questa graphic novel,
Annette.

lunedì 9 novembre 2020

{Review Party} Il grande libro dei racconti di Sherlock Holmes

Buongiorno, miei cari svelatori di specchi!
È da qualche settimana che non ci sentiamo qui sul blog, nonostante io abbia letto alcuni libri degni di nota di cui vi parlerò presto (spero).
Ma oggi è giunto il momento per un nuovo Review Party, questa volta tutto dedicato al mio investigatore preferito.
Ringrazio la CE per avermi dato nuovamente la possibilità di leggere la graphic novel in questione e poterla recensire e Francy del blog Coffee & Books per avermi permesso di partecipare al suo evento.
Il libro in questione è:

Titolo: Il grande libro dei racconti di Sherlock Holmes
Autore: aa.vv.
Data di pubblicazione: 27 ottobre 2020
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar Draghi
Genere: Giallo
Pagine: 1008
Prezzo: 28.00€
Quarta di copertina: Il più grande investigatore di tutti i tempi vide la luce dalla pena di sir Arthur Conan Doyle nel 1887 ed è stato protagonista di quattro romanzi e oltre cinquanta racconti. Che non sono bastati, però, a narrarne tutte le vicende. Quella lacuna viene colmata da altri scrittori, tutti di grande calibro, che si sono cimentati con il personaggio da cui è nata la letteratura poliziesca. Da Neil Gaiman a Stephen King, passando per Anne Perry, Anthony Burgess e molti altri, sono in tanti ad aver voluto regalare nuove vite all’investigatore di Baker Street. I loro racconti sono riuniti in questo imperdibile volume.


Sherlock Holmes è senz'altro il mio investigatore preferito (sì, batte perfino Poirot e tutti gli altri).
Leggere parte dei racconti raccolti in questo libro è stato davvero interessante, soprattutto perché mi ha dato la possibilità di apprezzarlo anche dalla penna di altri autori.

I racconti che ho letto io erano scritti sia da sir Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock, sia da altri autori molto versatili, tra cui anche Stephen King o James Matthew Barrie.
L'idea della raccolta era proprio questa: racchiudere in unico libro i racconti che hanno per protagonista Sherlock e che poco hanno a che fare con l'immensa bibliografia scritta da Doyle.
È bello vedere come, anche se il personaggio di Sherlock è stato ucciso dal suo ideatore, tantissimi autori e scrittori abbiano voluto rendergli omaggio scrivendo a loro volta qualche episodio di vita.

Nei primi due racconti, scritti proprio da Doyle, La fiera per il campo e Watson impara il trucco, Sherlock Holmes vive la quotidianità con Watson, non ci sono grandi casi da risolvere, se non dare qualche consiglio al dottore che segue il protagonista.
Sono entrambi racconti divertenti, che mettono in luce anche l'ironia e l'autoironia dei due protagonisti.
Il padre di Sherlock Holmes prende lo spunto anche da avvenimenti personali per trasportarli sulla carta e farli vivere ai propri personaggi.

Gli altri racconti che seguono questi piccoli spaccati di vita, sono invece stati scritti da altri autori e sono tra quelli più noti non attribuiti a Doyle.
L'Amleto unico di Vincent Starrett racconta in breve un caso di rapida risoluzione che vede protagonista il massimo esperto di Shakespeare e una presunta prima edizione de L'Amleto appartenente a un suo grande amico.
La vicenda è narrata in modo molto asciutto, sembra davvero scritta dallo stesso Doyle, segno che Starrett è versatile e attento. È una vicenda abbastanza rapida, ma allo stesso tempo molto dettagliata, così che anche il lettore possa farsi un'idea di ciò che succede.

Il portasigari scomparso di Bret Harte, invece, è un racconto piuttosto surreale ed estremamente parodistico, infatti anche il nome del protagonista non è Sherlock bensì Hemlock Jones.
L'autore ha voluto stravolgere quasi completamente il protagonista, calcando molto la mano sulle sue stranezze e fissazioni, quasi a volerlo rendere ancora più irrealistico.
Di certo non è il mio racconto preferito tra quelli che ho letto, ma rende molto bene e stuzzica il lettore al punto giusto, soprattutto nella parte della risoluzione del mistero. Chi dunque avrà rubato il portasigari di Hemlock?

Il ricercato di Arthur Whitaker è un altro racconto che sembra scritto da Doyle, rompicapo al punto giusto, che vuole mettere il lettore alla prova.
Il colpevole stavolta è noto, ma ciò che bisogna scoprire è il modo in cui riesce a farla franca: ci sono tantissimi indizi che il lettore può liberamente decidere se metterli insieme e formare il puzzle di Sherlock, oppure può scegliere di seguire le orme dell'ispettore Lestrade.

Poi ci sono quattro racconti brevi che calcano la mano su alcuni aspetti caratteristici di Sherlock Holmes e si trovano in bilico tra parodia, nonsense e satira: L'avventura dei due collaboratori di James Matthiew Barrie, I segugi di O. Henry, Holmes e la maliarda di A.B. Cox e Un implacabile racconto poliziesco di Stephen Leacock (quest'ultimo il più breve di quelli che ho letto).
Tutti sono scritti davvero bene, rendono il personaggio a volte una macchietta, altre davvero somigliante all'originale. C'è chi ha deciso di cambiargli nome e chi, invece, l'ha reso così com'è descritto da Doyle.

L'ultimo racconto che ho letto, poi, è quello di Stephen King, Il caso del dottore.
King ha più di un talento straordinario: riproduce con estrema fedeltà lo stile di Doyle (anche altri autori che vi ho citato qui l'hanno fatto, ma lui ha quel non so che che lo distingue dagli altri), tiene incollato il lettore alle pagine.
Il racconto in questione è forse il più lungo tra quelli che ho letto e devo dire che scivola via senza intoppi, senza problemi di stile o altro. Davvero notevole.
Non vi svelo di cosa tratta il racconto per non spoilerarvi troppo... e poi perché dovete leggerlo!

Come per la raccolta su Poirot, vi consiglio vivamente anche questo bel drago, soprattutto se, come me, amate Sherlock e volete leggerlo in situazioni diverse dalle solite a cui sir Arthur Conan Doyle ci ha abituati.
A mio avviso è una raccolta curata molto bene, che vale senz'altro i 28.00€ del costo (mi rendo conto che sono tanti).
All'interno ci sono diverse sezioni, hanno tutte dei temi particolari che comunque fanno da fili conduttori per i diversi racconti. Si passa da quelli più ironici a quelli più seri, che ripercorrono anche dei missing moments (chiamati in gergo da fanfiction) tra uno o l'altro libro.
Gli autori sono vari e più o meno noti, come quelli che vi ho citato io. Per citarne altri: Davis Grubb, Edmund Pearson, Hugh Kingsmill, August Derleth, Robert Barr, Laurie R. King, S.C. Roberts, Leslie S. Klinger e tanti altri.

Stavolta non mi sono dilungata troppo sui singoli racconti, principalmente perché sono davvero brevi e avrei rischiato di rovinarvi la lettura, spero comunque di avervi incuriosito almeno un po'.

Vi lascio qui di seguito il banner con gli altri blog che partecipano al Review Party e i link diretti ai blog che oggi hanno pubblicato una recensione:


Vi auguro come sempre buone letture e spero di non averla fatta troppo lunga e/o di non aver spoilerato troppo,
Annette.

mercoledì 21 ottobre 2020

{Review Party} Le Diecimila Porte di January


Buongiorno, miei cari svelatori di specchi!
Nelle ultime settimane il blog si è popolato di collaborazioni, review party e blog tour, questo perché ho iniziato a collaborare più a stretto contatto con altri blogger (accidenti a Facebook e Instagram) e le CE hanno pensato bene di far uscire adesso tantissimi libri iper-mega-super interessanti.
Dopo la batosta de La guerra dei papaveri (qui trovate la mia recensione della scorsa settimana), mi sono rifatti gli occhi grazie a Le Diecimila Porte di January.
Prima di proseguire ci tengo a ringraziare Nia per avermi coinvolta nell'iniziativa insieme alle altre ragazze e la CE per avermi permesso di leggere in anteprima il libro.

Titolo: Le Diecimila Porte di January
Autore: Alix E. Harrow
Data di pubblicazione: 13 ottobre 2020
Casa editrice: Mondadori
Collana: Fantastica
Genere: Fantasy
Pagine: 396
Prezzo: 20.00€
Quarta di copertina: Estate 1901. Un’antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto.
Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti “di un valore singolare e unico”, e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura. Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d’argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma.
Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: LE DIECIM POR. Un libro che ha l’aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei
Voto: 

Era da Il porto proibito che non leggevo qualcosa di simile, così coinvolgente e toccante. E credo sarà molto difficile riuscire a trovare le parole giuste per descriverlo senza scadere negli spoiler.

Questo libro mi ha subito interessata, soprattutto dopo aver iniziato a vedere Locke & Key su Netflix, quando ho letto che uno dei personaggi aveva lo stesso nome, mi è sembrato quasi destino che io dovessi leggere questo libro.

Ma partiamo dalla protagonista: January è una ragazzina che narra la sua storia fatta di Porte che si aprono su luoghi strani e magici. Fin da piccola non capisce molto bene cosa sia lo strano potere che possiede, quello di riuscire ad aprire le Porte, lo associa più che altro all'influenza che i romanzi a puntate che legge su alcune riviste hanno sulla sua mente e la sua immaginazione.
Vive col signor Locke mentre suo padre è sempre in viaggio per quest'ultimo. Per lei il signor Locke è una sorta di padre adottivo, benestante, che non le fa mancare nulla, da un'educazione di prim'ordine a una bambinaia perennemente alle calcagna.
January viaggia molto con Locke e questo le fa scoprire innumerevoli città e, in una di queste, a 7 anni scopre una Porta azzurra che la porta in uno strano mondo, tutto rocce e mare.
Così ha inizio la sua avventura e la sua ricerca di verità, che man mano, mentre cresce, diventa sempre più vicina e a portata di mano.

Ho trovato il personaggio di January molto ben caratterizzato, racconta tutto in prima persona, quindi entriamo nei suoi pensieri, nelle sue paure, nella sua vita passo passo.
Devo dire che a differenza di altre protagoniste mi è piaciuta molto, perché c'è una reale crescita (non solo di età) e una maturazione. Pian piano capisce cosa vuole, capisce che ci sono persone buone (Jane e Samuel in primis) e cattive (tutto il contorno di amici del signor Locke), ma soprattutto scopre quale sia la sua vera vita, chi siano i suoi genitori e perché lei si ritrova bloccata nel Vermont e con signor Locke.

Anche i personaggi umani e non che affiancano January sono davvero ben caratterizzati, ricchi di sfaccettature e viaggiano con maestria nel mezzo tra il bianco e il nero, anche se qualcuno tende un bel po' al nero.
Samuel è senz'altro il personaggio maschile che mi ha colpita di più, quello che fin da piccolo si è preoccupato per January e le ha regalato Bad, un bel cagnolone, per farla sentire meno sola, perché la vedeva così isolata e insicura. È quello che la segue senza timore alcuno e che si fida ciecamente di lei e Jane.
Forse non è il tipico ragazzo tutto muscoli che si legge in altri romance (qui è davvero lieve la parte romantica, ma molto funzionale), ma non si può fare a meno di parteggiare per lui.

La struttura del libro è davvero particolare: ogni capitolo è dedicato a una Porta, aperta da January o dai qualcun altro, perché all'interno di alcuni capitoli è riportato un altro libro con un'altra storia che fa da sfondo e da filo conduttore con tutto ciò che succede ed è successo a January.
Devo essere sincera, per me questo libro nel libro poteva essere un po' più corto, perché mi ha appesantito un po' la lettura, anche se ciò che leggevo mi coinvolgeva davvero molto e aiutava a comprendere tutto molto meglio, facendo andare al posto giusto i pezzi del puzzle creato dall'autrice.
Ma nonostante tutto, come dicevo, mi ha convinta poco a causa della sua lunghezza.

All'interno del racconto i colpi di scena si susseguono praticamente a ogni capitolo e la povera January non può respirare un attimo. Alcuni di questi colpi di scena sono totalmente inaspettati e prendono il lettore alla sprovvista, tenendolo col fiato sospeso a leggere pagine su pagine per arrivare alla soluzione del mistero; un altro colpo di scena, invece, verso la conclusione, per essere precisi, non è stato un vero colpo di scena. Almeno non per me, che da brava lettrice di gialli aveva già immaginato il vero colpevole di tutto.
Ovviamente non avevo intuito tutti i dettagli e i particolari che January svela, ma comunque non è stata una vera e propria sorpresa. E d'altra parte era l'unica soluzione possibile.

Lo stile dell'autrice è molto interessante, fatto di molte descrizioni particolareggiate (ammetto che non mi dispiacerebbe attraversare una Porta) che aiutano il lettore a immaginarsi meglio ciò che circonda i personaggi e che avviene nella storia.
Posso assicurare che il libro, grazie proprio allo stile dell'autrice, viene letteralmente divorato, le pagine scorrono quasi senza accorgersene.
È davvero una lettura piacevole e che tocca nel profondo.

Una cosa che mi è piaciuta particolarmente è senz'altro la creazione dei vari mondi collegati tra loro dalle Porte.
L'autrice con le descrizioni vivide e dettagliate di cui sopra li fa sembrare così reali e tangibili, con personaggi strani e particolari, certo, ma estremamente realistici.
Questo è un punto in più nel mio indice di gradimento di un libro fantasy: la credibilità dell'ambiente creato dall'autrice/autore.
Tra l'altro in questo libro si può notare la cura estrema che l'autrice ci ha messo nel creare ogni singolo mondo, non c'è una cosa fuori posto e tutto è ben strutturato. Davvero un ottimo lavoro!

Penso di avervi detto tutto, ovviamente vi consiglio caldamente di leggere questo libro, perché è uno dei migliori che abbia letto quest'anno (e ormai avete visto quanti ne ho bocciati di questa collana, quindi capite bene che quando uno mi piace è un vero e proprio evento =D).
Il finale mi è parso aperto, quindi spero vivamente che l'autrice lavori a un seguito, perché voglio saperne di più della vita di January dopo... dopo e, soprattutto, voglio assolutamente tornare nei vari mondi che Julian ha visitato.

Vi lascio qui di seguito il banner con gli altri blog che partecipano al Review Party e vi suggerisco di andare a fare un giro e leggere anche le altre recensioni, oltre a visionare i post del Blog Tour.

Vi auguro come sempre buone letture e spero di non averla fatta troppo lunga e/o di non aver spoilerato troppo,
Annette.