sabato 21 luglio 2012

{Recensione} Spells

Titolo: Spells
Autore: Aprilynne Pike
Data di pubblicazione: 2011
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Genere: Urban Fantasy, Paranormal Romence
Pagine: 335
Prezzo: 17.90€
Quarta di copertina: È iniziata l'estate, ma la vita di Laurel non è più la stessa. Ora che sa di essere una fata, non può certo ignorare le sue responsabilità nei confronti del regno di Avalon. Ecco perché, quando viene convocata dall'Accademia delle fate per un corso intensivo di magia, decide subito di partire.
Ad Avalon, Laurel potrà finalmente essere se stessa. Imparerà gli incantesimi che le permetteranno di difendere le porte segrete del regno dal terribile Jeremiah Barnes, realizzando così il suo destino.
Ma tornare ad Avalon significa molto di più. Significa rimettere in discussione tutto e ferire la persona che più ama al mondo, il suo dolcissimo fidanzato umano, David. Perché lì rivedrà Tamani.
Sono passati molti mesi dal loro ultimo incontro, e Laurel crede di averlo dimenticato. Però, quando lui la stringe di nuovo tra le braccia, professandole amore eterno, dentro di lei si risvegliano emozioni inebrianti, emozioni molto diverse da quelle che prova con David.
Ancora una volta contesa tra due mondi, e tra due ragazzi tanto differenti quanto irresistibili, Laurel dovrà compiere una scelta dolorosissima, che forse le spezzerà il cuore per sempre. Ma la salvezza di Avalon è appesa a un filo e per Laurel è giunto il momento di decidere: qual è davvero il suo posto, tra gli umani o tra le fate? E con chi sarà il suo futuro, con il tenero David o con l'affascinante Tamani?


La lettura di questo libro non mi ha impegnato più di tre giorni, infatti le pagine scorrono via rapidissime.

Le 335 pagine si possono riassumere così: dopo la fine della scuola, per le vacanze estive, Laurel va ad Avalon per apprendere i fondamenti della magia, scopre così il luogo in cui è nata e impara gli usi e i costumi aiutata da Tamani.
Poi torna a casa, cerca di mettere in pratica ciò che ha imparato, esce con gli amici e il fidanzato; il fiore che ha sulla schiena fiorisce come l'anno precedente; litiga con David; litiga con Tamani; Barnes si rifà vivo e con lui arriva anche una specie di agente segreta.

La Avalon della Pike è molto interessante (non come quella della Black, ma non si può neanche fare un vero confronto tra le due, la Black vince a occhi chiusi =D), le fate hanno un ordine gerarchico dato dal momento in cui nascono, infatti si dividono in Fate della Primavera, dell'Estate, dell'Autunno e dell'Inverno. Le ultime due tipologie sono le più rare e importanti e quindi le prime si danno da fare per proteggerle e farle vivere serenamente.
Tamani spiega tutto in modo egregio ed è interessante leggere di come vivono e di quello che fanno.

Il problema di questo libro, comunque, è uno solo: la storia ruota attorno a Laurel, e fin qui nulla di strano, ma dov'è il cattivo? Perché Laurel, David, Tamani & co. sembrano dimenticarsene per il 90% del libro, presi come sono dai loro problemi?
Barnes – a dire il vero i suoi tirapiedi – appare per una frazione di secondo durante una festa e poi basta fino alle ultime pagine del libro.
Perché?
Eppure Laurel va ad Avalon proprio per imparare a difendersi con la magia, ma sembra che il problema di un'intera comunità sia un'inezia al confronto dei problemi amorosi del triangolo Laurel - David - Tamani.
Forse pretendo troppo da un libro (e da una saga) come questo, e probabilmente Spells altro non è che un capitolo di transizione tra Wings, testo interessante e che lascia intravedere qualcosa di buono nel mondo Urban Fantasy/Young Adult/Paranormal Romance tutto uguale, e Illusions.
Questo libro mi ha lasciata totalmente spiazzata, perché pensavo che la Pike si fosse impegnata di più e non scrivesse solo per fare soldi a palate con la solita storia trita e ritrita che c'è in ogni libro di questo genere. Evidentemente il fatto che la serie piaccia tanto alla Meyer doveva essere un campanello d'allarme abbastanza evidente... ma io ho deciso di ignorare tutti i segnali.

I personaggi sembrano regrediti all'infanzia, anziché andare avanti e maturare.
Laurel è egoista e se ne stra-frega dei sentimenti dei due bellocci interessati a lei, intanto cerca di capire come mai sua madre la tratti come se non esistesse o, peggio, come se non la riconoscesse come sua figlia.
David e Tamani sembrano burattini, zerbini utili solo a pulire le scarpe di una ragazzina piena di sé che pensa solo a con chi sta meglio dei due; devo dire, però, che alla fine Tamani sembra rinsavire e riacquistare un minimo di dignità... anche se, per sembrare più uomo, avrebbe dovuto dirle le cose in faccia e non far parlare un'altra sentinella. David ama Laurel e farebbe di tutto pur di stare con lei, quindi fa finta di non vedere che tra lei e Tamani ci sia qualcosa (nonostante la pseudo litigata davanti alla vecchia casa di lei).
Le sentinelle, così come le altre fate, sembrano esseri eterei e finti, messi lì solo per fare scena, infatti nel momento in cui succede qualcosa di grave non si sa dove siano finite, anziché proteggere Laurel.
Gli altri personaggi compaiono e scompaiono senza alcuna logica, tanto che non hanno quasi una caratterizzazione "fissa".

Nonostante i problemi più che evidenti di questo libro, qualcosa mi spinge a continuare la lettura della saga, perché sono pronta a riabilitare la Pike... e poi sono curiosa di sapere come continua la lotta tra fate e troll, anche se ho la sensazione che sia relegata a un paio di pagine scarse per lasciare più spazio al triangolo, il vero protagonista.
Mi domando, allora, perché si voglia scrivere qualcosa di fantasy, in cui è presente anche un cattivo, se il tutto deve finire sempre sulla protagonista e i suoi amanti. È perché tira di più una storia paranormale che una normale, vero?
Ai posteri l'ardua sentenza...

Voto: ★★★ e 1/2
Eruannë.

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