giovedì 10 maggio 2012

Le prime 100 pagine di... Firelight. La ribelle


Secondo appuntamento con questa mia piccola rubrichetta che viene postata senza alcuna periodicità, visto che si tratta del commento delle prime 100 pagine dei libri che sto leggendo.
Oggi è il turno di

Autore: Sophie Jordan
Pagine: 280
Quarta di copertina: Discendiamo dai draghi. Siamo dei mutaforma che hanno sviluppato la capacità di apparire umani per sfuggire ai Cacciatori. Viviamo nascosti nelle foreste remote, volando solo di notte, dispiegando le ali quando nessuno può vederci.
Siamo Draki. Io mi chiamo Jacinda e sono il tesoro del mio branco, l'unica capace di soffiare ancora fuoco. Ma dopo aver infranto per l'ennesima volta le regole che proteggono la vita della nostra comunità, sono stata costretta a fuggire insieme a mia madre e mia sorella.
Ci siamo sepolte vive in un'anonima cittadina, dove sono costretta a mantenere l'aspetto umano con il rischio di dimenticare la mia vera natura. Finché non mi sono ritrovata nella stessa scuola del mio Cacciatore.
È possibile una simile coincidenza? Oppure questo bellissimo e pericoloso ragazzo non è quello che la sua famiglia vorrebbe far credere?

All'inizio ho pensato "Ok, anche qui la protagonista è di un egoismo unico", perché ho davvero creduto che fosse almeno in parte la fotocopia di Lenah, la protagonista di Eternity, libro che ho appena concluso.
Invece, proseguendo con la lettura, mi ha dato solo l'impressione di essere una ragazzina insicura, visto che più volte Jacinda è caduta in contraddizione, perché ripete spesso di essere stanca delle regole del clan e di volersene andare, ma quando sua madre la costringe a scappare dai propri simili, pone resistenza e vorrebbe rimanere.
So bene che a 16-17 anni si abbiano le idee un po' confuse, ma qui si esagera, visto che cambia idea ogni due per tre.
La stessa insicurezza c'è anche quando deve decidere se dare spago o meno a Will, il cacciatore che l'ha salvata all'inizio del libro e che le fa sentire il draki che c'è ancora dentro di lei e che dovrebbe cercare di dimenticare il più possibile.

Come sempre negli young adult/urban fantasy queste prime 100 pagine sono per lo più di presentazione dei personaggi, del mondo che li circonda e, come se gli autori di questi generi non avessero fantasia, della scuola in cui si ritrovano a dover studiare.
Come sempre la protagonista si è appena trasferita in una nuova città, inizia una nuova scuola e si innamora del bello della classe. Ovviamente non possono mancare le ragazzine belle e civettuole, i ragazzi sfigati e bruttini e gli amici che cercano in tutti i modi di far ambientare la nuova arrivata.
Come sempre c'è un rapporto di amore/odio tra i due protagonisti che, si sa fin dall'inizio, finiranno l'una nelle braccia dell'altro.
Come sempre la protagonista è bellissima e fa cadere ai suoi piedi una miriade di persone, attirando l'attenzione dei cattivi su di sé.
Nulla di nuovo sotto il sole? Già.
Che cos'ha di speciale questo libro? Il fatto che, per una volta, non si parla di vampiri, licantropi e compagnia cantante, ma si parli di creature molto più affascinanti (per me, dopo Harry Potter, lo sono), cioè i draghi.
Dal punto di vista dei draghi, questo libro mi piace. È vero che non sono i soliti draghi, visto che qui si parla di mutaforma umani-draghi, ma la Jordan ha saputo racchiudere in questi un qualcosa di nuovo, qualcosa che mi fa proseguire la lettura senza storcere troppo il naso per i particolari sopraccitati.

Una cosa che mi ha dato notevolmente fastidio – e qui non c'entra l'autrice e/o Jacinda – risiede nella traduzione, o meglio nel modo in cui è trattato l'italiano.
Mi sembra strano che una casa editrice come la Piemme se ne freghi di certi errori e non si curi delle sviste del traduttore, che ogni tanto sembra tutt'altro che italiano.
A pagina 6 ci sono già due errori:
Questa piccola ribellione è anche un fuga da lui. 
Da quando la parola fuga è diventata maschile?
E se su questo refuso posso sorvolare, non posso certo fare finta di niente alla frase:
Passo un sacco di tempo a sperare che Cassian desiderasse lei, che il clan l'avesse voluta al mio posto. 
Possibile che un editor/correttore di bozze bravo non noti l'errore?
Possibile che, ogni volta che si vuol leggere qualcosa, un semplice lettore non possa godersi in pace la propria passione senza dover posare gli occhi su errori di questo tipo?
Questi non sono neanche gli unici errori che ho trovato nel testo delle prime pagine. Capisco che il narratore sia in prima persona e a parlare sia una ragazzina, ma un minimo di correttezza grammaticale ci dovrebbe essere sempre... o no?
E capisco anche che ormai il mestiere del correttore di bozze sia caduto in disuso e si faccia più affidamento a programmi come word, ma anche quest'ultimo avrebbe segnato in verde l'ultima frase per avvertire il traduttore della concordanza errata.
Vorrei fare una domanda alla Piemme, se permettete: avete ancora dei correttori di bozze validi o vi affidate alle preghiere che vada tutto per il verso giusto con i computer? Se avete bisogno di un correttore di bozze io sono a disposizione, sto cercando lavoro, quindi non mi dispiacerebbe racimolare qualche euro correggendo i vostri libri.

In sostanza, per il momento promuovo il libro per l'originalità delle creature fantastiche usate, ma lo boccio dal punto di vista della fantasia della storia, perché è ben poco originale, e ha un pollice verso anche per quanto riguarda la grammatica.
Anche se è per un pubblico giovane, non mi sembra il caso di martoriare una lingua, anzi ci dovrebbe essere un minimo di rispetto, visto che proprio la fascia d'età a cui si rivolge è ancora impregnata delle conoscenze che si acquisiscono a scuola e non dovrebbe gettarle nel cestino per colpa di un libro. A me hanno sempre detto che leggere fortifica la mente e insegna meglio una lingua, quindi bisognerebbe fare attenzione nelle traduzioni – e nei testi in generale – a non scrivere castronerie.

Vado a proseguire la lettura =D
Eruannë.

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