Titolo: Eternity
Autore: Rebecca Maizel
Data di pubblicazione: agosto 2011 (versione economica)
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Collana: Supertascabili Paperback
Genere: Young Adult, Urban Fantasy, Paranormal Romence
Pagine: 365
Prezzo: 6.50€
Quarta di copertina: Lenah apre gli occhi dopo un
lunghissimo sonno e si accorge di trovarsi immersa in uno squarcio di
luce; crede dunque che la sua ora sia giunta. Perché in realtà è un
vampiro.
Istintivamente grida il nome del suo amato Rhode, che la trasformò in
vampiro cinque secoli prima, e lo vede seduto davanti a lei. Lui le
rammenta l’antica promessa di riportarla in vita, e le dice di essere
pronto a compiere il rituale magico. Ora Lenah ricorda tutto: il suo
desiderio di tornare umana era stato più forte della paura. Ma ricorda
anche che il rituale richiede una vita in cambio.
Lenah è viva e sta per compiere sedici anni. Lenah inizia la sua nuova
vita a Wickham: una casa, nuovi amici, ma anche la costante paura e
certezza del ritorno della Congrega, il gruppo di vampiri che lei stessa
aveva creato, i più potenti e crudeli, vissuti con lei fino al 1910
nella casa di Hathersage, in Inghilterra, con il compito di proteggerla e
adorarla e con cui avrebbe avuto un legame magico e indissolubile. E
quel legame col passato rischia di distruggere tutto ciò che di tenero e
vitale
Lenah ha appena cominciato a conoscere.
Sono sorpresa di me stessa, perché sono riuscita a leggere un libro in pochissimo tempo, rispetto ad altri che sto rileggendo e per i quali ci sto mettendo secoli =D
A parte questo, devo dire che Eternity non è malvagio, la trama è abbastanza lineare e ben costruita, il problema è che l'autrice non si capisce bene perché abbia scelto di far ritornare umana la protagonista se poi, nella seconda parte, la ritrasforma in vampiro. Non mi è ben chiaro. E mi fa pensare che questo libro sia l'ennesimo costruito per vendere e non perché l'idea di fondo fosse buona e ben sviluppabile.
Arrivata alla fine del libro, infatti, mi sono chiesta il perché su molte cose, ma preferisco non porre apertamente le mie domande per non rovinare la lettura a chi ancora non l'ha letto.
Come ho già detto nel post di ieri sulle prime 100 pagine, Lenah è una protagonista veramente egoista, prima si fa trasformare di nuovo in umana, facendo così morire quello che ha sempre considerato la sua anima gemella (e su questo punto ritornerò tra poco), poi non si cura minimamente se gli altri che la circondano possano essere in pericolo e, anzi, quando lo sono realmente peggiora le cose. Infine, poi, per far sì di essere libera ancora una volta è costretta a fare delle scelte che, guarda caso, vanno solo a suo vantaggio e fanno soffrire quelli che la amano realmente.
È vero, ci sono anche momenti in cui non pensa soltanto a se stessa e si rende conto di fare/aver fatto del male agli altri, ma sono talmente sporadici che ci si domanda il perché l'autrice non si sia impegnata nel creare un personaggio credibile e con un minimo di spessore.
La questione anima gemella, e perdonatemi se faccio una "piccola" parentesi su questo.
In questo romanzo ci sono tre "potenziali anime gemelle che gravitano intorno a Lenah:
» Rhode, colui che l'ha trasformata in vampiro;» Vicken, colui che lei ha trasformato in vampiro;» Justin, l'umano di cui si innamora quando è di nuovo una semplice mortale.
All'inizio del libro ci viene detto che Rhode è la sua anima gemella, che farebbe di tutto per lui, che l'ha sempre amato alla follia, ecc. peccato che quando scopre che lui ha trovato il rituale per far ritornare un vampiro alla condizione umana, se ne stra-freghi se il povero Rhode possa/debba morire e, anzi, minaccia pure di suicidarsi se lui non soddisfa la sua richiesta.
Bell'amore, vero? O sono io che ho una visione distorta della cosa?
Io penso che l'unico veramente innamorato dei due sia stato soltanto Rhode, perché la ritrasforma in umana morendo, dando la vita per lei (e qui si ritorna alla questione dell'egoismo di Lenah).
Poi c'è Vicken, un soldato scozzese che lei stessa trasforma in vampiro per la propria sete di potere, visto che così può completare la creazione della Congrega e diventare la vampira più sanguinaria e malvagia. Lenah, anche di lui, dice che sia la sua anima gemella, ma in modo diverso rispetto a Rhode.
Con Vicken non dà molte spiegazioni sull'amore e sul fatto che lui sia l'anima gemella, se non la sua sete di potere.
E infine arriviamo a Justin, colui che le ha fatto battere il cuore da umana e che l'ha fatta sentire viva dopo 592 anni. Anche qui viene tirata in ballo la frase "lui è la mia anima gemella".
Dopo 365 pagine posso essere confusa?
Sarò all'antica e forse troppo romantica, ma io ho sempre pensato che ci fosse una sola anima gemella per ognuno di noi. È chiaro che se uno si innamora più volte è propenso a pensare ogni volta di aver trovato l'anima gemella, ma in questo libro rasentiamo il ridicolo, a parer mio. Ogni volta che Lenah nominava uno dei tre, subito compariva come per magia l'espressione "anima gemella", come a voler ribadire un concetto che il lettore non aveva molto ben chiaro in testa.
È sempre un peccato leggere libri potenzialmente validi (anche se da rivedere sotto vari punti di vista) che vengono rovinati per la fretta magari di consegnare la bozza all'editore, senza avere il tempo di analizzare per bene ogni elemento, ogni dettaglio.
Per quanto riguarda i dettagli e le spiegazioni logiche sui vampiri, la Maizel si è data da fare e si vede, infatti non abbiamo i vampiri alla Twilight (grazie!), nonostante anche i suoi possano, dopo un certo centinaio di anni e/o una notevole potenza fisica, resistere alla luce del sole. Ho condiviso (anche se non del tutto) la spiegazione del perché acqua santa, crocifissi e aglio non abbiano effetti sui vampiri, purtroppo io sono della vecchia scuola e questi elementi per me sono fondamentali per la vittoria su un immortale.
Per quanto riguarda i personaggi che fanno da contorno a Lenah non ho molto altro da dire che non abbia già detto, certo nel finale ci sono alcune morti assolutamente inutili ai fini della trama e che si sarebbero potute evitare.
Tony, Justin e Rhode mi sembrano gli unici personaggi degni di nota, gli altri lasciano a desiderare, sono soltanto stereotipati, descritti in modo superficiale e fanno praticamente da comparse.
Le ragazze, pseudo-amiche di Lenah, sono praticamente invisibili, tranne rare occasioni in cui dicono qualcosa, ma nulla di più.
Insomma, amori della protagonista, flash-back, riti abbastanza interessanti, curiosità sui vampiri della Maizel a parte, questo romanzo è piuttosto... inconsistente. Tante cose si sarebbero potute riassumere, come è stato fatto da pagina 277 in poi.
L'idea di fondo della vampira che ritorna umana perché stanca della sua condizione era buona, peccato che poi l'autrice si sia persa nei meandri della trama e che abbia concluso una storia che si poteva finire in tutt'altro modo... infatti io eliminerei tutta la seconda parte, perché è totalmente inutile. Ma questo è un mio personalissimo parere personale =D
Voto: ★★★★ (sarebbero tre e mezza, ma mi sento generosa)
Eruannë.
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